Mafia in Libia, nei Cara e nei Lidl - QdS

Mafia in Libia, nei Cara e nei Lidl

Carlo Alberto Tregua

Mafia in Libia, nei Cara e nei Lidl

giovedì 18 Maggio 2017

Cresce il business dell’immigrazione

Ci voleva il coraggioso procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, per tirare fuori la questione che all’interno dell’opera benefica di salvare tanti poveracci nel Mediterraneo, si annidava il bubbone delle mafie.
Piano piano, il vaso di Pandora è stato scoperto e sta venendo fuori un verminaio sottostante e ben nascosto all’opera assistenziale di salvataggio che fanno tante persone perbene.
Come non pensare che la criminalità organizzata non si sarebbe gettata a pesce sul business degli immigrati, che cresce giorno dopo giorno?
Lo Stato italiano ha stanziato circa tre miliardi nel 2015, quattro nel 2016 e spenderà forse cinque miliardi nel 2017. Questi soldi sono stati e sono gestiti da cooperative ed associazioni assistenziali ed altre, dentro alcune delle quali, in qualche misura si è intrufolata la mafia. Dalle parole pacate di Zuccaro, ed ora anche da quelle dei Procuratori di Trapani e di Roma, si capisce che la mafia italiana è in collegamento con quella libica, in modo da formare una filiera ben organizzata ed efficiente, che fa introitare somme enormi a tali organizzazioni criminali. 

Da più fonti si evince che ogni persona imbarcata nei fatiscenti gommoni – alcuni dei quali addirittura non motorizzati perché trainati fino a poche miglia dalla costa – paga fra tre e quattromila dollari. è previsto che ne partano anche mille al giorno, per 365 giorni, con un incasso approssimativo di 1,5 miliardi.
In Italia, la filiera si snoda nei Cara (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo) che produce altri introiti alle mafie nazionali. L’organizzazione criminale di Isola di Capo Rizzuto aveva già provato ad infiltrarsi nel Cara di Mineo, tutt’ora sotto inchiesta, e non è escluso che vi siano infiltrazioni negli altri Cara, ma anche nelle Ong e nelle diverse associazioni assistenziali .
Fra la Libia e l’Italia, la filiera passa attraverso Frontex e la Guardia Costiera sulla cui azione non può sorgere neanche il minimo dubbio, mentre è lecito pensare che alcune delle Ong che hanno approntato navi per il traghettamento, siano state infiltrate e vadano a prelevare gli immigrati vicino le coste libiche per portarli in quelle italiane.
Ora, non si capisce perché il governo continui ad accettare immigrati, in quanto non ve n’è l’obbligo, mentre c’è l’obbligo di salvare coloro che stanno per annegare.
 

Ed è proprio questo il punto di discrimine: obbligo di salvare la gente in mare, ma non quello di accoglierli. Se l’Italia rifiutasse le navi delle Ong ed anche quelle di Frontex, ma accettasse solo gli immigrati salvati dalla Guardia Costiera e dalla Marina militare, dimezzerebbe il flusso.
Impossibilitate a portare  gli immigrati in Italia, le navi delle Ong sarebbero costrette a dirottare su Grecia, Francia, Spagna e Malta. Se anche quelle nazioni si rifiutassero di accettare gli immigrati, come per altro fa La Valletta, sarebbero costrette a riportarli in Libia.
Insomma, bisogna creare un filtro a questa attività esercitando il diritto sovrano dell’interesse nazionale che non consente di portare sul nostro territorio, e solo sul nostro territorio, persone che non sfuggono alle guerre o alle pestilenze, ma alla povertà.
In Africa c’è un miliardo di poveri: non si può certo pensare di portarli tutti in Europa per sfamarli. è là che bisogna costruire infrastrutture e attivare la formazione per lo sviluppo che deve essere indigeno e non importato.

La mafia si è infiltrata anche in alcuni supermercati della catena tedesca Lidl. Questa capacità di permeare il tessuto economico con propri componenti, diventati colletti bianchi, è il pericolo più grave che sta correndo il nostro Paese.
I colletti bianchi non si possono individuare come i mafiosi perché hanno modi e comportamenti da farli sembrare persone perbene. Essi sono ben mascherati e truccati da sfuggire al normale controllo che fanno i cittadini, quando essi lo fanno.
Per fortuna vi sono i Pubblici ministeri e le Forze dell’Ordine che moltiplicano i loro sforzi per colpire la criminalità organizzata nella nuova veste. Ma non basta: i cittadini perbene devono sostenere i coraggiosi Procuratori, Poliziotti, Finanzieri e Carabinieri e lodarli per i loro successi. Sono gli stessi cittadini che devono diventare guardinghi e quando sentono puzza di zolfo nelle attività economiche di ogni tipo, devono denunziare i fatti anche in modo anonimo.
I cittadini, tutti insieme, dobbiamo servire veramente l’interesse nazionale, oppure non siamo cittadini!

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017