Il peccato di Renzi sostenere Crocetta - QdS

Il peccato di Renzi sostenere Crocetta

Carlo Alberto Tregua

Il peccato di Renzi sostenere Crocetta

sabato 27 Maggio 2017

M5s: spazzare via i partitocrati

I pasticci che ha combinato Rosario Crocetta, come presidente della Regione, in questo quinquennio, sono numerosi: li abbiamo elencati più volte ed evidenziati con inchieste basate sui dati ufficiali.
Il blocco di tutte le attività è stato il peggiore dei suoi atti, con il crollo del 90% delle opere pubbliche, la non utilizzazione di quasi un mld nel Po 2007/13 e l’inattività del Po 2014/20 (fondi europei) perché a fronte dei circa 12 mld la spesa è di poco più di 500 mln.
Il rutilante avvicendamento di assessori e dirigenti ha accentuato il marasma nell’istituzione Regione e nella sua sottostante burocrazia. Se prima c’era qualcuno che prendeva decisioni responsabili, ora quasi nessuno decide.
Il mantenimento al suo posto del segretario generale, Patrizia Monterosso, è la conferma di quanto accade alla Regione, nonostante la richiesta di condanna a quattro anni da parte del Pm Luca Battinieri.
La magagna relativa alla legge regionale n. 4/2017 (con particolare riferimento alla norma riguardante la nomina dei direttori generali delle aziende sanitarie), è stata impugnata dal Governo innanzi alla Corte Costituzionale. Essa è in vigore fino alla sentenza, ma il proposito del presidente di emettere un decreto in contrasto con tale legge vigente, fa capire lo stato confusionale di una persona assolutamente inadatta all’incarico cui l’ha destinato appena il 15% degli elettori. 

E probabilmente il prossimo 5 novembre, l’attuale Legge regionale ad un turno farà eleggere un altro presidente con un basso numero di elettori. Ciò contrariamente a quanto avvenuto in Francia, ove, se è vero che Emmanuel Macron ha preso al primo turno il 23,75%, è ancora più vero che al secondo turno ha riportato quasi i due terzi dei voti degli elettori.
Quando in uno Stato, una Regione importante come la nostra, col suo ruolo centrale nel Mediterraneo, si disamministra in maniera così disastrosa, il governo centrale ha i poteri costituzionali di sostituirsi.
Una Regione diventata la palla al piede del Paese, col suo Pil piatto, col 22% di disoccupazione, contro l’11,7% della media nazionale, con quasi il 50% della disoccupazione giovanile, con il numero di pernottamenti di turisti (14,8 mln) pressoché uguale a quello di Malta, contro i 108 milioni delle Isole Baleari. L’agricoltura che annaspa, il blocco delle fonti rinnovabili ed il disastro dei rifiuti solidi urbani completano il quadro.
 

è vero che l’Assemblea regionale può essere sciolta solo per le cause di cui all’articolo 8 dello Statuto, cause piuttosto fumose e difficili da tradurre in atti concreti, ma interviene l’articolo 8 bis dello stesso Statuto il quale prevede la conclusione anticipata della legislatura dell’Assemblea quando vi siano le contemporanee dimissioni della metà piu uno dei deputati.
Ora, è del tutto evidente come il partito di maggioranza relativa e i suoi alleati avevano il dovere di procedere tempestivamente all’applicazione di tale articolo, per evitare che la Sicilia precipitasse nell’attuale inferno. Questa è una precisa responsabilità di Matteo Renzi, il quale, quando è divenuto segretario del Pd la prima volta (8 dicembre 2013), doveva occuparsi non solo della nostra Isola ma anche delle altre Regioni che non riescono ad entrare nella pista di decollo.
I numerosi Patti per il Sud firmati nelle diverse Regioni non sono sufficienti a creare stimolo allo sviluppo perché affidati alle stesse Regioni e alle autonomie locali le quali, per ragioni soprattutto clientelari ma anche per incapacità proprie, non riescono a  tramutarli in azioni. 

Un’ulteriore responsabilità del segretario del Pd nei confronti del Paese è quella di non avere azionato come una clava l’Agenzia per la coesione sociale, la cui direttrice Maria Ludovica Agrò è venuta al nostro forum, pubblicato nel 2015. Tale Agenzia ha i necessari poteri sostitutivi, per esempio, per far spendere i fondi comunitari, ma non li utilizza perché non ha il supporto politico del Governo centrale.
I giorni trascorrono senza che nulla cambi ed è per ciò che noi auspichiamo alle prossime elezioni siciliane l’avvento di quella nuova forza che è il Movimento 5 stelle senza le incrostazioni che hanno altri partiti.
Aria fresca e nuova alla Regione sperando però che essa depuri la congestione che tiene bloccato lo sviluppo, alta la disoccupazione e in aumento il numero dei poveri. Se in questi cinque anni si fossero spesi i 6/7 mld rimasti a Bruxelles, la leva economica avrebbe azionato almeno 25 mld: immaginate la crescita conseguente, invece della povertà dilagante!

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