Borghi isolani ignorati dalla politica - QdS

Borghi isolani ignorati dalla politica

Adriano Agatino Zuccaro

Borghi isolani ignorati dalla politica

martedì 30 Maggio 2017

In Sicilia 829 piccoli centri, quasi tutti sconosciuti ai turisti, dimenticati dalla Regione, senza un calendario di eventi. Nei nostri 19 Più belli, 800.000 pernottamenti, quanti nella sola Otranto

Nel 2015 i borghi siciliani sono diventati il terzo segmento turistico dell’Isola dopo il segmento balneare e culturale. Nel 2016 la performance è migliorata ma i 19 borghi inseriti nel club “I borghi più belli d’Italia” continuano a rappresentare il 6% dei pernottamenti registrati in tutta l’Isola. Nel 2016 l’Osservatorio turistico regionale ha registrato complessivamente 13,3 milioni di pernottamenti, nelle 19 “perle” i numeri si fermano a 0,8 milioni. I dati, seppur provvisori e in attesa di validazione da parte di Istat-Titolare dell’indagine, mettono in risalto tutte le potenzialità inespresse di questi luoghi. In tale difficile cornice, Salvatore Bartolotta, coordinatore regionale del Club, prova a rilanciare “un progetto comune di valorizzazione e di promozione della rete regionale” costituita dalle piccole “eccellenze” isolane.
 
I turisti che sono arrivati ad Otranto, borgo pugliese tra i più noti d’Italia, nel 2016 sono 137.721 e hanno generato 727.346 pernottamenti. Numeri da capogiro, soprattutto in estate, con la complicità di grandi eventi capaci d’intercettare un pubblico sfaccettato: a luglio è andato (e andrà) in scena “Otranto Jazz Festival & Wine”, ad agosto la “Festa dei Santi Martiri di Otranto”, a settembre si è svolto “Otranto Film Fund Festival”. Invidiabile la rete di esercizi alberghieri (35), bed and breakfast (32), alloggi in affitto in forma imprenditoriale (37) e campeggi e villaggi turistici (10).
Per giungere ad un confronto degno di nota con la realtà siciliana abbiamo dovuto accorpare le performance dei 19 borghi isolani inseriti nel club “I borghi più belli d’Italia”: Castelmola, Castiglione di Sicilia, Castroreale, Cefalù, Ferla, Gangi, Geraci Siculo, Milazzo, Montalbano Elicona, Monterosso Almo, Novara di Sicilia, Palazzolo Acreide, Petralia Soprana, Salemi, Sambuca di Sicilia, San Marco d’Alunzio, Savoca, Sperlinga e Sutera. I 19 Comuni siciliani totalizzano 805.956 pernottamenti nello stesso anno, appena 78.610 in più del borgo pugliese. Gli arrivi sono stati 228.576 e la rete ricettiva può contare solo su un totale di 52 esercizi alberghieri, 131 bed and breakfast, 55 alloggi in affitto in forma imprenditoriale  e appena sei tra campeggi e villaggi turistici. Alle carenze strutturali si aggiungano quelle infrastrutturali; per i turisti è davvero complicato raggiungere alcuni borghi montani situati a ragguardevole distanza dalle arterie viarie principali. La promozione degli eventi sul web lascia a desiderare: nel sito dei borghi più belli d’Italia non è presente alcun evento consultabile nell’Isola e non esiste un calendario unico degli eventi dei 19 borghi.
Il turismo nei borghi isolani, dunque, molto spesso è rappresentato da visitatori “mordi e fuggi” che non pernottano all’interno del Comune (vedi inchiesta del 19 aprile 2016). A ciò si aggiunga che come ha dichiarato ad aprile 2016 al QdS il dirigente responsabile dell’Osservatorio turistico della Regione, Orazio Sciacca: “Esistono ancora molti imprenditori del settore che considerano ‘un disturbo’ l’invio dei dati sui flussi turistici. Non comprendono che una rilevazione in tempo reale consente loro di potere effettuare tutta una serie di analisi per porre in essere, ad esempio, strategie last minute più aggressive”.
Salvatore Bartolotta, coordinatore regionale del Club “I Borghi più belli d’Italia e vicesindaco di Novara di Sicilia (intervista in basso), conscio delle potenzialità ancora inespresse di questi luoghi, ha richiesto l’attivazione di una piattaforma multimediale per l’itinerario dei borghi di Sicilia fruibile da smartphone e tablet con applicativi semplici, intuitivi e multilingue. Il “turismo 3.0”, infatti, e il disegno di legge 981/C del 16 aprile 2015 “Legge sulle montagne. Istituzione delle Zone Franche Montane” potrebbe rappresentare un’occasione imperdibile di rinascita per le “perle” isolane in cui è in corso uno spopolamento senza precedenti.
 

 
Si spopolano i nostri borghi e non s’investe nel turismo
 
Tanti fra gli 829 borghi siciliani sono in piena emorragia demografica ma dalla Regione i provvedimenti e le risposte per arginare il fenomeno giungono “rarefatti”. Bellezza, tradizioni e folklore di quei luoghi rischiano di andare perduti e i numerosi riconoscimenti a livello nazionale potrebbero scivolare lentamente nel dimenticatoio. Novara di Sicilia (Me), comune isolano tra i 19 inseriti nel Club dei Borghi più belli d’Italia, in dieci anni (1995-2004) ha fatto registrare un tasso di variazione percentuale della popolazione da zero a 14 anni pari a -36,8%; e non è la performance peggiore in Sicilia. Molti giovani vanno via in cerca di lavoro mentre il disegno di legge 981/C del 16 aprile 2015 “Legge sulle montagne. Istituzione delle Zone Franche Montane” è stato “reinviato alla competente Commissione di merito per un riesame che consenta di superare evidenti criticità di natura ordinamentale” scrive in una lettera di risposta ad un sollecito inviato dal Club, Vincenzo Vinciullo, presidente della Commissione Bilancio dell’Ars. “Defiscalizzare le imprese del territorio montano. Esercizi commerciali, partite Iva, start up, ristoranti, alberghi, B&B, imprese agricole e artigianali. Solo così è possibile favorire la presenza di attività economiche. […] Solo così si arginano spopolamento e abbandono, da sempre le grandi sfide ‘contro la forza di gravità’ che continua a portare a valle giovani e famiglie, aziende e opportunità di crescita socio-economica”.
Il virgolettato proviene da un progetto per la fiscalità di vantaggio nelle aree montane redatto dall’Unione nazionale Comuni Comunità Enti montani della delegazione piemontese che, per altro, guarda di buon occhio l’iniziativa siciliana.
 

 
Lotta contro l’abbandono e prevenzione dai crolli
 
Salvatore Bartolotta, coordinatore regionale del Club “I Borghi più belli d’Italia e vicesindaco di Novara di Sicilia, ci aggiorna sulle novità che investiranno i borghi isolani.
Quali sono gli obiettivi che il Club si è posto per dare nuova linfa ai borghi siciliani?
“L’obiettivo è ricostruire. Quest’anno il concorso ‘Borgo dei borghi’ è stato vinto da Venzone, un Comune del Friuli Venezia Giulia che è un vivido esempio di ricostruzione dopo il terremoto del settembre 1976. Una ricostruzione fedele, pietra su pietra, che deve farci riflettere sullo scempio compiuto sui borghi del meridione d’Italia. La vittoria di Venzone ci dice che si può ricostruire, si può mettere in sicurezza e possiamo farlo bene. In questa direzione il Club ha stipulato una convenzione nazionale con una società che fa studi tridimensionali dei palazzi antichi nei centri storici, uno studio che precede le opere di messa in sicurezza. Il progetto non è ancora stato finanziato ma il costo per ciascun borgo è minimo. Dobbiamo lottare contro l’abbandono e prevenire nuovi crolli e per questo ci sarà la possibilità di attingere da alcuni fondi ad hoc”.
Stagione turistica estiva: cosa c’è in programma nei nostri borghi? Esiste un calendario unico degli eventi? Cosa sta facendo la Regione?
“L’assessore è sensibile alla nostra causa e dovrebbe finanziare una serie di manifestazioni per le quattro settimane di settembre che culmineranno nel festival dei borghi più belli in un comune ancora da stabilire. In occasione dell’anno dei borghi ci è stato richiesto dal ministero un calendario unico degli eventi ma non è ancora stato possibile ultimarlo nonostante i miei solleciti. In 11 su 19 borghi isolani ci saranno le elezioni comunali e questo non ha di certo aiutato. Stiamo lavorando per sviluppare il ‘turismo lento’: c’è in cantiere un progetto che si propone di creare un circuito che parta dalle grandi città e attraverso i treni raggiunga alcuni borghi”.

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