Renzi aveva anche calcolato che sarebbe stato lui a presiedere il G7, pensando di vincere il referendum del 4 dicembre. Avendolo perso, però, ha sostenuto con lealtà Gentiloni che ha ben condotto la riunione.
Non riferiamo dei contenuti perché l’inflazione dell’informazione globale ha stradetto di tutto e di più. Sottolineamo solo un fatto: gli Usa – con i suoi 50 Stati, che sono un tutt’uno e si riconoscono nel suo Presidente, chiunque egli sia – costituiscono la più grande potenza economica e democratica del mondo.
Dall’altra parte vi era la balbettante Unione europea, ancora divisa su tutto, salvo i 19 Paesi che hanno deciso di avere la moneta unica.
La verità è che l’Ue, non essendo un’unione politica, non è in condizione di parlare all’esterno dei propri confini con una sola voce: quindi, è debole, fragile e ininfluente.
Ecco perché Trump ha scelto di parlare quasi esclusivamente con la Merkel, perché sa che la nazione-guida dell’Ue è proprio la Germania e nulla accade senza il suo consenso.
Il giovane Emmanuel Macron ha preso in mano una Francia indebolita da un inutile Hollande, per cui avrà il suo da fare per rimettere in sesto quell’economia. L’Italia è nel caos politico più completo, mentre ha di fronte l’irta salita della legge di Stabilità 2018, che dovrà essere formulata da governo e maggioranza molto forti, perché dovranno essere prese decisioni impopolari, cioè quelle decisioni che tagliano le unghie ai privilegiati.
La Gran Bretagna è già fuori con la testa dall’Ue, seppure formalmente legata ancora fino a marzo 2019. Gli altri Paesi contano poco se non per effetto di quegli accordi disastrosi che prevedono votazioni totalitarie su alcune questioni fra cui il bilancio.
Cinquant’anni persi: un lungo percorso senza apprezzabili risultati, se non l’euro.
Della manifestazione ha goduto per un giorno anche la città di Catania che ha messo in mostra le sue perle, anche culinarie, molto ben organizzate dal sindaco Enzo Bianco.
Taormina è stata al centro del mondo per almeno una settimana. I paesaggi mozzafiato avranno impressionato centinaia di milioni di telespettatori e procurato in loro, probabilmente, il desiderio di vederli di persona.
Ora si tratta di mettere a profitto questa esplosione di Notorietà e quindi chiamiamo in causa tutti gli attori che devono promuovere come locomotiva la città ionica, la quale può trainarsi tutte le attività turistiche della Sicilia, in un convoglio che macini fatturato conseguente ai pernottamenti che con un evento di questo genere potrebbero raddoppiare.
E’ chiamato in causa, perciò, l’assessore regionale al Turismo, Anthony Barbagallo, persona intelligente che deve puntare i piedi per fare il possibile necessario a non disperdere questo tesoro.
Ovviamente, è il primo cittadino di Taormina che dovrebbe pedalare come Tom Dumoulin nella cronometro Monza-Milano, per trarre vantaggi da utlizzare nella prossima stagione invernale, quando tristemente e puntualmente Taormina chiude alberghi e ritrovi per quattro-cinque mesi.
Il sindaco dovrebbe andare immediatamente a visitare ordini professionali e associazioni di ogni genere per far svolgere convegni nella propria città, dal momento che il Palazzo dei Congressi è stato definitivamente riaperto.
Portare due o tremila persone per volta, per eventi di questo tipo, farebbe rinvigorire l’economia di quel territorio e quello dei dintorni.
Ce n’è urgente bisogno. Diamoci da fare. Ora, non domani!