Riscossione Sicilia: rottamati 3,23 miliardi - QdS

Riscossione Sicilia: rottamati 3,23 miliardi

Raffaella Pessina

Riscossione Sicilia: rottamati 3,23 miliardi

mercoledì 31 Maggio 2017

L’ad Antonio Fiumefreddo: “Siamo i primi in Italia, straordinaria efficienza”. L’Ente al centro di numerose polemiche negli ultimi mesi

PALERMO – L’amministratore unico di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo, ha reso noti i risultati della rottamazione dei debiti dei contribuenti nei confronti della partecipata regionale che si occupa della riscossione dei tributi in Sicilia. Il volume dei flussi rottamati dai contribuenti  nell’Isola ammonta a oltre 3,23 miliardi di euro, per un totale di 239.575 istanze accolte da Riscossione Sicilia. “Siamo i primi in Italia – dice Fiumefreddo – è stata una dimostrazione di straordinaria efficienza di Riscossione Sicilia, dei suoi lavoratori, impegnati anche di sabato e fino a tarda sera a raccogliere e studiare le domande dei cittadini. Il nostro metodo di lavoro è stato fatto proprio anche da Equitalia. è stata la risposta più forte a chi voleva chiudere la società. L’esito della rottamazione corrisponde ad un attivo particolarmente importante per la società che negli anni aveva fatto registrare un grave deficit”.
Come si ricorderà la partecipata della Regione è stata al centro di feroci polemiche dalla fine del 2015, quando in Aula a Palazzo dei Normanni si era votato no alla sua ricapitalizzazione. Fu allora che Fiumefreddo, a capo della società, decise di pubblicare sui giornali l’elenco dei deputati morosi e intraprese un braccio di ferro con la deputazione siciliana. Il presidente Rosario Crocetta è stato sempre a fianco di Fiumefreddo fino ad oggi, mentre molti deputati a gran voce hanno chiesto che dei tributi della Sicilia se ne occupi quella che sarà la sostituta di Equitalia, e avevano chiesto di inserire in Finanziaria la liquidazione di Riscossione Sicilia. Operazione che aveva il sapore di una vendetta nei confronti di Fiumefreddo. Ma la realtà dei fatti è che ogni volta la società è stata costretta a chiedere aiuto alla Regione in termini finanziari perché non ce la faceva ad andare aventi da sola ed è diventata una partecipata improduttiva quindi sacrificabile. La legislatura però sta finendo e se la partecipata riuscirà a sopravvivere ancora qualche mese, dovrà vedersela poi con chi vincerà le elezioni il prossimo ottobre.
Franco Busalacchi, leader dei Nuovi vespri che ha annunciato la propria candidatura alla presidenza della Regione siciliana in vista delle regionali d’autunno, dopo essere stato per molti anni dirigente regionale oggi interviene contro i governi che hanno male operato nel passato “Il dramma della Sicilia di oggi è che non riusciamo a raccontare ai siciliani che la crisi economica dei nostri giorni è il frutto delle scelte di un governo regionale disastroso e degli scippi finanziari operati negli ultimi anni da Roma sul bilancio regionale”. E prosegue: “Tutti gli indicatori economici della Sicilia – aggiunge Busalacchi – sono negativi. Tra il 2007 e il 2016 la nostra Isola ha perso il 13% del Pil. Il valore della produzione industriale e’ crollato del 54%. L’agricoltura ha perso oltre il 15% della produzione. L’attività edilizia segna una flessione del 43%. Pure il commercio è andato giù, con una perdita del 7%”. “Ci si stupisce se aumenta il lavoro nero e se i consumi superano il reddito imponibile – dice Busalacchi -. Questo succede perché a inserire i soldi nel ‘circuito Sicilia’ e’ chi opera al di fuori della legge, a cominciare dalla mafia. Se lo Stato non investe, se la Regione si fa rubare i soldi da Roma, se aumenta la disoccupazione, la mafia ha a disposizione piu’ manovalanza e conquista ‘pezzi’ di territorio. Questo scenario, insieme all’evasione fiscale frutto di una pressione fiscale elevata, determina la crescita della spesa per consumi”.
Ancora una volta, dopo il G7, la Sicilia diventa internazionale con la proiezione al Parlamento europeo del film-documentario “Ero Malerba”, di Toni Trupia, scritto con il giornalista Carmelo Sardo, che racconta la vera storia criminale dell’ex boss della stidda di Porto Empedocle Giuseppe Grassonelli e del suo recupero in carcere, dove sta ancora scontando l’ergastolo ostativo.
 
“È stato un importante momento di riflessione e confronto su temi quanto mai attuali – ha detto l’eurodeputata Michela Giuffrida, promotrice dell’evento insieme alla delegazione italiana del Pd – Parlare di mafia e antimafia, delle condizioni delle carceri, dei processi di recupero e riabilitazione partendo dalla storia e dall’esperienza di un uomo che sta ancora pagando per i suoi errori, assume un significato diverso, pone lo spettatore di fronte a degli interrogativi”.

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