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Catania – Bufera all’Istituto Vincenzo Bellini, 23 arresti

Melania Tanteri

Catania – Bufera all’Istituto Vincenzo Bellini, 23 arresti

mercoledì 31 Maggio 2017

La Gdf scopre un buco da 14 milioni. Con il denaro del Conservatorio acquistati gioielli e vestiti d’alta moda

CATANIA – Ventitre persone sono state arrestate dalle Fiamme gialle a conclusione di un’indagine sull’Istituto superiore di studi musicali “Vincenzo Bellini”, che ha portato alla scoperta di un buco in bilancio di 14 milioni di euro. Gli indagati sono funzionari e dipendenti della scuola e persone giuridiche esterne all’Ente pubblico. I reati contestati, a vario titolo, sono peculato continuato, ricettazione, riciclaggio e associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio connessi alla illecita distrazione e depauperamento di risorse finanziarie.
Destinatari della misura in carcere nell’operazione della Gdf, The band per appropriazione di denaro pubblico sono la responsabile dell’ufficio di Ragioneria dell’Istituto fino al maggio 2016, Giuseppa Agata Carrubba indagata per peculato, e il coniuge Fabio Antonio Marco indagato per peculato, ricettazione, riciclaggio, nonché quale promotore e organizzatore di un’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio; la responsabile della segreteria didattica dell’Istituto fino al maggio 2016, Vita Marina Motta accusata di peculato; la responsabile dell’ufficio del Personalefino al maggio 2016, Lea Marino, indagata per peculato; un consulente del lavoro e amministratore di fatto di diverse società che hanno fittiziamento intrattenuto rapporti commerciali con l’Ente, Sergio Strano, indagato per varie ipotesi di riciclaggio e ritenuto il terzo promotore e l’organizzatore di un’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio; un legale rappresentate di più società che solo apparentemente hanno fornito beni o servizi all’Istituto, Giancarlo Maria Benvenuto Berretta quale concorrente nei reati di riciclaggio e partecipe della presunta associazione criminale.
Agli arresti domiciliari sono stati posti: Paolo Di Costa e Roberto Vito Claudio Russo, ex dipendenti dell’Istituto e indagati per peculato; Vito Enrico Barbuto, Roberta Marco, Valentina Piera Mazzarino, Davide Palmisciano, Francesca Sanfilippo quali imprenditori concorrenti nei reati di riciclaggio e partecipante alla presunta associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio; Massimo Vecchio, Francesco Antonio Nicoloso, Salvatore Rizzo, Marco Garufi, quali intestatari di carte prepagate, indagati per reati di riciclaggio e di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio; Francesco Marco, Alfio Platania, Luigi Platania, Antonino Munagò, Raffaele Carucci, imprenditori indagati per riciclaggio; Massimo Lo Rosso imprenditore indagato per peculato in concorso, tra gli altri, con Carrubba.
Il Gip ha disposto il sequestro preventivo, anche per equivalente, nei confronti degli indagati ‘’del complessivo profitto criminale pari a oltre 14 milioni di euro’’. I finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria stanno eseguendo accertamenti patrimoniali ed economico-finanziari per rintracciare ogni bene che sia nella disponibilità, anche indiretta, degli indagati.
Il Bellini è un Ente pubblico fondato nel 1951. è finanziato annualmente con contributi del Comune, della Città metropolitana e, in minima parte, con le rette dei frequentatori. Le appropriazioni di finanziamenti pubblici sono avvenute tra l’ottobre 2007 e il febbraio 2016. Le indagini sono scaturite da una denuncia presentata da alcuni componenti del Cda e dall’attuale direttore amministrativo del Bellini.
Con il denaro, gli indagati acquistavano anche gioielli, vestiti d’alta moda e andavano in vacanza. In 9 anni questa attività (le banche chiamate a svolgere il mero servizio di “cassa”, hanno registrato importi o a favore dell’ex responsabile dell’ufficio ragioneria del Bellini e dei dipendenti suoi complici o a favore di imprese partecipi all’illecito) ha fruttato 10 milioni di euro; altri 4 milioni sono spariti grazie alla complicità di imprese commerciali compiacenti, circa 20, destinatarie di pagamenti a fronte di prestazioni mai effettuate a favore del Bellini. Il ruolo delle imprese è consistito nell’aprire conti correnti e carte prepagate nei quali far affluire il denaro sottratto e nel disporre, attraverso operazioni di home banking, assegni e prelevamenti in contanti, dei fondi illecitamente acquisiti per la restituzione e il reimpiego a favore degli indagati.
Il sindaco Enzo Bianco e la presidente dell’Istituto Graziella Seminara hanno annunciato che i rispettivi Enti hanno intenzione di chiedere la costituzione di parte civile quando saranno sottoposti nell’eventuale giudizio degli indagati per l’operazione The band. La presidente Seminara ha sottolineato che “l’Istituto è parte lesa” e che “il corpo docente e l’attuale dirigenza del Bellini non sono state toccate dall’inchiesta”. Inoltre ha evidenziato come queste somme siano state sottratte all’offerta formativa e alla produzione artistica, rassicurando allievi e genitori sul fatto che il lavoro all’interno dell’Istituzione prosegue regolarmente.

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