Corruzione elettorale, condannato deputato - QdS

Corruzione elettorale, condannato deputato

Raffaella Pessina

Corruzione elettorale, condannato deputato

venerdì 02 Giugno 2017

6 mesi e 600 euro di multa per Roberto Clemente (Grande Sud - Pid). Processo “Agorà”: altre due condanne e un’assoluzione

PALERMO – Cronache giudiziarie occupate per lo più, in questi giorni, da vicende che coinvolgono anche deputati regionali siciliani. Il Gup di Palermo ha condannato a 6 mesi e 600 euro di multa il deputato regionale siciliano Roberto Clemente, di Grande Sud-Pid, per corruzione elettorale e a 8 mesi di carcere e 800 euro di multa Salvatore Ingrassia e Antonio Fiorentino. Assolto dall’accusa di peculato Marcello Macchiano, presidente del Banco opere di carità, accusato di peculato. Il processo, che si svolgeva in abbreviato, è una tranche di un procedimento penale su presunti casi di corruzione elettorale che, nel 2015, sfociò in diversi arresti. Alcuni indagati hanno patteggiato la pena, altri sono a processo con rito ordinario. L’indagine, denominata Agorà, è stata coordinata dalle pm Amelia Luise e Anna Maria Picozzi.
Su un altro fronte, il Gip del Tribunale di Trapani ha confermato gli arresti domiciliari per Girolamo Fazio, il candidato sindaco di Trapani, arrestato nell’ambito dell’inchiesta “Mare monstrum”, focalizzata sugli interessi attorno al trasporto marittimo in Sicilia. Inoltre il Gip di Barcellona Pozzo di Gotto ha rinviato a giudizio l’armatore trapanese Vittorio Morace, padre di Ettore, coinvolto in un’altra inchiesta per corruzione, portata avanti dalla procura di Palermo, arrestato e da ieri trasferito ai domiciliari. La nuova inchiesta riguarda la violazione del contratto di appalto stipulato con la Regione. Nell’estate 2011, quattro dei sette aliscafi della Ustica Lines (società poi ribattezzata Liberty Lines) impiegati per i collegamenti con le Eolie sarebbero stati vecchi e inadeguati. Inoltre, in alcuni giorni risultavano in servizio sulla tratta dei catamarani che invece erano fermi.
Vittorio Morace è stato rinviato a giudizio per frode in pubbliche forniture e falso. Con lui sarà processato un dirigente della società di navigazione, Nunzio Formica, e sei comandanti che sui giornali di bordo avrebbero attestato corse inesistenti. La Regione siciliana, ritenuta dalla Procura parte offesa e avvisata attraverso l’invio della notifica all’Avvocatura dello Stato di Messina, non si è presentata all’udienza preliminare. Il presidente Rosario Crocetta ha spiegato di “non aver mai ricevuto alcuna richiesta dall’assessorato”.
 
L’inchiesta avrebbe svelato una serie di contatti e possibili collusioni tra il mondo dell’imprenditoria e la politica siciliana: indagato anche lo stesso Crocetta, chiamato in causa da alcune intercettazioni in cui, secondo i carabinieri dei comandi provinciali di Palermo e Trapani, avrebbe cercato di ottenere il prolungamento delle corse degli aliscafi per Filicudi da Palermo e Messina nel mese di settembre 2016. Dietro le pressioni del presidente sui funzionari regionali, sull’assessore ai Trasporti, Giovanni Pistorio, e sullo stesso Morace, ci sarebbero stati, secondo le accuse, interessi personali del presidente. Nonostante il coinvolgimento in questioni giudiziarie, la campagna elettorale per Fazio non si ferma, con i candidati delle liste che sostengono “Fazio sindaco” che in una nota confermano la loro “fiducia” e “rinsaldano la loro partecipazione alla campagna elettorale per il consiglio comunale e per la corsa alla sindacatura. La convinzione è che Fazio chiarirà la sua posizione e l’impegno dei candidati non viene meno”, viene ribadito nella nota.
Sotto la lente di ingrandimento c’è anche la posizione dei deputati regionali in merito ai vitalizi. Il Movimento cinquestelle il prossimo 6 giugno ha programmato una passeggiata in corso Vittorio Emanuele con manifestazione finale a Palazzo dei Normanni. “Andare in pensione dopo meno di 5 anni è un privilegio inaccettabile, va abolito – scrivono i Cinquestelle in una nota – Noi abbiamo rinunciato. I parlamentari siano trattati come i ‘comuni mortali’”.
Il 6 giugno è la data scelta proprio perché quel giorno scatta la speedy-pensione per i deputati regionali, giornata che è stata definita dal Movimento cinquestelle “della vergogna”. Una pensione di poco più di mille euro lorde al mese che incasseranno a partire dal 65° anno di età. “Si tratta di un privilegio inaccettabile per i “comuni mortali”, per i quali questo diritto scatta dopo oltre 42 anni di lavoro”. Il M5S ha anche presentato una proposta di modifica del regolamento delle pensioni dei parlamentari all’ufficio di presidenza di palazzo dei Normanni. Alla passeggiata, che partirà alle 11 dai Quattro Canti, parteciperanno i 14 parlamentari M5S all’Ars, sindaci siciliani pentastellati, candidati M5S alle prossime amministrative e cittadini.

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