Franchising, antidodo alla crisi per il commercio siciliano - QdS

Franchising, antidodo alla crisi per il commercio siciliano

Chiara Borzi

Franchising, antidodo alla crisi per il commercio siciliano

venerdì 02 Giugno 2017

Rapporto Assofranchising 2016: aumentati il giro d’affari del 2,7% e l’occupazione del 3,9%. La regione è la nona in Italia per numero di reti e la terza per punti vendita attivi

CATANIA – I numeri del franchising in Italia sono positivi nonostante il momento di crisi economica congiunturale.
A livello nazionale il giro d’affari del comparto è cresciuto (+2,7 per cento), così come l’occupazione prodotta (+3,9 per cento) ed è cresciuta anche la dimensione della stessa rete italiana (+0,7 per cento). Sono chiaramente tutti aumenti contenuti, ma importanti considerato il contesto socio-economico attuale.
Il Rapporto Assofrachising 2016 ha stimato che nel franchising è aumentata anche la media degli occupati nei punti vendita, passata da 3,74 (2015) a 3,85 (2016) unità di personale ed è contestualmente, come detto, aumentato il fatturato: i miliardi prodotti nel 2016 sono stati quasi 24.
È bene ricordare che si definisce franchising un’azienda che comprende almeno 3 punti vendita attivi. Ed è proprio sulla forza dei punti vendita, oltre che della rete, che si fonda la fortuna di una settore considerato dagli esperti anche una “scuola di imprenditoria”, un’importante opportunità di crescita occupazionale per le fasce che, oggi, fanno più i conti con la disoccupazione.
Il 63,8 per cento dei franchisee (affiliati) italiani ha infatti tra i 36 ai 45 anni, mentre quasi il 26 per cento ha tra i 25 e i 35 anni; inoltre quasi il 40 per cento degli affiliati è donna mentre la restante percentuale è rappresentata da uomini.
In questo contesto la Sicilia si colloca non numeri altalenanti, ma che il rapporto Assofranchising giudica in positivo.
La regione è la nona per numero di reti presenti sul territorio (35) e la terza regione italiana per numero di punti vendita attivi (4.362). Come anticipato, Assofranchising la considerata un “riferimento importante” e luogo di forte radicamento del comparto. Ci sono insomma i requisiti perché il franchising faccia da supporto all’economia regionale in crisi e generi un’opportunità per i siciliani disoccupati. In Sicilia sono presenti quasi 4.400 punti vendita, dato inferiore a quello di Lazio (5.889) e Lombardia (8.237), ma superiore a quello di Piemonte (4.349), Puglia (3.532) e Veneto (3.468). Rovescio della medaglia è rappresentato dal numero delle reti presenti, le già accennate 35, che invece fanno scivolare la Sicilia dietro la Puglia (40), la Toscana (57) e il Piemonte (66) al nono posto in Italia. Leader del franchising è in assoluto la Lombardia, prima sia per numero di reti (244) che punti vendita (8.237).
A Nord il frachinsing è quasi una prerogativa, per il Sud ed in particolare la Sicilia, invece, è la speranza per risollevare giro di affari ed occupazione in un momento di crisi ormai diventata sistemica.
C’è un ultimo motivo per cui in Sicilia andrebbe la pena scommettere sulle affiliazioni. Ancora secondo quanto rilevato dal rapporto Assofranchising 2016, il settore che più genera profitto è quello delle GDO food e gli alimentari (7.702 mln), seguito dalla ristorazione (1.791 mln), due ambiti dove c’è una evidente tradizione regionale favorevole, da esaltare o viceversa valorizzare stringendo un contratto anche di medio termine con un franchising in grado di valorizzare il proprio brand sul territorio.
Se sarà probabilmente rara la possibilità di veder uno Starbucks in Sicilia, sicuramente potrebbe essere più facile trovare un franchising del settore gelateria e chioschi, altri due ambiti quasi “tipicamente siciliani” che in tutta Italia hanno prodotto già un introito da oltre 250 mila di euro.

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