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Messina – Tra mobilità e cassa integrazione così si perde il lavoro in provincia

Francesco Torre

Messina – Tra mobilità e cassa integrazione così si perde il lavoro in provincia

giovedì 17 Dicembre 2009

Sono stati coinvolti 425 lavoratori in un anno. In aumento anche le domande di disoccupazione. I dati Cisl: sono 34 le aziende beneficiarie dei provvedimenti in provincia

Messina – 425 in un anno. Tanti, secondo i dati promulgati dal Consiglio generale della Cisl Messina, i lavoratori interessati dai provvedimenti di mobilità e cassa integrazione straordinaria previsti dal Governo per contrastare la crisi e come intervento di sostegno al reddito. Una possibilità per le imprese in difficoltà che, secondo quanto richiesto dal Ministro del Welfare Sacconi, verrà prorogata anche per il 2010.
Il lavoro si perde e continuerà a perdersi. Questo è quanto si evince dai dati dell’ufficio provinciale del lavoro, e ciò vale sia su base regionale che, appunto, provinciale.
Dei 49 milioni di euro previsti in Sicilia per finanziare tali strumenti, infatti, fino al 30 ottobre 2009 ne sono stati spesi 32 mln. 3.000 i lavoratori interessati. Per quanto riguarda la provincia di Messina, invece, le procedure di mobilità hanno interessato 321 lavoratori. “Significa che sono stati persi 321 posti di lavoro nelle aziende che hanno chiesto il suddetto provvedimento”, si legge nel comunicato stampa della Cisl, “un duro colpo all’occupazione e all’economia del territorio”. La cassa integrazione straordinaria, invece, ha interessato 104 lavoratori, e 32 sono i dipendenti che hanno subito una sospensione temporanea dal servizio.
Le aziende beneficiarie dei provvedimenti, nel territorio provinciale, sono state 34. Tra queste la Caleca Italia, azienda di ceramiche di Patti, che ha messo in mobilità ben 32 dipendenti,  Dolcedonna, società sempre del pattese attiva nel settore abbigliamento (30 lavoratori in mobilità), il maglificio Il Picchio di Sinagra (29 dipendenti).
Ma il documento di sintesi presentato alla stampa dalla Cisl sullo stato del lavoro nella provincia di Messina evidenzia anche un ulteriore fattore di preoccupazione, legato all’andamento della disoccupazione ordinaria e speciale dal 2006 al 2009. Secondo i dati dell’Inps, elaborati sulla base delle domande presentate dai lavoratori, l’aumento delle percentuali di richiesta dei sussidi è aumentato nel 2008, rispetto all’anno precedente, del 32% (da 12.293 istanze a 16.223), mentre nel 2009 l’aumento – che comunque c’è stato – si è fermato al 6%, toccando 17.048 lavoratori.
Allo stesso modo, sono aumentate anche le domande di disoccupazione con i requisiti ridotti, anche se con un’incidenza minore. “Un elemento preoccupante – sempre secondo i vertici della Cisl Messina – che non ci fa ben sperare per il 2010, perché significa che la provincia di Messina perde occupazione stabile (a tempo indeterminato), ed evidenzia che la nostra economia è talmente debole che anche quando la crisi sarà passata avremo grande difficoltà a recuperare l’occupazione persa in questi anni”.
 

 
In Italia l’attenzione delle autorità di politica economica è stata incentrata sul tentativo di contrastare gli effetti della crisi, concentrandosi sugli interventi di sostegno al reddito e alle competenze. Il programma di interventi di sostegno al reddito e alle competenze nasce con l’accordo Stato e Regioni del 12 febbraio ‘09 e viene definitivamente approvato dalla commissione Europea in Giugno, e finalizzato alla tutela dell’occupazione attraverso interventi di  sostegno al reddito e di politiche attive del lavoro per tutti quei lavoratori esclusi dai tradizionali ammortizzatori sociali, ai quali sono rivolti gli ammortizzatori in deroga. L’accordo Governo-Regioni ha stanziato 8 miliardi per gli anni 2009-2010, 5,35 miliardi provenienti dai fondi Nazionali,e 2,65 resi disponibili dalle regioni. Il 70% del sostegno al reddito è stato finanziato con fondi nazionali, il restante 30% con percorsi di politica attiva del lavoro, a carico FSE-POR. La distribuzione delle risorse è stata stabilita, in ogni regione, in sede concertativa, con le parti sociali.

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