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Catania – Istituto Bellini, milioni a pioggia ma il Conservatorio cade a pezzi

Melania Tanteri

Catania – Istituto Bellini, milioni a pioggia ma il Conservatorio cade a pezzi

venerdì 09 Giugno 2017

Unicobas: “Struttura pietosa, va nominato un commissario ad acta”

CATANIA – Rivedere il procedimento a carico dei 15 dipendenti dell’Istituto musicale “Vincenzo Bellini” e fare un passo indietro considerato che le presunte illegalità nei conti dell’Ente partecipato erano già state denunciate dai lavoratori che occuparono il tetto del Conservatorio. Questo è quanto chiede l’Unicobas, e in particolare il rappresentante provinciale, Franco Tomasello, in relazione alla vicenda giudiziaria che fa da sfondo all’altra, ben più grande, scaturita dalle indagini della Guardia di finanza e che ha portato all’arresto di 23 persone.
“Dopo anni di Prefettura, Ispettorato del lavoro, i lavoratori hanno vinto: il 12 giugno, i nostri assistiti che contestarono con atti scritti alle Fiamme gialle la gestione anomala del Liceo – ha spiegato il sindacalista nel corso di un incontro organizzato nella sede del Movimento 5 stelle – saranno processati. Noi riteniamo che, alla luce dei fatti avvenuti, questo processo non abbia senso. Abbiamo già presentato apposita istanza. Il Bellini ha ricevuto 100 milioni di euro in nove anni – ha proseguito Tomasello – la situazione strutturale è pietosa, quella di gestione pure, qualche allievo ha dimostrato disagio anche sull’organizzazione degli esami. Chiediamo dunque che tutti facciano un passo indietro”.
Tomasello chiede il commissariamento – richiesta condivisa dagli attivisti 5 Stelle – dell’Istituto Bellini, ed un nome che sia in totale discontinuità. “Il ministro Fedeli nomini un commissario ad acta, e poi vedremo come la buona politica sostituirà la malapolitica”.
Al di là della questione sollevata da Tomasello, comunque, la vicenda continua ad avere strascichi in città. Da una parte sono in tantissimi a chiedere a gran voce le dimissioni della consigliera comunale Erika Marco, investita di riflesso dalla vicenda giudiziaria che vede coinvolta gran parte della famiglia (il padre, la madre e una sorella); dall’altro la società civile chiede che gli stessi controlli che hanno scoperchiato il “sistema Bellini” riguardino anche le altre società partecipate. Il timore è che quanto accaduto – gli inquirenti parlano di distrazione di fondi pubblici per spese personali – possa ripetersi altrove.
“Siamo sconvolti e amareggiati – affermano gli attivisti di Cittainsieme – dalla disinvoltura con la quale 23 soggetti, tra impiegati dell’Istituto Bellini ed imprenditori, hanno impunemente rubato per dieci anni soldi destinati alla cultura, alla musica, alla crescita dei giovani nella nostra città. Circa 14 milioni di euro spesi in gioielli, viaggi e crociere da parte di persone che hanno sfruttato per anni, indisturbati, una fitta rete di relazioni e di silenzi con il solo scopo di poter rubare meglio e di più”.
“Così – continuano – la nostra città balza, in tutta Italia, agli onori della cronaca e non certamente per le sue bellezze e il suo decoro ma per la disonestà di chi amministra il pubblico denaro. Il plauso di Cittàinsieme e dei cittadini che hanno a cuore le sorti di questa città va alla magistratura ed alla Guardia di finanza per l’eccellente lavoro sin qui svolto. Vi preghiamo accoratamente. Continuate! Perché se avete scoperto una cloaca, tante altre ce ne sono da ripulire”.

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