Fondi per i cantieri di lavoro 7 mln di euro per due province - QdS

Fondi per i cantieri di lavoro 7 mln di euro per due province

Michele Giuliano

Fondi per i cantieri di lavoro 7 mln di euro per due province

sabato 10 Giugno 2017

Arrivano dalla Regione i soldi per attività di pubblica utilità nei territori di Caltanissetta ed Enna. Impegnati oltre mille lavoratori in 34 Comuni: record di lavoratori a Leonforte

PALERMO – Quasi otto milioni di euro per le province di Caltanissetta e Enna, per i cantieri lavoro. Si riparte, con oltre mille lavoratori, con attività che spaziano dalla custodia degli uffici comunali, ai servizi sociali, dalla manutenzione delle strade ai servizi cimiteriali, fino alla gestione di servizi socio-assistenziali.
Con una circolare e una direttiva indirizzata a tutti i Comuni siciliani a inizio anno sono stati stabilite le modalità che riguardano il riavvio di questi cantieri riservati ai soggetti fruitori del Reddito Minimo di Inserimento.
I tre Comuni nei quali saranno impiegati il maggior numero di persone sono Enna, Leonforte e Agira, con, rispettivamente, 109, 169 e 107 assunti, mentre 61 troveranno occupazione a Caltanissetta. I cantieri di servizio sono stati istituiti negli anni novanta nelle provincie di Enna e Caltanissetta. I lavoratori, ex Rmi, sono utili per i vari Comuni delle due province dato che svolgono lavori ordinari a parità a volte degli stessi impiegati comunali, ma non vengono riconosciuti alcuni diritti come malattia, il diritto di trattamento pensionistico e ferie.
L’ultima novità normativa riguarda l’articolo 5 comma 1, della legge regionale dello scorso 27 dicembre che dispone che, per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro, le misure sono estese anche ai lavoratori utilizzati nei Cantieri di Servizi già percettori del reddito minimo di inserimento. Le attività sono organizzate in modo che il lavoratore possa godere di un adeguato periodo di riposo, entro i termini di durata dell’impegno. Durante i periodi di riposo è corrisposto l’assegno. Le assenze per malattia, purché documentate, non comportano la sospensione dell’assegno. I soggetti utilizzatori stabiliscono tra le condizioni di utilizzo il periodo massimo di assenze per malattia compatibile con il buon andamento del progetto. Le assenze dovute a motivi personali, anche se giustificate, comportano la sospensione dell’assegno.
È facoltà del soggetto utilizzatore concordare l’eventuale recupero delle ore non prestate e in tal caso non viene operata tale sospensione. Nel caso di assenze protratte e ripetute nel tempo che compromettano i risultati del progetto, è facoltà del Comune richiedere la sostituzione del lavoratore. Nel caso di assenze per infortunio o malattia professionale al lavoratore viene corrisposto I’assegno per le giornate non coperte dall’indennità erogata dall’Inail e viene riconosciuto il diritto a partecipare alle attività progettuali al termine del periodo di inabilità.
I lavoratori hanno diritto, senza riduzione dell’assegno, al congedo di maternità e di paternità e a quelli impegnati a tempo pieno sono riconosciuti, senza riduzione dell’assegno, i permessi di cui all’articolo 10 della legge 30 dicembre 1971, numero 1204. L’assegno è erogato anche per le assenze di cui all’articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104. Gli ex fruitori del reddito minimo sono lavoratori che vengono impiegati per un totale di ore settimanali che va dalle 32 alle 40, il loro reddito mensile dipende anche dal numero di familiari a carico, con una media mensile di 560 euro. Per questi lavoratori da tempo la Regione ha messo a disposizione anche l’opportunità di potere fuoriuscire dal bacino. Basta presentare istanza entro un termine fissato ogni anno dallo stesso governo regionale e si può usufruire un contributo di una tantum.

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