Sicilia: povera, isolata e svantaggiosa - QdS

Sicilia: povera, isolata e svantaggiosa

Adriano Agatino Zuccaro

Sicilia: povera, isolata e svantaggiosa

giovedì 15 Giugno 2017

Canarie (Spagna), Azzorre e Madeira (Portogallo), alcune isole greche: regime fiscale dal 4 al 7% per chi fa impresa. Nessuna iniziativa per chiedere all’Ue la fiscalità di vantaggio delle 14 isole siciliane

Le isole Canarie, arcipelago spagnolo situato nell’Oceano Atlantico, godono di un regime economico e fiscale (Ref) differenziato che favorisce lo sviluppo economico e sociale e compensa gli effetti dell’insularità. In Grecia esistono una serie di misure di vantaggio per le Isole dell’Egeo e in Portogallo per le Azzorre e Madeira. L’Unione Europea ha ammesso la possibilità di interventi di fiscalità di vantaggio anche per alcune Regioni del Sud Italia, Sicilia compresa. Tali interventi, però, riguardano solo le aliquote delle imposte di competenza regionale e non hanno generato dunque l’impatto prodotto nelle citate aree dell’Unione. L’Isola necessita di un provvedimento normativo nazionale ma, come dichiara il deputato al Parlamento europeo, Giovanni La Via, “la battaglia è tutta da avviare”. Michele Cimino, deputato regionale, invoca una “strategia complessiva” e propone la “difesa dell’insularità”.
Nel diritto tributario, la fiscalità di vantaggio viene definita come “l’insieme delle disposizioni tributarie studiate per fornire incentivi a particolari aree geografiche di uno Stato, o a settori sociali e imprenditoriali, per favorirne lo sviluppo”. Le regole comunitarie generalmente ritengono compatibili col mercato comune tali misure per le regioni in cui si registrano particolari forme di sott’occupazione o tenori di vita particolarmente contenuti.
Il Governo portoghese, con la legge 64/2015, disciplina in dettaglio il regime applicabile ai soggetti autorizzati ad operare nella zona franca di Madeira. Secondo i termini del nuovo regime, approvato in sede comunitaria, le imprese autorizzate ad operare nel quadro dell’International Business Centre of Madeira (Ibcm) potranno godere fino alla fine dell’anno 2027 di un’aliquota d’imposta al 5%, uno dei tassi più bassi nell’Unione Europea.
Alle Canarie l’imposta indiretta IGIC è similare all’IVA, abitualmente ha un’aliquota del 7% per beni e servizi “ordinari”,  arriva ad un massimo del 13,5 % per beni e servizi “non primari” e si riduce a zero per l’acquisto di nuove tecnologie. Prorogato sino al 2019, inoltre, lo speciale modello d’imposizione fiscale a regime ridotto (4%) di cui beneficiano le società neo costituite nelle Isole Canarie.
Il lettore si starà certamente chiedendo: “Perché in Sicilia o almeno in alcune sue aree periferiche non si applicano condizioni parimenti vantaggiose? A chi spetta l’iniziativa?”. Il deputato al Parlamento europeo, Giovanni La Via, intervistato dalla nostra redazione, puntualizza: “La competenza fiscale non è europea ma nazionale ed è dunque necessario un provvedimento normativo nazionale. Si parte da una proposta del ministero dell’Economia e delle finanze che può essere notificata alla Commissione europea per un parere preventivo di compatibilità rispetto al quadro della normativa europea in termini di aiuti di Stato e poi potrebbe essere emanata come norma nazionale. Questo è l’iter. Il Parlamento europeo non ha potere d’iniziativa, quindi non si può avanzare una proposta normativa parlamentare. L’unico soggetto che ha capacità di proposta legislativa è la Commissione europea, cioè il Governo dell’Europa, che però fa provvedimenti che riguardano l’intero territorio e non un singolo Paese”.
I Governi nazionali che si sono avvicendati negli anni non hanno intrapreso l’iter descritto da Giovanni La Via, probabilmente, nella visione condivisa da molti ed esposta dal deputato perché: “La Sicilia ha un territorio molto grande e quindi una misura di fiscalità di vantaggio richiederebbe una copertura finanziaria importante e dovrebbe prevedere delle misure compensative; altrimenti il quadro dei conti non starebbe in piedi”.

Secondo il deputato regionale Michele Cimino
: “Il Portogallo e la Spagna hanno saputo fare, nel percorso di adesione alla comunità europea, una giusta scelta strategica di differenziare la fiscalità nelle zone che sono in difficoltà economiche; cosa che non ha fatto l’Italia nell’idea che alcune regioni del Belpaese di fatto avessero già un’autonomia speciale. Si è trattato di un errore. L’unica peculiarità che oggi trova senso è quella di difendere l’insularità cosa che fa Malta portando avanti delle scelte strategiche’.
 

 
Giovanni La Via, deputato Partito popolare al Parlamento europeo: "Lampedusa come apristrada per la fiscalità di vantaggio"
 
Giovanni La Via, deputato al Parlamento europeo nel Gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani), mette al centro del dibattito Lampedusa, isola siciliana a 113 km dalle coste tunisine e a 205 km dalla Sicilia.
Perché le Canarie hanno richiesto e ottenuto misure di fiscalità di vantaggio?
“Ci vogliono tre ore di volo per arrivare dalle Canarie a Madrid. Parliamo di isolette in mezzo all’oceano Atlantico ultraperiferiche e di dimensioni ridotte”.
Anche per alcune Isole minori italiane esistono condizioni di svantaggio…
“Sì, non c’è ombra di dubbio. Pensiamo a Lampedusa: una misura compensativa come la delocalizzazione per le imprese che vengono a realizzare attività con una fiscalità di vantaggio mi sembrerebbe una giusta strada. Il costo fiscale della misura per Lampedusa sarebbe molto contenuto.
Il vero tema è: l’Italia vuole aiutare le aree in ritardo di sviluppo a recuperare questo svantaggio con delle politiche mirate? Questo è quello per il quale bisogna combattere perché la politica per Sud non fa da tempo più parte dell’agenda del nostro Paese. Bisogna recuperare in primo luogo la volontà politica a livello nazionale per fare degli interventi mirati a sostegno di una parte del Paese che soffre per tassi di disoccupazione, per riduzione della presenza industriale e per la carenza d’infrastrutture. In secondo luogo bisogna commisurare gli interventi agli obiettivi da raggiungere”.
A livello regionale qualcosa si è mossa…
“L’iniziativa regionale interviene solo sulle imposte a carattere regionale ma si tratta di numeri marginali rispetto al costo fiscale complessivo. Non è tale iniziativa ad essere risolutoria”.
L’Italia dovrebbe avviare incentivi di natura fiscale per la Sicilia?
“Non c’è dubbio che la tematica è di grande interesse perché per recuperare capacità competitiva e creare posti di lavoro c’è bisogno d’investimenti esterni e gli investimenti esterni sono certamente attratti dagli incentivi di natura fiscale”.
 


Le iniziative di Michele Cimino, deputato regionale Grande Sud: "L’autonomia della Sicilia
si è rilevata un boomerang"
 
Michele Cimino, deputato regionale, iscritto al gruppo Grande Sud si è battuto per la legge voto che chiede piena attuazione dell’art. 36 dello statuto siciliano.
La Sicilia è una regione a statuto speciale ma è in una condizione di svantaggio rispetto ad altre isole europee…
“L’autonomia della regione siciliana non ha più senso; aveva una sua rilevanza nel momento in cui si dialogava con lo stato centrale e questo aveva un certo potere discrezionale e politico. Oggi l’Italia è diventata una regione d’Europa e le scelte strategiche vanno condivise con gli altri Stati europei. Nascendo in Europa le macroaree e le aree vaste, bisogna creare a livello europeo una uniformità d’intenti su alcune peculiarità che hanno alcune zone del territorio. La peculiarità di Sicilia e Sardegna è l’insularità che pone tali regioni italiane allo stesso livello di altre zone del perimetro europee che hanno creato vie di sviluppo con le aree franche urbane/fiscalità di vantaggio”.
Quali sono le mosse che si dovrebbero intraprendere per ottenere la fiscalità di vantaggio?
“Sarebbe stato opportuno che nell’ambito del G7 a Taormina venisse affrontato questo argomento. La Regione purtroppo può fare ben poco. è stata approvata una mia legge voto, nella passata legislatura e nell’attuale, con la piena attuazione dell’art. 36 dello Statuto siciliano che apriva a questo ragionamento perché si dava piena autonomia finanziaria alla regione tale poi da spianare la strada alla fiscalità di vantaggio. Questa legge voto però, votata due volte all’unanimità dal parlamento regionale, non è mai stata approfondita perché in due legislature è mancato il coraggio di farlo. La partita adesso dovrebbe giocarla il ministro dell’economia e il premier”.
Si aspetta che questa iniziativa riuscirà ad arrivare in porto?
“Io continuo a fare la mia battaglia e spero di trovare la giusta condivisione per avere più spazio e sostenerla”.

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