Ricerca, risorse per 600 milioni di euro - QdS

Ricerca, risorse per 600 milioni di euro

Rosario Battiato

Ricerca, risorse per 600 milioni di euro

venerdì 16 Giugno 2017

Il Sole 24 Ore anticipa l’uscita dell’atteso bando da 350 mln del Miur sui 12 cluster tecnologici. Altri 250 mln da risorse non utilizzate. Sicilia e Mezzogiorno restano in ritardo nelle spesa per innovazione nel pubblico e nel privato

PALERMO – C’è grande attesa per il bando del Miur sui 12 cluster tecnologici che permetterà di finanziare progetti per 350 milioni di euro che coinvolgono, a vario titolo, imprese, università e centri di ricerca nello sviluppo delle nuove tecnologie. Il Miur, inoltre, sarebbe pronto a spingere ancora la ricerca con altri 250 milioni di euro che serviranno per assumere nuovi ricercatori e per finanziare i progetti di ricerca interesse nazionale (prin) destinati agli atenei. Due anticipazioni che sono arrivate nei giorni scorsi dal Sole 24 Ore.
I cluster tecnologici nazionali rientrano nell’ambito del Programma nazionale per la ricerca che “crea quindi le premesse per un migliore ecosistema dell’innovazione – si legge nel documento del Miur – e mette a disposizione del sistema nazionale di ricerca un’infrastruttura intermedia di soft-governance”.
In questo senso sono stati individuati i cluster tecnologici nazionali che rappresentano lo “strumento principale per raggiungere gli obiettivi di coordinamento pubblico-pubblico (Stato-Regioni-Amministrazioni locali) e pubblico-privato, cui viene affidato il compito di ricomposizione di strategie di ricerca e roadmap tecnologiche condivise su scala nazionale”.
Queste strutture sono state costituite per generare piattaforme di dialogo permanente tra sistema pubblico della ricerca e imprese. I numeri relativi ai primi otto cluster sono stati forniti dal ministero: 456 soggetti tra cui 112 appartenenti al sistema della ricerca pubblica e 344 a quello della ricerca industriale, ripartiti questi ultimi in 140 grandi imprese e 204 piccole e medie imprese. Agli otto cluster tecnologici avviati in prima battuta (aerospazio, agrifood, chimica verde, fabbrica intelligente, mobilità e trasporti, salute, smart communities, tecnologie per gli ambienti di vita) se ne sono aggiunti altri quattro per completare il presidio delle dodici aree di specializzazione: blue growth, design creatività made in Italy, energia, cultural heritage.
Il bando per la ricerca industriale si innesterà appunto su questi 12 settori ed è aperto a partenariati pubblico-privati con dieci partecipanti al massimo e progetti da presentare nei 12 settori. I progetti accolti potranno ricevere un contributo compreso tra 1 e 5 milioni di euro, cioè circa la metà del finanziamento totale del progetto di ricerca. La distribuzione dei 350 milioni di euro non avverrà  in maniera uguale tra le 12 aree: circa il 50% sarà riservato a tutte le aree, mentre il resto è riservato alle 4 principali (industria 4.0, salute, cibo e aerospazio). Si lavora anche su altri fronti grazie al recupero dei fondi non spesi dall’Istituto italiano di tecnologia, si tratta di circa 250 milioni che serviranno per l’assunzione dei ricercatori e per il potenziamento dei Prin.
Tra i sei programmi di intervento previsti all’interno del Programma nazionale del Miur c’è anche l’obiettivo di puntare sul Mezzogiorno e in tal senso “vengono poste in essere azioni prioritarie per il sostegno alla ricerca e innovazione in quest’area del Paese, ponendo in sinergia Programma Operativo Nazionale, Programmi Operativi Regionali e risorse ordinarie”. Ce ne sarebbe un gran bisogno. In Sicilia ci sono numeri minimi per propensione all’innovazione da parte delle imprese attive – l’Isola è all’ultimo posto con la Campania, dati Istat – mentre anche l’investimento in ricerca sul pil, sia da parte di pubblico che del privato, è sempre tra i più bassi a livello regionale.

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