L'autostima va costruita con mentalità positiva - QdS

L’autostima va costruita con mentalità positiva

Carlo Alberto Tregua

L’autostima va costruita con mentalità positiva

mercoledì 21 Giugno 2017
Vi sono persone fragili, incerte, che hanno bisogno di appoggiarsi agli altri per andare avanti. Non è una questione di età, si trovano anche fra quelle con età avanzata. Cosicché sono in balia degli altri, i quali subdolamente li spingono a fare cose contro il loro interesse.
La diagnosi è nuda e cruda, ma incontrovertibile. Se stiamo attenti, quando siamo a confronto con altre persone (amici, conoscenti, estranei) percepiamo di che pasta sono fatti, anche se cercano di nascondere la loro vera personalità.
Essere in mani altrui è contrario all’etica umana perché spesso si ricevono calci, ammantati di buone parole e di apparenti buone intenzioni.
Ecco perché ognuno deve capire  la necessità di auto-educarsi, di rinforzare le proprie difese mediante il continuo miglioramento del proprio cervello affinché, opportunamente allenato, funzioni bene. L’importante è capire fatti e circostanze, interpretarli adeguatamente e comportarsi di conseguenza.

Per costruirsi una personalità che affronti adeguatamente le avversità che ci capitano tutti i giorni, è necessario lavorare su se stessi aumentando l’autostima. Essa va costruita giorno dopo giorno, confrontandosi con i fatti che accadono da mattina a sera e, per chi è nottambulo, anche quando il sole è tramontato.
L’autostima si costruisce addestrando la propria mentalità ad essere positiva, a valutare costantemente il bicchiere mezzo pieno, a minimizzare le avversità e le relative conseguenze, a trovare soluzioni idonee per superare le difficoltà.
Questo modo di vivere non è facile perché comporta un lavoro costante sulla propria personalità, la quale  va addestrata e alimentata con una lettura continua e con la comprensione di tutto ciò che accade intorno a noi.
E quando non comprendiamo, non ci dobbiamo fermare, ma con costanza e tenacia attingere a tutte le fonti e chiedere a chi è qualificato la spiegazione dei fatti che non abbiamo compreso.
Insomma, bisogna faticare, faticare e faticare per vivere al meglio, fuori dagli ozi e dal trascorrere del tempo che non ci procura progressi cognitivi.
 

Chi è dotato di una forte autostima è in condizione di resistere alle denigrazioni altrui, che arrivano per effetto di uno dei sette peccati capitali: l’invidia.
È del tutto naturale la competizione fra persone umane, ma essa deve essere incanalata sul binario delle regole etiche, le quali indicano senza dubbi che cosa è bene e che cosa è male.
Il Padre eterno ci ha dotato del libero arbitrio necessario fra l’uno e l’altro. Dobbiamo saperlo usare con l’opportuno discernimento decidendo a priori quale binario si voglia percorrere, per dare un senso alla propria vita.
Sentiamo molta gente che agogna di andare in ferie o non fare nulla: ne ha il diritto. Ma non fare nulla non significa spegnere il cervello. Anzi, durante i periodi di riposo, brevi o lunghi, si possono cogliere quei momenti di tranquillità nei quali riflettere su come si debba condurre la propria vita, sapendo che un certo giorno cesserà e, per chi crede, dovrà dare conto del proprio operato al Creatore.

Vi sono tanti pensatori, che hanno scritto dell’ozio creativo, fra essi: Bertrand Russell (1872-1970), Elogio dell’ozio; Robert Louis Stevenson (1850-1894), Elogio dell’ozio; Lamberto Maffei (1936), Elogio della lentezza.
Gli autori hanno trattato questo comportamento in modo antitetico al significato della gente comune, nobilitandolo come momento di riflessione sui grandi temi della vita.
Anche per la riflessione è necessaria una forte autostima – ripetiamo, costruita ogni giorno con mentalità positiva – per bene interpretare i fatti misteriosi che osserviamo e di cui ci diamo spiegazioni limitate dato che la nostra conoscenza è limitata.
Se quotidiani e periodici, radio e televisioni impiegassero un po’ del loro tempo a spiegare che cosa è la vita e come si dovrebbe condurre, farebbero un grande bene a lettori e ascoltatori, anche se il rischio di una bassa audiance sarebbe quasi inevitabile.
Vogliamo ricordare il maestro Alberto Manzi (1924-1997) che dal 1960 al 1968, nella Tv appena nata, fece una rubrica seguitissima intitolata “Non è mai troppo tardi”. Poca audience, ma tanta qualità.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017