Si nasce col pessimismo che aumenta con l'età - QdS

Si nasce col pessimismo che aumenta con l’età

Carlo Alberto Tregua

Si nasce col pessimismo che aumenta con l’età

martedì 27 Giugno 2017
Ci sono persone che esprimono buon umore e positività ed altre che, ingrugnite, vedono sempre tutto nero ed il bicchiere mezzo vuoto. Le prime sono fatte così e le seconde sono fatte cosà.
Questo non è vero se analizziamo chi nasce ed in quel momento emette il primo vagito. I bambini che crescono sono naturalmente egoisti e pessimisti. Egoisti perché, data la loro tenera età, non comprendono i meccanismi della vita e non comprendono che anche gli altri esseri viventi hanno gli stessi diritti, per cui si rende necessario contemperare gli uni agli altri.
Sono anche pessimisti perché non hanno imparato un assunto: per ogni problema c’è una soluzione, si tratta di trovarla. Secondo il saggio, la morte del corpo non è un problema perché non ha soluzioni.
Ma quando si impara che per ogni problema c’è la soluzione? Crescendo, studiando, squarciando il velo dell’ignoranza, comprendendo cosa sia successo nei secoli e come l’umanità abbia reagito di fronte a catastrofi, epidemie e guai di ogni genere.

Le persone dotate di cervello, quando lo usano, hanno un’arma formidabile per mitigare gli effetti degli eventi negativi che si possono  condensare nella semplice frase: “Prevedere, prevenire e provvedere”. In fondo, questo comportamento era adottato dalla formica nella famosa favola di Fedro, mentre la cicala non si curava dell’inverno, cioè del suo futuro, rimanendo alla fame.
Sta nella capacità di pensare con positività e ottimismo equilibrato la sostanza del vivere meglio. Cosa costa di fronte a un problema, ad un’avversità, ad una malattia, pensare che la soluzione c’è e arriverà cercando continuamente senza stancarsi mai?
Siamo abituati a sentire catastrofismo in ogni sede e da molte persone. Sono soprattutto i cattivi giornalisti, che hanno la delicatissima funzione di informare il popolo e che dovrebbero farlo con obiettività e completezza, dopo avere verificato rigorosamente almeno due fonti per ogni informazione. A nulla vale la giustificazione che bisogna essere rapidi, perché fa più male un’informazione sbagliata, anche se veloce, che una corretta, anche se in ritardo.
 

Insieme alla positività, ci deve essere il buon umore perché ad essere di cattivo umore è solo una penalizzazione, senza alcun costrutto.
Buon umore e positività si costruiscono tutti i giorni e tutte le ore: non sono gratuiti, anche perché il pessimismo con l’avanzare dell’età è sempre in crescita, per cui lo sforzo a produrre ottimismo e gioia diventa ogni giorno più intenso.
Tanta gente, che vede sempre scuro anche quando il sole splende, non si rende conto di essere una zavorra a carico di tutti quelli che si sforzano di essere positivi e sorridenti. Con quel comportamento si manifesta egoismo, quello stesso egoismo che tiene prigionieri i bambini appena nati ed anche successivamente quando sono cresciuti.
Da una parte, vi sono le persone positive (poche) e dall’altra quelle negative (maggioranza). Si tratta della solita contrapposizione, come quella tra il bene e il male.
Tutti vorrebbero percorrere il binario del bene, ma pochi riescono a starci sopra senza che il treno deragli, non perché non ne abbiano la possibilità, ma perché sono pigri e indolenti e preferiscono lasciarsi andare piuttosto che combattere le avversità, cercando di superarle.

Si nasce col pessimismo, che aumenta con l’età. Ovviamente un pessimismo insito nella natura umana, mentre l’ottimismo è frutto di volontà e sapienza, di elaborazione e di conoscenza. Solo chi conosce è in condizione di guardare molto avanti al di là delle barriere che la vita ci presenta ogni giorno. Guardare lontano è frutto di capacità, non di spontaneità.
Poi vi sono quelli che guardano con la mente e non con gli occhi, per cui possono spostare l’obiettivo al di là dell’orizzonte. E infatti sono i saperi a farci vedere ciò che non vediamo, sono i saperi la base della ricerca nella quale si intuiscono fatti e principi che poi con pazienza e perseveranza si cercano di raggiungere.
Anche in questo caso se non ci fosse buonumore, positività e gioia di vivere l’Umanità non crescerebbe come invece è cresciuta in questi secoli.
Per fortuna, la voglia di fare, e fare bene (che è di pochi), influenza quelli che fanno male. E così, operando positivamente, tutti marciano verso quello che banalmente si chiama un futuro migliore.

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