Acqua gratis, siccità assicurata - QdS

Acqua gratis, siccità assicurata

Carlo Alberto Tregua

Acqua gratis, siccità assicurata

mercoledì 28 Giugno 2017

Referendum, giù gli investimenti

Il referendum del giugno 2011, proposto da persone incapaci di valutare le conseguenze, è stato approvato dal popolo con il 95% dei Sì. L’oggetto suggestivo dello stesso era: acqua gratis per tutti. Ovviamente si trattava di uno specchietto per le allodole e della conferma di una verità inequivocabile: l’acqua non si può vendere.
Ma, ed è qui l’inghippo, la vera questione non riguarda l’acqua in quanto tale, bensì tutta l’attività di servizi che servono per creare e mantenere tutti i bacini di raccolta, per le reti che partono dagli stessi e vanno nei campi o nelle reti dei comuni, per rinnovare e mantenere le reti dei comuni stessi.
Insomma, una attività organizzativa ed economica che va pagata e che deve essere ciclica e continuativa: ciclica perché gli impianti vanno rinnovati, seppur a periodi lunghi; continuativa perché occorre fare l’ordinaria manutenzione.
La siccità lamentata in questi giorni in diverse regioni e comuni d’Italia, è una conseguenza disastrosa di quel referendum, non solo perché piove di meno, ma soprattutto perché le reti perdono il 50% del prezioso liquido.   

Se tutta l’acqua potesse arrivare dai bacini alle reti comunali e ai campi per l’irrigazione, probabilmente non vi sarebbero queste lamentele. Invece l’opinione pubblica, che con una sua maggioranza ha approvato il referendum contro i gestori delle reti, non ha capito che la causa di quanto denunziato non è solo la siccità ma appunto la perdita di acqua.
Come dire: acqua gratis uguale siccità assicurata. Non sappiamo se quelli che protestano perché l’acqua non arriva ai rubinetti delle case e in quelli delle industrie o delle aziende agricole abbiano approvato il referendum, però ci dispiace che i media (carta stampata e radiotelevisioni) non colleghino la situazione lamentata con il referendum indicato.
Il popolo non ragiona molto, viene gabellato da imbroglioni come fanno i cattivi televenditori, con la conseguenza che si esprime contro il buon senso e contro l’efficienza necessaria per fare funzionare i servizi pubblici.
Massmediologi e sondagisti, che lavorano a pieno ritmo, cercano di capire l’umore del popolo e in base ad esso consigliano i loro clienti politici in una direzione o nell’altra.
 

I clienti di codesti professionisti non valutano quale sia l’interesse generale e l’interesse nazionale, ma si preoccupano di cogliere il consenso, giorno per giorno, in ognuna delle tornate elettorali che ormai sono cadenzate quasi ogni anno .
Essi si comportano esattamente al contrario di come dovrebbero, perché non sono statisti e quindi non approvano provvedimenti impopolari, che non hanno il consenso di tutti, giorno per giorno, ma hanno ricadute positive a cinque o dieci anni.
Questa classe politica, formata (non tutta) da persone mediocri e da senza mestiere – che hanno trovato un posto di lavoro in Parlamento o nei Consigli regionali o comunali – non può certamente programmare un futuro adeguato a quello che meriterebbe il nostro Paese.
Al Sud, il quadro delineato ha tinte ancora più fosche perché clientelismo, favoritismo e criminalità organizzata condizionano un popolo mediamente più ignorante e bisognoso, con la conseguenza che trova facile attuazione lo scambio tra consenso e bisogno. 

Il problema dei servizi idrici non si risolve  affidando alle partecipate comunali o regionali il compito di investire e gestire le reti, perché il settore pubblico non ha le relative capacità organizzative. Si risolve affidando a imprese questo compito, sorvegliandole però costantemente, in modo che i servizi siano sempre della necessaria qualità, ragguagliata alle tariffe.
Non dobbiamo inventare niente, perché quanto descritto c’è in moltissimi Paesi d’Europa, più avanzati del nostro. Basta copiare quei modelli organizzativi e di sorveglianza per attuare sistemi uguali o analoghi, seppur adattati al nostro Paese.
Non è più sopportabile l’equivalenza acqua gratis, siccità assicurata. Occorre che i politicanti si rendano conto che così vanno verso il baratro; occorre che i cittadini facciano il loro mestiere e controllino che i loro dipendenti eseguano il proprio volere.
Fino a quando non funzionerà questo rapporto, molti cittadini resteranno senz’acqua e senza altri servizi essenziali.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017