Incendi, Regione cade dalle nubi. Roma prova a metterci una pezza - QdS

Incendi, Regione cade dalle nubi. Roma prova a metterci una pezza

Rosario Battiato

Incendi, Regione cade dalle nubi. Roma prova a metterci una pezza

martedì 04 Luglio 2017

Siglato accordo con la Protezione civile. Solita sveglia in ritardo: sono già andati in fumo migliaia di ettari. “In Sicilia gravi condizioni delle strutture deputate a prevenire le fiamme”

ROMA – C’è l’accordo dopo la tempesta. Regione e Protezione civile nazionale depongono l’ascia di guerra, dopo il rimpallo di responsabilità dei giorni scorsi, e durante l’incontro romano di ieri sull’emergenza incendi hanno concordato la strutturazione di un’azione precisa con impegni dalla parte regionale e massima disponibilità delle risorse in capo al Dipartimento nazionale.
La riunione è stata presieduta da Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile, e si è svolta alla presenza, tra gli altri, di Bruno Frattasi, capo del dipartimento dei Vigili del fuoco, Gioacchino Giomi, capo del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, Maurizio Croce, assessore regionale al Territorio e all’Ambiente, Calogero Foti, direttore del dipartimento regionale della Protezione civile, e Fabrizio Viola, dirigente generale del Comando del Corpo forestale della Regione siciliana.
Da Palermo c’è stato l’impegno massimo per mettere in campo ogni urgente azione per porre rimedio alle fragilità del sistema regionale chiamato a gestire la lotta agli incendi boschivi, puntando, tra l’altro, anche a una migliore organizzazione della Sala operativa unificata, delle squadre a terra, dei lavori di prevenzione e a una intensificazione delle comunicazioni con il territorio (Prefetture e Comuni su tutti) per fare in modo che la risposta di contrasto agli incendi sia quanto più immediata possibile.
La Protezione civile si è messa a disposizione per trovare una soluzione alla mancanza di mezzi della flotta regionale, un caso che era stato sollevato nei giorni scorsi proprio dal governatore Crocetta: “Abbiamo sempre avuto una convenzione con il Corpo forestale dello Stato, dopo che l’hanno smantellato, i mezzi dovevano essere trasferiti ai Vigili del fuoco” e per questo “ho chiesto di rinnovare la convenzione con i Vigili del fuoco e aspettiamo una risposta”, aveva dichiarato il governatore.
A mancare non sono i canadair: 16 i mezzi dislocati su 14 basi che coprono tutto il territorio nazionale e che vengono spostati secondo le esigenze. Tre di queste basi si trovano in Sicilia a Catania, Trapani e Comiso (dati della campagna antincendio boschivo 2017). L’assenza, in realtà, è stata delle flotte regionali. Tra queste anche quella siciliana che, negli anni passati, era costituita da elicotteri forniti dal Corpo forestale dello Stato sulla base di una convenzione. Da quest’anno, però, dal momento che il Corpo nazionale è stato assorbito dall’Arma dei Carabinieri, il processo è stato più complicato, causando una serie di criticità nel servizio.
 
Adesso si dovrà provvedere a questo vuoto. Nella flotta nazionale ci sono anche 16 elicotteri del comparto Difesa e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, di cui 8 esclusivamente dedicati all’antincendio boschivo, mentre gli altri 8, primariamente impegnati per eventuali attività di soccorso, vengono messi a disposizione della lotta agli incendi quando non utilizzati per tale principale scopo.
Nei giorni scorsi non erano mancate le accuse precise, anche perché la Regione ha sempre sofferto l’avvio della stagione dei fuochi. Fabrizio Curcio aveva scritto a Rosario Crocetta in seguito all’emergenza di domenica, tra Patti e Sant’Agata di Militello. Per il capo della Protezione civile nazionale c’era da considerare “la grave condizione in cui versano le strutture della Sicilia deputate alla previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi”.
Inoltre aveva sottolineato come “sia inadeguata l’organizzazione della Regione a fronteggiare il fenomeno attraverso una campagna antincendio efficiente”, precisando le molte le fragilità del sistema regionale, a partire dalle difficoltà di gestione della Sala operativa unificata e fino “alla completa assenza di una flotta aerea regionale”. Parte di questi elementi erano stati posti all’attenzione della Regione già da diversi anni e rimasti inevasi.
 


I sindacati Cisl, Cgil e Uil: “Il 90% degli incendi fuori da aree demaniali”
 
PALERMO – Una storia ovvia e già scritta, ma che si ripete con puntualità disarmante ogni anno. Lo conferma la cronaca dei giorni scorsi che è stata scandita dal fuoco: dall’incendio dalle parti di Taormina col fumo che ha invaso la A18 a quello nella zona industriale di Catania, passando per gli altri gravissimi episodi che hanno riguardato la zona di Patti e Sant’Agata di Militello, Lipari e il sito di Kalat Ambiente per il trattamento dei rifiuti tra Grammichele e Caltagirone e i quattro ettari di macchia mediterranea nel Parco dell’Etna.
Disattenzioni e mancata organizzazione che hanno un peso, perché il fuoco si paga anche in termini economici. Studi accademici hanno misurato i costi dei danni da incendi boschivi: considerando i costi di ripristino e quelli diretti legati allo spegnimento, si stima una quota complessiva di circa 6 mila euro complessivi per ettaro. Senza considerare gli effetti sull’economia. Non ci sono ancora i numeri di quest’anno, ma Coldiretti, dopo un primo monitoraggio, fa riferimento a danni per milioni di euro in tutta la Sicilia. Francesco Ferreri, presidente della confederazione isolana, ha sottolineato che “qualcuno in questa Regione deve assumersi la responsabilità della tragedia degli incendi”.
Nell’ottica della necessità di una maggiore prevenzione, c’è stato l’intervento dei segretari regionali Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, che avevano espresso la loro preoccupazione alla fine di maggio sui ritardi nella preparazione della campagna antincendio. Per i responsabili regionali “deve ad esempio fare riflettere il fatto che più del 90% degli incendi di questi giorni si sia sviluppato fuori da aree demaniali forestali: questo sottolinea che dove il territorio viene governato è più sicuro e protetto, per questo va ampliato l’ambito di competenza della forestale e l’ambito di intervento dei lavoratori forestali”.
Ritardi organizzativi che si sono spostati anche sul fronte politico. Marco Forzese, capogruppo dei Centristi per la Sicilia all’Ars, ha chiesto le dimissioni dell’assessore Cracolici, sottolineando gli “enormi disservizi come la mancanza di mezzi antincendio, insufficienti risorse per il carburante ed inoltre il mancato avvio del personale a ranghi completi”.

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