Ricchezza media di una famiglia, in Sicilia 40% in meno del resto d'Italia - QdS

Ricchezza media di una famiglia, in Sicilia 40% in meno del resto d’Italia

Lucia Russo

Ricchezza media di una famiglia, in Sicilia 40% in meno del resto d’Italia

martedì 11 Luglio 2017

Bankitalia: in Sicilia la situazione economica è meglio percepita dalle famiglie, ma sempre negativa. è di circa 90 mila euro e prevalentemente costituita dal valore delle abitazioni

PALERMO – Le famiglie siciliane hanno una migliore percezione della propria situazione economica rispetto al passato, ma rimane ancora negativa, mentre nel Mezzogiorno e nel resto d’Italia è positiva. è scritto nel rapporto “L’Economia in Sicilia” a cura della Banca d’Italia in riferimento al 2016.

Il reddito
Nel 2016, i redditi da lavoro dipendente hanno sì beneficiato dell’aumento delle ore lavorate, ma contemporaneamente c’è stato un lieve calo delle retribuzioni orarie nette. Tra l’altro, la ripresa del reddito disponibile in Sicilia è iniziata soltanto nel 2015, arrivando in termini pro capite a poco più di 12.800 euro, molto meno della media italiana attestata su 17.800 euro. La crescita nel 2015, superiore a quella nazionale, è stata trainata dal contributo dei redditi da lavoro dipendente, che negli anni 2011-14 erano invece scesi in regione più intensamente. A differenza del resto d’Italia, in Sicilia anche i redditi da lavoro autonomo e quello dei trasferimenti netti hanno  contribuito a tale crescita.

I consumi
Nel 2016 è aumentata la spesa delle famiglie per beni durevoli (6,6 per cento, in base ai dati dell’Osservatorio dei consumi di Findomestic), tra cui soprattutto l’acquisto di prodotti dell’elettronica di consumo e dell’information technology. L’incremento ha interessato anche il mercato delle automobili nuove. L’Associazione nazionale filiera industria automobilistica (ANFIA), infatti, ha confermato per il 2016 un aumento delle immatricolazioni di autovetture acquistate dai privati (16,4 per cento).
La crescita dei consumi è stata, però, più debole di quella del reddito disponibile, a causa del persistere di elementi di incertezza nella ripresa economica regionale.
In base agli ultimi dati Istat disponibili, relativi al 2015, le famiglie residenti spendono mediamente circa 1.800 euro al mese (meno della media nazionale e del Mezzogiorno. All’abitazione, inclusi i costi del riscaldamento e delle altre utenze, è destinato circa un terzo della spesa mensile (il 36 per cento la media nazionale), mentre la spesa per generi alimentari ha un peso maggiore rispetto alla media italiana.

Distribuzione del reddito e povertà
La disuguaglianza nella distribuzione del reddito nell’Isola è più forte che nel resto d’Italia, infatti in base ai più recenti dati forniti dall’Istat (2013-14), l’indice di Gini – che varia tra 0 e 100 – è 34,3 contro 31,8 in Italia. Qui, tra l’altro, la popolazione a basso reddito è circa il 23 per cento del totale e detiene il 5,4 per cento del reddito regionale, mentre solo il 2,6 per cento è ricca e detiene l’11,6 per cento del reddito e rispetto al biennio 2010-11, le quote di popolazione ad alto e a basso reddito sono aumentate.
In generale le condizioni di vita delle famiglie siciliane sono ulteriormente peggiorate: nel 2015 la quota di quelle in povertà assoluta è arrivata all’11,3 per cento, mentre sull’intero territorio nazionale è al 6,1 per cento. Inoltre, alla fine del 2014 la ricchezza netta pro capite dei nuclei familiari ammontava a oltre 90.000 euro, a fronte del 40 per cento in più della media Italia. La ricchezza reale, tra l’altro, è prevalentemente costituita dal valore delle abitazioni.
A tal proposito, nel 2016 le compravendite di case hanno registrato un’accelerazione (12,4 per cento rispetto al 2015), pur rimanendo molto al di sotto dei livelli pre-crisi, con i prezzi, però, che hanno continuato a scendere.  Anche nelle locazioni persistono delle differenze con la media Italia: in Sicilia il canone d’affitto è nettamente inferiore con un divario di circa il 40 per cento.

La ricchezza finanziaria
La ricchezza in Sicilia, inoltre, è soprattutto reale, mentre quella finanziaria, rappresenta poco meno di un terzo. Le attività finanziarie sono costituite per circa il 40 per cento da circolante e depositi bancari e postali; l’8 per cento è detenuto sotto forma di titoli obbligazionari e il 18 per cento in azioni e partecipazioni. Il risparmio gestito e i prodotti assicurativi rappresentano il 27 per cento delle attività finanziarie, una quota inferiore a quella nazionale, ma superiore a quella del Mezzogiorno. Nel 2016 i depositi delle famiglie residenti in Sicilia sono tornati a crescere (1,8 per cento) dopo essere rimasti stabili nell’anno precedente. Si tratta soprattutto di depositi in conto corrente, mentre è proseguita la contrazione dei depositi a risparmio la cui remunerazione è diminuita in connessione con la politica di contenimento dei rendimenti offerti dalle banche sulla raccolta a scadenza.

L’indebitamento
Nel 2016 si è registrato un ritorno al credito al consumo, in calo nell’ultimo quadriennio, sostenuto dai prestiti erogati dalle banche, più di quelli concessi dalle società finanziarie, che hanno invece continuato a ridursi.
Nel 2016 i nuovi finanziamenti per l’acquisto di abitazioni, al netto delle surroghe e delle sostituzioni, hanno raggiunto 1,7 miliardi di euro, il 20,1 per cento in più rispetto all’anno precedente. La riduzione del differenziale tra i tassi d’interesse fissi e quelli variabili ha ancora incoraggiato un maggior ricorso ai prestiti a tasso fisso. Questi ultimi, alla fine del 2016, rappresentavano il  34,2 per cento del totale prestiti in Sicilia, un valore ben superiore alla media italia ferma al 31,6 per cento.
Lucia Russo

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