La vergogna di Crocetta: incendi con 23mila fantasmi - QdS

La vergogna di Crocetta: incendi con 23mila fantasmi

Carlo Alberto Tregua

La vergogna di Crocetta: incendi con 23mila fantasmi

martedì 18 Luglio 2017

Ricomincia la rottamazione

Centoventicinque focolai, cioè le fonti degli incendi, in massima parte accesi da delinquenti pirofili, mafiosi ed altra accozzaglia di gente che vuole distruggere ancor di più la Sicilia.
Se Atene piange, Sparta non ride. In Campania si è avuta l’impressione del risveglio del Vesuvio, tanto numerosi sono stati gli incendi che circondavano il Vulcano, con un fuggi fuggi di cittadini minacciati dalle fiamme.
Lo Stato dispone solo di una trentina di mezzi fra Canadair ed elicotteri, del tutto insufficienti ad affrontare l’emergenza criminale.
Quando si vede la mappa degli incendi, concentrati su Sicilia e Campania, qualcuno marginale in Sardegna, mentre tutto il Nord del Paese ne è esente, ci accorgiamo come lo Stato non sia unico per tutti i cittadini e l’Unità d’Italia tanto celebrata esista solo sulla carta.
La primaria responsabilità di queste due Italie è nei governanti centrali, ma anche nella Classe politica che governa le Regioni meridionali.

La situazione è conseguente alle mancate prevenzione e vigilanza del territorio che si uniscono alla inazione per prevenire i disastri ambientali con interventi di riparazione idrogeologica.
Tutti i responsabili delle istituzioni vivono giorno per giorno, affrontano con scarsa capacità le emergenze, non hanno nessun piano strategico a medio e lungo periodo per affrontare i disastri prevenendo.
Ad esempio, nelle regioni terremotate del Centro (Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo), a distanza di quasi un anno (24 agosto 2016), le vie dei paesi sono piene di macerie. E’ vero che i fabbricati o gli immobili storici dovrebbero essere ricostruiti in parte con le pietre cadute, ma un rapido screening potrebbe individuarle con velocità e quindi dare il via allo sgombero in modo massiccio.
Per fare questo con efficienza serviva mettere a capo della struttura organizzativa un grande manager, anche internazionale. Invece, il Pd ha scelto un vecchio politico, tale Vasco Errani, di cui si sconoscono le competenze professionali indispensabili per fare funzionare la macchina.
Ed è proprio questa la causa del disastro del territorio italiano: non sono messi nei posti giusti i competenti.
 

Sotto questo profilo, la Classe dei politicanti siciliani batte tutti. In particolare, nel versante degli incendi, nonostante le continue inchieste di questa Testata che preavvisavano quanto poi si è verificato e quindi chiedevano azioni di prevenzione.
Perché la Regione siciliana è molto più colpevole di quella campana o sarda? Perché in Sicilia vi è un Corpo forestale composto da 850 unità fra dipendenti e dirigenti. Inoltre, vi sono circa 23mila forestali a contratto chiamati: centunisti, cinquantunisti, centocinquantunisti, in funzione delle giornate lavorative svolte.
Facendo un semplice e rapido calcolo, se il Presidente Crocetta avesse predisposto la vigilanza del territorio boschivo, fatto di circa 5mila chilometri quadrati, mediante questa enorme quantità di personale, avrebbe messo a tutela per ogni chilometro quadrato, ben quattro persone, che si sarebbero accorte anche di un filo di fumo.
E’ vero che vi sono malelingue, le quali sostengono che sono proprio i forestali a giornata che appiccano il fuoco, ma noi non ci crediamo.

In Sicilia vi è poi un’altra anomalia e cioè che il Corpo Forestale, rimasto autonomo e non incorporato in quello dei Carabinieri, come avvenuto in tutto il resto del Paese.
Se la Regione avesse proceduto ad allinearsi alla legge nazionale, sicuramente lo stesso Corpo avrebbe acquisito efficienza e capacità organizzativa.
Ma questo avrebbe comportato il taglio di privilegi dei dipendenti regionali, perché i Carabinieri guadagnano circa un terzo in meno e, come si sa, nessuno vuole rinunciare ai privilegi.
Ci dispiace dover indicare ancora nel Presidente della Regione il responsabile oggettivo di questa drammatica situazione, ma non è possibile che questa persona, improvvidamente eletta al vertice dell’amministrazione regionale da appena il 15% degli elettori, continui a procurare tanti danni (per esempio al turismo) e non riceva alcuna sanzione né politica né finanziaria.
Anzi, egli ha la tracotanza e l’impudenza di proporre ancora una volta la propria candidatura, prendendo per stupidi i siciliani.

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