La Sicilia brucia e perde il suo tesoro - QdS

La Sicilia brucia e perde il suo tesoro

Michele Giuliano

La Sicilia brucia e perde il suo tesoro

giovedì 20 Luglio 2017

Incendi su tutto il territorio, acri e acri di terreni, boschi e colture andate distrutti: disastro ecologico di difficile recupero. Maurizio Grosso, segretario generale Sifus, contro Cracolici e Croce: “Lavoro di prevenzione svolto in maniera parziale”

PALERMO – Pochi giorni di vento di scirocco, e come ogni anno, la Sicilia ne esce ferita mortalmente. Decine di incendi su tutto il territorio, acri e acri di terreno, boschi e colture mandate in fumo, un disastro ecologico che sarà difficile recuperare e che richiederà comunque diversi anni, se non decenni. A Calampiso, vicino San Vito lo Capo, sono stati evacuati 700 ospiti del villaggio; sulle Madonie paura per gli anziani delle case di riposo di Blufi, a Catania le fiamme hanno minacciato le aree industriali e commerciali, ad Enna fumo e fuoco lungo l’autostrada, a Messina è stato devastato il patrimonio boschivo. E dopo la paura e lo sgomento, parte la polemica per la disorganizzazione e la mancanza di mezzi e uomini per contrastare ciò che era, purtroppo, come ogni anno, ampiamente prevedibile.
 
Tra le prime voci quella di Maurizio Grosso, segretario generale del Sifus, primo firmatario di un esposto contro gli assessori regionali Antonello Cracolici e Maurizio Croce. “Il lavoro di scerbamento, pulizia dei boschi e prevenzione dei roghi è stato svolto in maniera parziale – asserisce Grosso – perchè gli operai stagionali non sono stati chiamati per tutte le giornate inizialmente previste. Mancavano quindi i corridoi tagliafuoco ed i mezzi a disposizione sono sempre più precari”.
Gli stessi dubbi sembrano essere condivisi dalla Procura di Palermo, che ha aperto una inchiesta senza indagati per verificare quali e quanti disservizi sono stati registrati nelle ore degli incendi, dalla mancanza o insufficienza dei canadair, alla mancata sottoscrizione delle convenzioni fra la Regione siciliana e la protezione civile. E sembra che anche alle Procure di Messina e Catania vogliano agire per individuare colpe e responsabilità.

Alle critiche e le accuse ha risposto l’assessore alle Risorse agricole Cracolici: “Il Sifus, sponsorizzato da deputati di Forza Italia – attacca – da mesi alimenta una campagna contro l’amministrazione fomentando odio e demagogia”. L’assessore non le manda a dire contro ciò che considera un attacco in malafede al governo: “Ciò che colpisce non è l’esposto, ma il tentativo di depistaggio che questo esposto sottende – continua Cracolici -. Non si chiede di investigare verso chi accende i fuochi, che sta devastando il patrimonio vegetale e faunistico della Sicilia, ma verso coloro che di quei fuochi sono vittime, ovvero l’interesse collettivo rappresentato dagli amministratori pubblici”. In particolare, l’assessore considera una tesi “strampalata” quella che lo accusa di aver fatto partire in ritardo le attività di prevenzione, omettendo che nessuna attività può partire senza l’approvazione del Bilancio, dopo il quale sono stati avviati tutti i lavoratori che svolgono 151 giornate e tutti quelli che fanno 101 giornate. Questi operatori lavorano esclusivamente nelle aree di demanio forestale, quindi in aree di proprietà regionale, dove svolgono attività di manutenzione del bosco, o nelle riserve gestite dal dipartimento, aree che, nella stragrande maggioranza dei casi, non sono state origine dei roghi.

 
L’assessore si dice quindi pronto ad andare per vie legali contro chi alimenta la paura e il sospetto: “È evidente che questo sindacato, con il suo depistaggio, sta alimentando il sospetto che la responsabilità dei fuochi sia di chi lavora nei boschi e non di chi non cura le aree private e le strade. Insomma temo che l’autore di questa campagna di mistificazione finisca per danneggiare i lavoratori forestali con accuse folli”.

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