Bilanci Comuni: storiaccia infinita - QdS

Bilanci Comuni: storiaccia infinita

Rosario Battiato

Bilanci Comuni: storiaccia infinita

mercoledì 26 Luglio 2017

I colossali ritardi della Regione (anche nell’invio dei commissari) paralizzano la gestione finanziaria dei Municipi. Circa 200 gli Enti senza Preventivo 2017, ben 290 quelli senza Consuntivo 2016

PALERMO – Regione e Comuni siciliani bloccati in una palude finanziaria. I clamorosi ritardi nell’approvazione del bilancio regionale sono carichi pesanti da smaltire sulla strada della definizione dei previsionali degli Enti locali, in quanto generano incertezza sull’effettiva portata dei contributi regionali e sulla loro gestione. Un risultato che si riflette sull’ultimo aggiornamento, fornito ieri al QdS dal dipartimento delle Autonomie locali: circa 200 i Comuni senza previsionale 2017 e 290 quelli senza consuntivo 2016.
Nel caso dei bilanci di previsione si tratta di un ritardo di quattro mesi rispetto all’ultima scadenza di marzo, che di fatto era già la seconda proroga concessa ai Comuni nazionali. Inoltre, in barba a quanto richiesto dal Tuel (Testo unico degli Enti locali), l’assessorato delle Autonomie locali non ha ancora nominato nessun commissario per procedere all’approvazione dello strumento finanziario in questione.
Per ricostruire gli ultimi passaggi della mancata nomina dei commissari, abbiamo chiesto al dipartimento di illustrare l’iter più recente in relazione ai Comuni che ancora sono senza Previsionali approvati. Il primo punto si è consumato lo scorso 23 maggio, con l’invio dell’elenco degli Enti da commissariare all’assessorato e la restituzione, dopo qualche settimana, con una nota e senza decreti firmati. L’ultimo passaggio si è consumato lo scorso 14 luglio e ha visto il nuovo invio dell’elenco, dal dipartimento all’assessorato, con i 200 comuni senza previsionali 2017 e i 290 senza rendiconto. Stiamo parlando, come sempre, di dati dinamici, pertanto soggetti a variazioni quotidiane.
Adesso si attende la firma dell’assessore Lantieri sui decreti di commissariamento, che risulta essere in ritardo rispetto agli altri anni. Nel 2016, tra il 16 e il 27 giugno, l’assessore aveva già firmato 18 decreti assessoriali, prevedendo l’invio di ben 298 commissari per l’approvazione del rendiconto 2015 e 347 per l’approvazione del bilancio preventivo 2016. Quest’anno, invece, tutto sembra muoversi a rilento.
Nei giorni scorsi, il sito del dipartimento ha riportato lo stringato elenco dei 40 provvedimenti di commissariamento relativi al primo semestre del 2017, ma questi non riguardano i previsionali 2017. Eppure il Tuel, dove si rintracciano le scadenze per l’approvazione dei due principali strumenti finanziari dell’Ente, cioè il rendiconto e il bilancio di previsione, è molto chiaro in merito. All’articolo 227 leggiamo come “la dimostrazione dei risultati di gestione avviene mediate il rendiconto della gestione, il quale comprende il conto del bilancio, il conto economico e lo stato patrimoniale” e deve essere deliberato entro “il 30 aprile dell’anno successivo dall’organo consiliare” (articolo 151). L’articolo 162 precisa che “gli Enti locali deliberano annualmente il bilancio di previsione finanziario riferito ad almeno un triennio” e che deve essere approvato entro il 31 dicembre dell’anno precedente (articolo 151), se così non dovesse essere (articolo 163) la gestione finanziaria dell’Ente “si svolge nel rispetto dei principi applicati della contabilità finanziaria riguardanti l’esercizio provvisorio o la gestione provvisoria”. Quest’anno ci sono già state ben due proroghe per i Comuni italiani, operazione permessa dallo stesso Tuel (il comma 1 dell’articolo 151 prevede che “i termini possono essere differiti con decreto del ministero dell’Interno”), che avevano portato la scadenza al 28 febbraio (legge di bilancio 2017) e quindi al 31 marzo (decreto Milleproroghe). Da quella data sono passati ben quattro mesi, eppure non ci sono ancora provvedimenti in materia.
In caso di ritardi, il Tuel (comma 2 dell’articolo 141) è molto preciso: trascorso il termine entro il quale il bilancio deve essere approvato senza che sia stato predisposto dalla Giunta il relativo schema, l’organo regionale di controllo, quindi l’assessorato delle Autonomie locali della Regione siciliana, nomina un commissario “affinché lo predisponga d’ufficio per sottoporlo al Consiglio”. In questo caso e “comunque quando il Consiglio non abbia approvato nei termini di legge lo schema di bilancio predisposto dalla Giunta, l’organo regionale di controllo assegna al Consiglio, con lettera notificata ai singoli consiglieri, un termine non superiore a 20 giorni per la sua approvazione, decorso il quale si sostituisce, mediante apposito commissario, all’Amministrazione inadempiente”.
Responsabilità regionali che non riguardano soltanto i ritardi nei commissariamenti, ma anche nell’approvazione dei propri strumenti finanziari. Il Bilancio, approvato a maggio dall’Ars e pesantemente attaccato dalla Corte dei Conti, che l’ha approvato qualche giorno fa, è infatti arrivato in clamoroso ritardo rispetto ai tempi necessari per consentire ai Comuni la programmazione dei loro flussi finanziari.
 

 
Per le Città metropolitane c’è tempo fino a settembre
PALERMO – È un bottino misero quello relativo alle nomine dei commissari ad acta in relazione al primo semestre del 2017 dell’assessorato delle Autonomie locali e della Funzione pubblica per la mancata approvazione dei previsionali 2017. Appena 20 provvedimenti di commissariamento, su un totale di 40, per i ritardi nell’approvazione dei bilanci preventivi dell’anno prima, cioè del 2016, che, di fatto, coinvolgono soltanto una decina di Comuni siciliani, dal momento che per alcuni casi specifici, in particolare per i Comuni di San Piero Patti, Castiglione di Sicilia, Calatafimi-Segesta, Valdina, Monterosso Almo, Casteldaccia, Monforte San Giorgio, si tratta di provvedimenti molteplici per lo stesso Ente, in seguito alla controversa vicenda relativa alla decadenza dei sindaci e dei Consigli, poi risolta con la legge 5 maggio 2017 n.7 “Modifiche di norme in materia di cessazione degli organi comunali”.
Situazione differente per le Città metropolitane, che restano commissariate almeno fino a tutto il 2017, nelle more “dell’insediamento degli organi e degli Enti di area vasta”, come si legge nei decreti presidenziali firmati lo scorso febbraio che riguardano Palermo, Messina e Catania, mentre sul fronte dei bilanci c’è ancora tempo. L’ultimo aggiornamento riporta che Catania, così come Messina e Palermo, hanno approvato il proprio strumento finanziario 2016-2018. Per l’approvazione del bilancio di previsione 2017-2019, dopo ben tre proroghe – la prima dal 30 dicembre 2016 al 28 febbraio 2017 (legge di Bilancio 2017), la seconda al 31 marzo (decreto Milleproroghe) e la terza al 30 giugno (dm. Interno 30 marzo 2017) – ce ne sarà una quarta. Il decreto del 7 luglio 2017 del ministero dell’Interno ha spostato al 30 settembre il “termine per la deliberazione del bilancio di previsione 2017/2019 da parte delle Città metropolitane e delle province”.

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