Piste ciclabili, sulla mobilità dolce si dovrebbe puntare molto di più - QdS

Piste ciclabili, sulla mobilità dolce si dovrebbe puntare molto di più

Rosario Battiato

Piste ciclabili, sulla mobilità dolce si dovrebbe puntare molto di più

mercoledì 26 Luglio 2017

Il trasporto alternativo restituisce flussi economici vantaggiosi legati a turismo, viaggi e pernottamenti. Finanziamenti nazionali per progetti e infrastrutture, alla Sicilia il 5% del totale

PALERMO – Le piste ciclabili costano poco e producono molto in termini di ritorno economico. Lo sanno in Europa, che sulla mobilità dolce stanno costruendo un vero e proprio sistema di trasporto alternativo a quello ben noto della rete Ten-T, e adesso cominciamo a scoprirlo anche in Italia. Più di un anno fa è stato costituito il sistema delle ciclovie nazionali con i percorsi prioritari, ma adesso qualcosa si agita anche a livello regionale.
 
Nei giorni scorsi la giunta isolana ha approvato il confinanziamento da mezzo milione di euro per gli itinerari ciclabili e pedonali di Sicilia, a fronte di un finanziamento statale dello stesso importo. Un milione di euro per i progetti dei comuni isolani, perché la bici conviene alla salute e al portafogli.   
La nota dell’Ufficio di gabinetto dell’assessore regionale per l’Economia dello scorso 20 giugno riguarda la richiesta di cofinanziamento regionale, da parte del dipartimento regionale delle Infrastrutture, relativa al “programma di interventi per lo sviluppo e la messa in sicurezza di itinerari e percorsi ciclabili e pedonali”, sulla base del decreto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per un importo complessivo, obbligatorio, di 576 mila euro per il triennio 2016-2018 (462 mila euro il primo anno, 57 mila il secondo e 56 il terzo), pari al cinquanta percento della somma attribuita dallo Stato.
“Dette risorse – si legge in una nota del dipartimento Bilancio e Tesoro – costituiscono contributi statali destinati alla Regione e agli Enti locali che assumeranno funzioni di soggetti attuativi, pari al 50% delle spese di progettazione degli interventi, mentre la restante parte delle risorse finanziarie per la copertura integrale della spesa, dovrà essere assicurata da ciascuna Regione proponente e che potrà prevedere il concorso della spesa da parte degli Enti attuatori, beneficiari finali del finanziamento”. Adesso la Regione dovrà presentare al Mit il programma degli interventi.

Il piano complessivo varato dal governo nazionale vale complessivamente circa 12,3 milioni di euro
per i tre esercizi finanziari (2016, 2017 e 2018). Risorse che costituiscono contributi statali per “la realizzazione di interventi funzionali, comprensivi degli eventuali costi per la progettazione, che sulla base di analisi dell’incidentalità specifica – si legge nella deliberazione 296 del 19 luglio del 2017 del Mit – sull’individuazione dei fattori di rischio presenti in loco”. In particolare si potrà intervenire per la realizzazione di piste ciclabili, percorsi pedonali, messa in sicurezza di percorsi ciclabile e pedonali, creazione di una rete di percorsi ciclopedonali, realizzazione di progetti per una mobilità sicura e sostenibile.

Alla Sicilia è toccata una quota di finanziamento pari a circa il 5% del totale nazionale
(576 mila su 12,3 milioni). Un dato discretamente basso per la Regione più estesa d’Italia, mentre la Lombardia ha sfiorato i 2 milioni di euro, e altre quattro regioni (Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Lazio) hanno superato il milione di euro. Meglio dell’Isola anche la Campania (circa 600 mila euro) e il Piemonte (quasi 800 mila euro).
Investire nei percorsi turistici è una grande opportunità. In Europa il cicloturismo produce mediamente oltre 2 milioni di viaggi all’anno e oltre 20 milioni di pernottamenti per circa 44 mld di euro (dati Mit). In Italia c’è un potenziale di circa 3,2 miliardi all’anno. Una ciclovia turistica, mediamente, si ripaga in tre anni perché restituisce fino a cinque volte ogni euro investito. Ad esempio, dalla nuova ciclovia Magna Grecia tra Sicilia e Calabria, una di quelle considerate prioritarie a livello nazionale e attualmente in fase di progettazione, si potrebbe attivare un giro d’affari pari a 500 milioni di euro.

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