Strampalate iniziative per il rigassificatore - QdS

Strampalate iniziative per il rigassificatore

Carlo Alberto Tregua

Strampalate iniziative per il rigassificatore

martedì 22 Dicembre 2009

Buonismo sul Triangolo della morte

Sapevamo che l’impresa liguro-americana non avrebbe accettato di buon grado la rinuncia all’idea balzana di installare un rigassificatore in mezzo a un’area piena di enormi serbatoi di greggio e raffinato e attraversata dalla ferrovia. Ricordiamo l’incidente di Viareggio, in cui morirono 31 persone per lo scoppio di qualche serbatoio di gas, portato su carrelli ferroviari.
Immaginate cosa succederebbe se uno dei treni che passa nelle 24 ore in mezzo al Triangolo della morte, sfondasse uno di quegli immensi serbatoi. Un’ecatombe dalle conseguenze non quantificabili. La Rete ferroviaria italiana, proprietaria dell’infrastruttura, sta studiando tali conseguenze e a breve dovrebbe partorire una sentenza al riguardo.
La questione è grave e viene sottovalutata da chi è preso dalla foga di realizzare un progetto contrario all’interesse del territorio e della sua popolazione.
Comprendiamo che nel siracusano forti interessi spingano a sostenere un progetto insostenibile, ma lor signori devono capire che c’è un limite di pudore alla prepotenza in danno di chi non ha voce, appunto le popolazioni del territorio.

Nel capoluogo di Siracusa, secondo l’Istat, nel 2008, la soglia di inquinamento da PM 10 (polveri sottili) è stata superata per ben 321 volte contro un limite massimo di 35. Ricordiamo che lo stesso Istat ha comunicato che tale soglia è stata superata a Catania di 45 volte, a Palermo di 69 volte. L’abnorme situazione atmosferica di Siracusa non può che essere conseguenza del fortissimo inquinamento del Triangolo della morte che dista appena una decina di chilometri. I dati sono dati e sfidiamo chiunque a smentirli.
Comprendiamo anche la posizione dell’ex sindaco di Siracusa e attuale assessore regionale alla Cooperazione, Titti Bufardeci, che tira fuori uno studio sulla sicurezza dell’impianto di cui però non vi è alcuna copia. O tale studio non esiste, o non è favorevole all’impianto. Diversamente, non si comprende la ragione del mistero che serve ad alimentare fortissimi dubbi sull’iniziativa del rigassificatore.
A oscurare il quadro vi sono due elementi che riportiamo. Il primo riguarda tale fantomatico studio: chi lo ha eseguito, con quale autorevolezza, chi lo ha firmato e ne ha assunto la responsabilità. Il secondo riguarda la posizione del presidente Lombardo, il quale ha dichiarato di non saperne nulla.

 
Ma vi è un ulteriore elemento di grave preoccupazione. L’assessore regionale all’Ambiente, Milone, si trincera dietro un sospetto silenzio, ma l’assessore all’Industria Venturi smentisce il collega di Giunta. Non vorremmo che chi ha interessi specifici abbia messo in campo tutto questo ambaradan non tanto per intossicare l’informazione nei confronti dell’opinione pubblica, quanto per dare segnali ad altre corporazioni, in modo da ricevere l’aiuto per realizzare un progetto sconcio.
I responsabili del gruppo Garrone fanno trapelare sulla stampa la loro perdita di interesse a realizzare l’impianto dati questi ritardi. Naturalmente si tratta di una finta perché se fosse vero, visti gli elementi negativi e contrari da noi più volte pubblicati, farebbero bene a comunicare ufficialmente alla stampa e alle popolazioni che rinunciano in via definitiva a questo dannoso progetto per il territorio.

L’interesse economico dello stesso territorio non può tenere conto solo dell’occupazione nell’industria pesante, ma dovrebbe puntare all’occupazione nella Green economy e nell’Industria blu (il turismo). Peraltro, proprio in quel territorio, vi sono commendevoli iniziative, sia per quanto riguarda l’impianto solare a specchi (Archimede) per la produzione di energia, che un impianto per la produzione di biocarburanti di cui è stata data finalmente l’autorizzazione in questi giorni. Ecco verso quali direzioni dovrebbero spingere le istituzioni e i sindacati siracusani e non verso un appesantimento dell’inquinamento.
Perché il gruppo Garrone non progetta di trasformare una parte degli attuali impianti di raffinazione da fossile a vegetale? E perché non pensa di insediare un nuovo impianto di biocarburante? Non c’è niente di personale in queste argomentazioni, tanto che plaudiamo senza mezzi termini all’inaugurazione dell’ultimo impianto della Isab produttore di energia elettrica mediante gas e non da olio combustibile.

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