Traccheggio dei vitalizi i privilegiati non mollano - QdS

Traccheggio dei vitalizi i privilegiati non mollano

Carlo Alberto Tregua

Traccheggio dei vitalizi i privilegiati non mollano

martedì 08 Agosto 2017

Pensioni tra retributivo e contributivo

Il Ddl sul taglio dei vitalizi per i parlamentari in pensione, cioè il ricalcolo con il sistema contributivo (assegno pensionistico corrispondente ai contributi versati), è stato approvato dalla Camera con ampia maggioranza e trasmesso poi al Senato.
Ma appena lì arrivato, è cominciato il traccheggio, perché una parte della maggioranza non intende approvarlo. Non può dichiararlo apertamente, certo, pena gli improperi dei cittadini. E allora, la maggioranza è passata al tatticismo, bocciando la proposta del Movimento 5 stelle, il più serio in questa circostanza, di fare imboccare un percorso d’urgenza che avrebbe tagliato da 60 a 30 giorni l’analisi del Ddl.
Respinta la proposta, essa seguirà il percorso normale, che incoccia però con il già avviato periodo di ferie, che si protrarrà fino al 5 settembre. Cosicché, i 60 giorni previsti porteranno un primo esame a ottobre.
Saremo nel pieno della campagna elettorale per le Regionali in Sicilia, il banco di prova del M5s, pronosticato vincitore.

Il Movimento 5 stelle, per bocca del suo candidato alla Presidenza della Regione, Giancarlo Cancelleri, ha detto che anche l’Assemblea regionale dovrebbe approvare un analogo provvedimento, ma intanto il suo gruppo parlamentare, per quanto ci risulta, non ha presentato il relativo Ddl.
Aggiungiamo che lo stesso Cancelleri dovrebbe presentare un altro Ddl, per uniformare il calcolo dell’assegno pensionistico dei deputati uscenti a quello dei normali lavoratori, cioè il sistema contributivo.
Cancelleri dovrebbe anche presentare un Disegno di legge affinché dipendenti e dirigenti dell’Assemblea regionale abbiano un assegno pensionistico calcolato con il contributivo; e un’ulteriore iniziativa per riportare gli stipendi di dipendenti e dirigenti regionali allo stesso livello dei colleghi delle altre Regioni e/o degli statali.
Insomma, si tratta di tirare con decisione un frego su una certa parte di privilegiati pubblici siciliani, rispetto ai loro colleghi dell’Italia. Ovviamente, la lotta ai privilegi dovrebbe essere estesa a tutto il campo ove essi siano presenti, senza escludere nessuno.
 

Si sta pian piano svegliando la coscienza popolare contro i numerosissimi privilegiati italiani, riuniti in caste e lobby. Tutti succhiano il sangue dei contribuenti, perché la fiscalità generale è usata come un Bancomat.
In questo quadro, fa specie la dichiarazione di Tito Boeri, presidente dell’Inps, il quale ha detto che i contributi che versano gli immigrati, pari a 8 miliardi, servono a pagare pensioni per circa 3 miliardi.
Boeri non ci ha spiegato, però, che differenza faccia il contributo pagato da un immigrato rispetto a quello pagato da un italiano. Se il lavoro fosse svolto da un italiano, con un regolare contratto a tempo determinato o indeterminato, genererebbe gli stessi contributi di quelli di un immigrato. E allora non sarebbe meglio che il lavoro che c’è fosse attribuito agli italiani, piuttosto che agli stranieri, i quali normalmente non sono qualificati, e quindi sono utilizzati per mansioni umili?

La questione dei vitalizi ai parlamentari privilegiati è di più ampia dimensione. Quel furbacchione di Silvio Berlusconi ha detto che se dovesse essere approvata questa legge bisognerebbe procedere a fare la revisione dei 20 milioni di pensionati (ma crediamo siano molti di meno) che in atto godono dell’assegno calcolato con metodo retributivo. Con ciò intendendo che, siccome questo non si può fare, non si può nemmeno approvare la legge per quei poveretti di parlamentari.
Attingere alla fiscalità generale per pagare quella parte della pensione non dovuta, perché non corrispondente ai contributi versati, significa che i giovani trentenni, intorno al 2050, prenderanno un assegno miserrimo, perché le pensioni dei loro genitori e nonni avranno mangiato la riserva matematica.
È onesto tutto ciò? Divorare ciò che è un diritto sacrosanto delle future generazioni? No di certo. E per questo noi continuiamo a testimoniare, esponendo i fatti come sono, in modo che i nostri lettori, che sono cittadini, intervengano con forza e pacatezza, mediante scritti ed altre forme, per indurre i responsabili istituzionali, nazionali e regionali, a un comportamento orientato all’equità e alla giustizia.

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