Sicilia, l'esercito dei precari, la Regione è "mamma" di tutti - QdS

Sicilia, l’esercito dei precari, la Regione è “mamma” di tutti

Michele Giuliano

Sicilia, l’esercito dei precari, la Regione è “mamma” di tutti

mercoledì 09 Agosto 2017

Sono oltre 52 mila e tutti a libro paga di Palazzo d’Orleans: frutto della miopia della politica. Asu, Lsu, ex Pip, passando per i lavoratori forestali e quelli dei Consorzi di bonifica

PALERMO – Sicilia inondata di precari di ogni tipo. Nei Comuni, nelle pubbliche amministrazioni in genere, negli enti di formazione, presto anche nei Centri per l’impiego dove dovrebbero approdare i famosi dipendenti degli oramai soppressi Sportelli multifunzionali.
Un mondo variegato e allo stesso tempo frutto di un unico denominatore, quello del clientelismo della politica che ha portato a formare quest’enorme bacino divenuto un pozzo senza fondo.
L’ultima fotografia è stata scattata dalla Regione stessa che, attraverso il Dipartimento regionale del Lavoro-Servizio I, ha aggiornato l’elenco regionale dei lavoratori appartenenti al regime transitorio dei lavori socialmente utili, regolato dalla Legge regionale del 28 gennaio 2014, la numero 5. Qui sono contenuti il numero di precari degli enti locali, Asu, Lpu ed Lsu, risultati complessivamente 21.285.
Si tratta di lavoratori che alla data del 31 dicembre 2013 risultano essere ancora titolari di contratto a tempo determinato o utilizzati in attività socialmente utili, secondo le disposizioni regolate dall’articolo 4, comma 9 bis e successive modifiche e integrazioni, del decreto legge 31 agosto 2013, numero 101, convertito dalla legge 30 ottobre 2013, numero 125.
Poi ci sono i lavoratori degli oramai ex sportelli, e quelli sono 1.922 come riportato nell’albo regionale che è stato varato dall’assessorato regionale alla Formazione professionale. La schiera dei precari continua ancora con i “famosi” forestali che sono stati in questo caso riconosciuti direttamente dalla Regione e lavorano come operai stagionali, a 71, 101 o 151 giornate, a seconda anche qui della tipologia di contratto. Sulla base di quanto rendicontato dal dipartimento regionale  dell’assessorato all’Agricoltura questi lavoratori sono 23.690 e nonostante questo vero e proprio esercito quest’anno tra le regioni più colpite dagli incendi, paradossalmente, c’è proprio la Sicilia con 25.071 ettari distrutti dal fuoco. Insomma come dire che più guardiani ci sono e peggio è.
A questo numero spropositato di persone assunte come operai stagionali si è arrivati per effetto di una politica sprecona e clientelare che ha inserito persone a dismisura senza pensare all’effetto boomerang che si sarebbe potuto creare in futuro, cioè proprio nei giorni nostri con una Regione oramai sull’orlo del crack finanziario.
Ragionamento che in realtà si può fare per tutti i precari così come quindi anche per gli ex Pip, un bacino che prima era a carico del Comune di Palermo e che poi, per le note vicissitudini finanziarie negative di Palazzo delle aquile, sono passati da qualche anno sotto la guida della Regione (tanto per cambiare, la mamma di tutti i precari).
Questi sono via via andati diminuendo per effetto di una revisione della lista da parte del dipartimento regionale del Lavoro che oggi ne ha censiti 2.470. Mamma Regione però non finisce qui di alimentare la sua infinita schiera di precari: ci sono anche gli enti di Formazione professionale e sono all’incirca 1.800 consolidati nel tempo al di fuori delle piante organiche degli enti che hanno orbitato in questo settore pur non essendo assunti ma venendo foraggiati con contratti a tempo. Infine ci sono gli 11 Consorzi di bonifica, strutture sorte per la gestione delle acque degli invasi per uso agricolo. Leggendo le piante organiche pubblicate dagli stessi Consorzi a tutto il 2016 il personale con contratto a tempo determinato ammontava a 934 unità.

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