Irpef regionale, le promesse che la politica non manterrà - QdS

Irpef regionale, le promesse che la politica non manterrà

Patrizia Penna

Irpef regionale, le promesse che la politica non manterrà

giovedì 10 Agosto 2017

L’annuncio: “Azzerata dall’1 gennaio 2019”, ma in dieci anni è cresciuta del 52,6%. Mef: nel 2006 imposta media pari a €250,87, nel 2015 € 382,88

PALERMO – Tutte le volte che la politica promette, i cittadini vengono automaticamente proiettati in un futuro più o meno prossimo. Una cosa non si fa, non è stata fatta, ma si farà. Anche la riduzione della pressione fiscale non si sottrae a questa logica: stando a quanto dichiarato da governo e Parlamento, dal primo gennaio 2019 l’addizionale regionale Irpef verrà totalmente abolita. 
Il Quotidiano di Sicilia, lo scorso martedì 8 agosto, ha dedicato un ampio approfondimento alla questione. Nel 2006 l’imposta media in Sicilia si attestava sui € 250,87. Nel 2015, secondo lo studio condotto da Confprofessioni su dati Mef, è salita a € 382,88 (132 euro in più), registrando un incremento percentuale del 52,62%. Anche per il 2017 l’addizionale regionale Irpef viaggia ai livelli massimi. La Regione siciliana, infatti, ha confermato l’aliquota all’1,73% in vigore già da alcuni anni. E data la situazione di estrema precarietà finanziaria in cui versa la nostra Isola, in effetti non poteva essere altrimenti.
Riesce obiettivamente difficile pensare che la promessa fatta ai siciliani possa concretizzarsi, dal momento che i dati relativi agli ultimi dieci anni dimostrano che le scelte operate dalla politica sono andate in tutt’altra direzione. Non dimentichiamo inotre che la XVI legislatura, che si avvia ormai alla conclusione, non ha segnato un cambio di passo per la nostra Isola e il quadro economico generale non presenta segnali significativi di ripresa, dunque non sembrano sussistere i presupposti affinché la Regione possa permettersi il lusso di rinunciare a queste entrate.
Tra l’altro, come già spiegato da Gaetano Armao, già assessore regionale all’Economia, in un’intervista al QdS, la Regione siciliana, in barba allo Statuto non la incassa in toto. “La percentuale di pertinenza regionale  – ha detto Armao – viene quantificata in termini progressivi: -i 5,61 decimi per l’anno 2016, il 6,74 decimi per l’anno 2017,  mentre a decorrere dall’anno 2018, i 7,10 decimi”.
A pensar male si fa peccato, ma si azzecca quasi sempre e il taglio annunciato non sembra altro che l’ennesimo annuncio elettorale. Alla classe politica siciliana, incapace di fornire soluzioni concrete ai problemi, non resta che spremere i cittadini.

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