Appalti giù, effetto domino su sviluppo - QdS

Appalti giù, effetto domino su sviluppo

Rosario Battiato

Appalti giù, effetto domino su sviluppo

sabato 12 Agosto 2017

Ance: -90% dal 2007 al 2016, -15% nel I semestre 2017. Già chiuse 6.000 imprese e migliaia di disoccupati. In Sicilia negli ultimi 8 anni, considerando l’indotto, più di 100.000 persone hanno perso il lavoro

PALERMO – L’edilizia siciliana continua la sua pericolosa marcia all’indietro. Anche i timidi segnali di risveglio che si sono registrati, almeno in parte, nel mercato dei lavori pubblici nel confronto col 2016, in realtà non riescono a sanare il ritardo rispetto agli anni precrisi e a quelli antecedenti allo scorso anno. Lo dimostra il crollo verticale di imprese e occupati – 6 mila aziende perse tra il 2008 e il 2015 e 100 mila unità in meno in circa un decennio – che patisce anche un avvio stentato degli interventi di riqualificazione energetica ed edilizia antisismica nel settore residenziale privato.
In Sicilia, nel primo semestre del 2017, i bandi di gara per lavori pubblici sono stati 698 per un valore complessivo di 683 milioni di euro. Rispetto allo scorso anno si è contratta la numerosità (-15%, 821 nello stesso periodo del 2016), ma, in compenso, è cresciuto l’importo (+114%, 318 milioni nel 2016).

In Sicilia, nel primo semestre del 2017, i bandi di gara per lavori pubblici sono stati 698 per un valore complessivo di 683 milioni di euro. Rispetto allo scorso anno si è contratta la numerosità (-15%, 821 nello stesso periodo del 2016), ma, in compenso, è cresciuto l’importo (+114%, 318 milioni nel 2016). La riduzione della numerosità è stata in controtendenza rispetto al dato nazionale (da 7.589 a 8.542, +24,9%).

Il quadro regionale rispecchia in qualche modo la stima nazionale: “Il mercato dei lavori pubblici – ha scritto l’Ance –, dopo un 2016 caratterizzato da un ridimensionamento della domanda (-2,4% nel numero di bandi pubblicati e -16% in valore), largamente determinato dall’entrata in vigore del nuovo Codice e dalla conseguente incertezza sull’applicazione delle nuove regole, vede, nel primo semestre dell’anno in corso, un recupero rispetto ai bassi livelli dell’anno precedente”.
Complessivamente ci sono stati 9.500 bandi di gara per lavori pubblici per un importo complessivo di 8,5 miliardi. “Il livello del primo semestre 2017, sebbene in recupero rispetto al dato dello scorso anno – spiegano dall’Ance –, risulta ancora piuttosto basso, se confrontato con gli importi complessivamente banditi nella prima metà degli anni antecedenti al 2016”. E la Sicilia non fa eccezione. Nel 2014 erano state bandite 2.287 gare per 1,2 miliardi nell’Isola, considerando soltanto i primi cinque mesi dell’anno. 
Le conseguenze di questa tendenza sono, in effetti, abbastanza preoccupanti. L’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni dell’Ance, relativo al primo trimestre del 2017, ha certificato questa situazione con i numeri. La statistica isolana relativa al confronto agli occupati (dipendenti e indipendenti) tra i primi tre mesi dell’anno e lo stesso periodo dell’anno precedente registra, infatti, il costante crollo di un settore. I picchi più negativi si sono registrati nel 2010 (-11,7%) e nel 2009 (-9,5%), ma la tendenza è sempre stata negativa con l’unica eccezione del primo trimestre 2015 sul precedente che ha registrato una impennata d’orgoglio (+4,2%). Poi un nuovo ribasso nel 2016 (-7%) e ancora nel 2017 (-1%). In Sicilia, negli ultimi otto anno, più di 100 mila edili hanno perso il lavoro (Consulta delle Costruzioni).

Il dato relativo alle imprese non è da meno
. Tra il 2008 e il 2015 l’Italia ha perso 118 mila imprese nel settore delle costruzioni. La Sicilia ha contribuito in maniera sostanziosa con circa 6 mila, è il settimo dato nazionale per numerosità.

La crisi è stata più potente nelle prime quattro regioni della graduatoria
: Lombardia (più di 22 mila), Emilia Romagna (circa 14 mila), Veneto e Toscana (12 mila a testa). Nell’Isola la contrazione ha riguardato quasi un quinto del totale delle imprese (-18,2%) e attualmente, dati aggiornati al 2015, ne sono rimaste poco più di 27 mila, cioè circa il 5% del totale nazionale (511.405). Le tre regioni con la concentrazione più elevata a livello nazionale sono Lombardia (96 mila), Veneto (49 mila) ed Emilia Romagna (45.500). L’Isola, con 27.046, resta comunque sul podio delle regioni del Sud, a poca distanza dalla Campania (31.261) e dalla Puglia (28.625).

Le responsabilità sono diffuse.
In cima ci sono i ritardi nella definizione dei bandi della macchina regionale (ne abbiamo parlato nell’inchiesta del 28 luglio “Patti vuoti, in Sicilia non si mangia”) che avrebbe a disposizione 10 miliardi di euro potenziali, tra fondi europei e patto per il sud (fonte Consulta siciliana delle costruzioni) e di fatto congela una potenziale occupazione da circa 170 mila unità.
 

 
Dagli interventi antisismici un potenziale di 14,1 mld
 
PALERMO – C’è un tesoro nel settore dell’edilizia privata, anche se gli investimenti dei siciliani sono ancora bassi in relazione ai bonus del governo per gli interventi di riqualificazione energetica e per il miglioramento sismico delle costruzioni. In quest’ultimo capitolo l’Ance ha stimato un potenziale costo di intervento (considerando i comuni nelle zone di rischio 1, 2, 3) che si aggira intorno a 14,1 miliardi solo in Sicilia (15% del totale nazionale).
La buona notizia, almeno per il settore abitativo, è che nel primo trimestre del 2017 i finanziamenti sono cresciuti dello 0,3%, anche se è considerato dall’Ance “un valore insufficiente” non “assolutamente in grado di compensare la drammatica diminuzione in atto dal 2007 (-74% il valore cumulato 2007-2016)”. La Sicilia, tuttavia, registra una crescita notevole (+12,9%), sebbene si trovi tra le regioni “che hanno sperimentato, in questi anni, diminuzioni molto ingenti”.
La strada è comunque tracciata, almeno a livello nazionale. Per il 2017 la stima Ance per gli investimenti nella nuova edilizia residenziale è ancora negativa (-1,5% rispetto al 2016), mentre gli investimenti in riqualificazione energetica del patrimonio abitativo confermano la dinamica degli anni precedenti e rappresentano il 37,7% del valore degli investimenti in costruzioni. “Rispetto al 2016 – si legge nel rapporto Ance –, per gli investimenti in tale comparto si stima una crescita dello 0,5% in termini reali”. E non tiene conto degli effetti derivanti dal sisma-bonus ed eco-bonus per i condomìni.
 

 
Solo due bandi superiori a 100 milioni nel 2017
 
PALERMO – Sono stati 2 i bandi per lavori pubblici di importo superiore ai 100 milioni di euro pubblicati nel primo semestre 2017 in Sicilia, senza considerare quelli in cui è coinvolta con altre regioni. L’elenco è stato riproposto dall’Osservatorio dell’Ance di luglio scorso. Il primo bando risale al 30 gennaio scorso per 113,8 milioni di di euro ed è stato appaltato dalla Fondazione Ri.Med per l’affidamento dei lavori per la “costruzione del centro per le biotecnologie e la ricerca biomedica della fondazione ri.med a Carini (Pa)”.
Col secondo bando di Rete ferroviaria italiana spa ci spostiamo nel settore delle infrastrutture ferroviarie. Vale 221,4 milioni di euro la progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori di raddoppio della linea ferroviaria Palermo Catania, nella tratta Bicocca Catenanuova, tra la stazione di Bicocca (inclusa) e Catenanuova (esclusa) dal km0+500 al km37+912. Si tratta di circa 350 milioni di euro su 1,9 miliardi.
Due le considerazioni da fare sull’ente appaltante. Ottima la performance delle Ferrovie dello Stato, anche a seguito dell’approvazione a dicembre scorso dell’aggiornamento 2016 del contratto di programma investimenti (2012-2016), mentre l’Anas, rispetto alla prima metà del 2016, evidenzia una flessione del 5,5% nel numero e del 27,9% in valore.
Tutto potrebbe cambiare con la nuova firma del contratto di programma 2016-2020 dei giorni scorsi che prevede 29 miliardi di euro di investimenti e 13 interventi per 1,5 miliardi in Sicilia.

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