Parrucchieri ed estetisti, in Sicilia due mestieri che non hanno crisi - QdS

Parrucchieri ed estetisti, in Sicilia due mestieri che non hanno crisi

Michele Giuliano

Parrucchieri ed estetisti, in Sicilia due mestieri che non hanno crisi

giovedì 17 Agosto 2017

Finanziati dalla Regione sempre gli stessi corsi a scapito di altri dove invece mancano figure professionali. Il comparto è in crescita in tutta Italia, nell’Isola però si cresce la metà

PALERMO – C’è un settore in Sicilia che non è mai in crisi. Mettila come vuoi ma parrucchieri ed estetisti l’Isola ne continua a sfornarne in quantità industriale. Questo anche grazie alla poca lungimiranza della formazione professionale della Regione che nei decenni non ha fatto altro che finanziare sempre gli stessi corsi, tralasciando interi altri settori dove adesso la “manovalanza” langue.
Uno scenario tipico della Sicilia dove, specie per quanto riguarda il mercato del lavoro, non si guarda mai oltre il palmo della propria mano con risultati che poi sono evidenti, ovviamente in senso negativo.
Ciò che viene fuori da un’analisi della Camera di commercio di Milano sui dati del registro imprese al primo trimestre 2017 e 2016 è che onestamente un pò in tutta Italia questo settore appare in crescita. In questo panorama però la Sicilia cresce molto meno delle altre regioni, anche perchè al di là della crisi il comparto è in tutta evidenza oberato di questo tipo di professionalità. Mentre la media nazionale si attesta ad una crescita dell’1% confrontando il primo semestre del 2016 con lo stesso periodo di quest’anno di parrucchieri ed estetisti, categoria della quale fanno anche parte i barbieri, in Sicilia invece si cresce la metà, quindi lo 0,5%. Questo per effetto delle 8.712 attività di quest’anno contro le 8.667 dello scorso anno. A pesare sono le contrazioni avvenute in ben quattro province siciliane che quindi hanno pesato sulla media: ad Agrigento, Messina, Ragusa e Trapani ci sono state più chiusure che aperture nell’ultimo anno. La provincia più in salute per questo settore è sicuramente, un po’ a sorpresa per la sua economia “depressa”, Enna che addirittura ha visto una crescita di queste attività del 4,2%, seguita da Catania con il +1,6%.
Una buona fetta dei titolari d’impresa in questo ambito è di sesso femminile: rappresentano il 44,8%, comunque nettamente inferiore alla media nazionale che supera il 60. Un dato che conferma l’errore della Regione di finanziare troppi costi di formazione per estetisti e parrucchieri è rappresentato dalla quota giovanile titolare di imprese di questo genere: appena il 13,2%.
Considerato che la formazione professionale serve soprattutto ai più giovani per inserirsi nel mondo del lavoro e per acquisire nuove professionalità, questo dato non è altro che la conferma che chiaramente qualcosa deve essere rivisto sotto questo aspetto. Invece purtroppo nell’Isola la Regione continua ancora a foraggiare questo settore. Ad esempio dando uno sguardo alla graduatoria approvata quest’anno nell’ambito dei percorsi formativi finanziati con la misura 2A di Garanzia giovani denominata “Formazione mirata all’inserimento lavorativo”, si nota come estetisti e parrucchieri impazzano e incassano soprattutto. Su 1.059 percorsi formativi approvati dalla Regione e utilmente piazzati quasi 200, quindi attorno al 20 per cento del totale, si sono esclusivamente dedicati a questo tipo di formazione per acconciatori ed estetisti.
A guardare l’ultimo rapporto del ministero del Lavoro sulle professioni più ricercate in Sicilia i numeri sono abbastanza evidenti. Di estetisti e parrucchieri non c’è nemmeno l’ombra. Il ministero ha fatto un quadro statistico delle professioni più ricercate in Italia sulla base delle comunicazioni obbligatorie inoltrate ai Centri per l’impiego. Tra gli uomini, in cima alla graduatoria delle professioni più richieste, ci sono i braccianti agricoli (15,1 per cento degli avviamenti con 767.405 assunzioni), camerieri (8,1 per cento, 441.262 assunzioni), manovali e personale non qualificato dell’edilizia civile (4,3 per cento, 217.777 assunzioni) e cuochi (3,9, 196.870 assunzioni).

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