Destra e Sinistra moderne? No, sono nate nel 1789 - QdS

Destra e Sinistra moderne? No, sono nate nel 1789

Carlo Alberto Tregua

Destra e Sinistra moderne? No, sono nate nel 1789

venerdì 18 Agosto 2017

Parole vuote di chi non ha idee

Lo sappiamo tutti che ormai le parole Destra e Sinistra si riferiscono a certi raggruppamenti partitocratici che rappresentano delle linee politiche. Per semplificare, nella Destra si collocano i moderati, i conservatori ed altri; nella Sinistra si trovano gli ex comunisti, ex socialisti ed altri.
Ma sappiamo anche che ormai Destra e Sinistra sono parole vuote, prive di significato, che vengono utilizzate per ingannare il popolo bue, cioè quella parte della gente che, avendo scarsa cultura, beve tutto e va avanti più per simboli, per illusioni, per ipotesi che non per comportamenti concreti del fare e del fare bene.
Nel mondo della comunicazione le parole hanno assunto una importanza che non hanno perché non vengono utilizzate in modo adeguato ed appropriato e perché hanno una funzione illusoria piuttosto che concreta.
I blablatori aumentano di numero: ciò perché vi è il mercato dei bevitori del bla bla bla, cioè di quella gente che non ha capacità di distinguere il vero dal falso.

Ma torniamo a Destra e Sinistra: si tratta di parole o di modi di dire moderni? Neanche per sogno. Sono parole utilizzate per la prima volta nell’Assemblea nazionale francese, che si insediò subito dopo la presa della Bastiglia, il 14 luglio del 1789.
In quella Assemblea presero posto sulla destra del banco della presidenza i conservatori, mentre sulla sinistra i radicali. Da allora, questo modo di configurare l’emiciclo di un’assemblea, ma anche la collocazione teorica di chi fa politica, è rimasta nel gergo e nel modo di dire popolare, senza che, chi le usa, ne sappia l’origine.
Ma questo non è importante; è importante che ancora si usino parole desuete e prive di significato per gabellare i cittadini, a distanza di ben 228 anni dalla loro prima utilizzazione.
Oggi, com’è noto, non esistono più Destra e Sinistra, e neppure il Centro, formato da un’accozzaglia di parrucconi e di privilegiati, che cercano di succhiare il sangue ai cittadini, senza alcuna remora.
Oggi, più che mai, esistono le persone perbene e quelle per male, coloro che puntano all’interesse generale e una moltitudine famelica che punta ai propri interessi.
 

Il culto del dovere è stato sostituito dal culto del diritto. Sentiamo pochi che elencano ciò che dovrebbero fare, mentre quasi tutti sostengono con forza, ed anche con veemenza, ciò che hanno diritto ad avere. Gli illusionisti e i menzogneri ci ricordano quel bugiardo che voleva dimostrare l’aumento della temperatura nella propria stanza, riscaldando con la mano il bulbo del termometro. Di tali menzogneri son piene le fosse. Gente che persegue la notorietà con ogni mezzo imbrogliando a destra e a manca.
Diversa cosa è invece la fama, che una persona ottiene perché gli altri gliela attribuiscono, mentre non fa nulla per attrarla. Essa si conquista con meriti eccezionali che derivano da azioni ed opere di cui ha beneficiato il prossimo.
Quanto precede non è farina del nostro sacco, ma il pensiero di Arthur Schopenhauer (1788-1860) nel suo Il giudizio degli altri.
Contraria alla fama c’è l’invidia: un sentimento negativo che attanaglia la maggior parte delle persone che una volta si chiamavano omuncoli e donnicciuole. Tutti costoro purtroppo sono approdati nelle istituzioni e oggi risentiamo della loro pochezza.

Destra e Sinistra non sono neanche utopia, ma semplicemente termini vuoti e privi di significato, con la conseguenza che chi li usa non ha propria materia grigia e non fa altro che replicare le stupidaggini che dicono gli altri.
È vero che siamo in agosto, mese che solo in Italia è cancellato dalle attività lavorative – salvo quei bravissimi pubblici dipendenti che lavorano di festa e di notte, ed altri bravissimi dipendenti privati che lavorano nelle reti commerciali, nel settore turistico e in altri luoghi dove è impossibile fermare le macchine. Ma è anche vero che quantomeno le ferie dovrebbero consentire ad ognuno di fare quelle riflessioni sull’andamento generale del Paese, in modo da prepararsi a partecipare e ad immischiarsi nella Cosa pubblica.
Non è consentito, infatti, rinchiudersi nel proprio orto, perché l’interesse generale è soprattutto quello delle future generazioni, che abbiamo il dovere di proteggere.

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