Beni confiscati, record d'inutilizzati - QdS

Beni confiscati, record d’inutilizzati

Adriano Agatino Zuccaro

Beni confiscati, record d’inutilizzati

sabato 19 Agosto 2017

In Sicilia il maggior numero d’immobili destinati (4.735), ma anche quello di non assegnati e ancora in gestione (4.218). Sodano, direttore Anbsc: “Enti locali non hanno le idee chiare e i finanziamenti per ristrutturarli”

PALERMO- L’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc) è al lavoro per rendere gli scambi informativi più veloci e lenire ritardi ed omissioni. La Sicilia è la regione italiana col maggior numero di immobili destinati (in uso): 4.735, ma anche quella col maggior numero di beni immobili in gestione (4.218), cioè ancora in mano all’Agenzia e non “sfruttati”. Ad aprile è stato nominato il nuovo direttore dell’Agenzia: il prefetto Ennio Mario Sodano, che, nel corso di un’intervista concessa al nostro giornale sottolinea: “I problemi nelle assegnazioni sono spesso dovuti al fatto che alcuni Enti non hanno un’idea ben chiara di cosa fare degli immobili e può diventare difficile ottenere dei finanziamenti per ristrutturarli”.

La Relazione sull’attività svolta dall’Agenzia, coi dati aggiornati al 28 febbraio 2017, certifica nella banca dati a livello nazionale 16.696 immobili (fabbricati e terreni), 7.800 beni finanziari, 2.078 beni mobili, 7.588 beni mobili registrati e 2.492 beni aziendali. Nel 2016 i beni mobili registrati destinati sono stati 662 contro i 398 del 2015 e i 145 del 2014. Sempre nel 2016 il 35% di tali beni sono andati in assegnazione alle Forze dell’ordine, il 23% è stato venduto, il 19% distrutto o demolito, il 15% è andato in cessione gratuita e l’8% in cessione ai VV.FF per soccorso pubblico.

“Si tratta di numeri tendenzialmente sottostimati, in quanto il completo censimento deve ancora completarsi. Sono state completate, infatti, le operazioni di verifica e validazione dei dati analitici dei beni delle seguenti regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria. Campania, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria, ossia il 60% della totalità delle Regioni” si legge nel rapporto.
Consultando il sistema openRegio messo in piedi dall’agenzia, notiamo che a luglio sono stati implementati alcuni dati e tra questi quelli siciliani. Dati ancora in elaborazione sugli immobili in gestione per Liguria, Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia.
“L’opera di censimento procede parallelamente a quella di pubblicazione dei dati. In tal senso nella sezione Infoweb Beni Confiscati della piattaforma OpenReGIO, vengono messi a disposizione per consultazione via web i dati aggiornati in tempo reale, ossia al momento della avvenuta validazione dei provvedimenti ablativi ricevuti allorché gli operatori completano la fase istruttoria di imputazione e verifica degli atti ricevuti” prosegue il testo.
Dei 4340 immobili in confisca definitiva, che costituiscono il 61% dei beni in gestione, 530 di questi sono inseriti nelle convocate conferenze di servizio per l’acquisizione delle manifestazioni di interesse.
Per gli altri beni sono in corso le verifiche sull’esistenza di eventuali criticità che possono interferire con la destinazione (occupazione abusiva, fatiscenza, mancanza di conformità urbanistica, confisca pro-quota, mancata verifica dei crediti e approvazione del piano di riparto da parte A.G.) nonché l’acquisizione della documentazione tecnica concernente i fabbricati presso i Comuni.
Allo stato l’Anbsc gestisce sul territorio nazionale, alla data del 28 febbraio 2017, 3.093 procedimenti giudiziari di cui 2.410 relativi a misure di Prevenzione e 684 relative a misure cautelari reali ex 12 sexies del DL 356/92 (c.d Confisca Penale o allargata). Dei predetti procedimenti in gestione ben 2.325 sono nella fase di confisca definitiva.
Per quanto riguarda le aziende, la quasi totalità delle destinazioni è stata finalizzata, nel 2016, alla liquidazione (95%). Nelle more del conferimento dell’incarico, ai fini del miglior orientamento della vendita o dell’affitto, si è preferito concentrarsi sulla liquidazione di quelle aziende che non più produttive, gravavano di costi ed oneri non più necessari l’attività di gestione.
Un ultimo accenno alle destinazioni dei beni riguarda i beni mobili registrati. Per questi ultimi, il 35% dei beni mobili registrati destinati nel 2016 è stato assegnato alle Forze dell’ordine mentre l’8% è stato destinato al Corpo dei Vigili del Fuoco per le attività di soccorso pubblico, anche connesse alle recenti calamità.
Dietro a tali performance più o meno positive c’è una rete di procedimenti, relazioni incrociate, progetti da realizzare. Iter non sempre lineari che necessitano di continui aggiornamenti anche per gli addetti ai lavori. Ecco perché il direttore punta sulle conferenze di servizio nel corso delle quali “favoriamo la destinazione degli immobili e diamo indicazioni su cosa è possibile fare per reperire i fondi perché ci sono varie strade” (vedi intervista completa in basso, ndr).
Enti e Comuni disinformati o in malafede, procedure farraginose, lentezza della burocrazia, possono nuocere al sistema e minano il valore “pedagogico-educativo” che la corretta e celere destinazione di un bene sottratto alla criminalità organizzata rappresenta per la collettività.
 


Il prefetto Ennio Mario Sodano: "Dare maggiori capacità all’Anbsc attraverso strumenti informatici e la collaborazione con Enti e Istituti"
 
Nella seduta del Consiglio dei Ministri del 28 aprile scorso è stato nominato direttore dell’Anbsc il prefetto Ennio Mario Sodano. A tre mesi di distanza dalla sua nomina, il nuovo direttore fa il punto della situazione: obiettivi, rapporti con gli enti locali e focus sulla nostra Isola.
Programmazione e obiettivi prefissati dall’Anbsc per l’anno in corso…
“L’Agenzia sta completando un piano molto corposo di destinazione degli immobili. Negli ultimi anni si è proceduto a moltissime assegnazioni: le ultime, poche settimane fa in Puglia e poco prima in Sicilia. Puntiamo a potenziare l’agenzia, un potenziamento che significa dare capacità maggiori all’agenzia sia attraverso lo strumento informatico sia attraverso la collaborazione con enti ed istituti. Per quanto riguarda la programmazione abbiamo una serie di attività avviate attraverso l’uso del Pon legalità e il Pon governance che ci consentirà di completare il processo di informatizzazione e della messa in rete di tutte le informazioni che ha l’agenzia. Naturalmente tutto questo presuppone una collaborazione che è già avviata col ministero di Grazia e giustizia. Spesso si dice che l’agenzia non fornisce tutti i dati ma i dati che fornisce l’agenzia sono quelli che ottiene dall’amministrazione della giustizia. I dati in nostro possesso sono già tutti in rete ma dobbiamo migliorare”.

Come vanno i rapporti con la pubblica amministrazione? Perché, a volte, alcuni beni vengono ‘ignorati’ dagli Enti?

“La questione è complessa e non attiene tanto ai rapporti con la pubblica amministrazione quanto alla capacità della pubblica amministrazione di disporre dei fondi necessari per gestire un bene. Nelle conferenze di servizio che facciamo in giro per l’Italia favoriamo la destinazione degli immobili e diamo indicazioni su cosa è possibile fare per reperire i fondi perché ci sono varie strade. è vero che spesso per i piccoli Comuni non è facile avviare una procedura per ottenere finanziamenti però, sotto questo punto di vista, noi stiamo offrendo collaborazione e speriamo che questa collaborazione dia i suoi frutti. I Comuni sono i primi destinatari di questi immobili e la situazione è molto variegata: in alcune zone del Paese ci sono difficoltà di natura politica: dove ci sono infiltrazioni criminali nell’amministrazione comunale sorgono dei problemi. Nella maggior parte dei casi, invece, problemi sono dovuti al fatto che non si ha un’idea ben chiara di cosa fare dell’immobile e può diventare difficile ottenere dei finanziamenti per ristrutturarli. Vorrei fosse chiaro che molti immobili hanno problemi strutturali e subiscono nel corso dei provvedimenti vicende complicate, quindi bisogna distinguere i vari tipi di immobili”.
Come procedono le assegnazioni in Sicilia?
“Abbiamo completato da poco la destinazione di 445 immobili con una manifestazione che si è svolta a Palermo il 27 aprile scorso. Molti di questi immobili sono stati destinati al demanio perché saranno utilizzati per le Forze dell’ordine come alloggi di servizio e come uffici. I restanti sono destinati ai Comuni per le finalità istituzionali oppure sociali. La procedura è andata bene ma adesso bisognerà vigilare con le Prefetture, le Forze dell’ordine e i sindaci affinché questi immobili vengano messi in condizione di poter essere utilizzati per gli scopi previsti dalla legge.
Le difficoltà ci sono ma l’agenzia è pronta a dare aiuto e consulenza in varie forme ai comuni. è un’attività fondamentale perché al di là del valore economico, dobbiamo ricordare che l’assegnazione di questi immobili è un valore pedagogico-educativo perché serve a far comprendere, soprattutto ai giovani, che la lotta alla mafia si può fare, è giusta eticamente e paga in termini di sviluppo e in termini economici”.

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