Per gli immobili detrazioni e assicurazione obbligatoria - QdS

Per gli immobili detrazioni e assicurazione obbligatoria

Carlo Alberto Tregua

Per gli immobili detrazioni e assicurazione obbligatoria

mercoledì 30 Agosto 2017

Mettere in sicurezza case e imprese

I terremoti che hanno devastato l’Italia, dal dopoguerra in avanti, l’incapacità delle Regioni, delle Province e dei Comuni di mantere i territori in condizioni da non creare pericolo idrogeologico, l’insipienza dei Governi che non hanno approntato una legge di prevenzione, sia dei terremoti che per gli smottamenti, l’esteso abusivismo, hanno creato una situazione senza soluzioni di breve periodo.
Soprattutto in questi ultimi vent’anni, la classe politica ha utilizzato nuovi strumenti che sono i sondaggi, per catturare l’umore dell’opinione pubblica a ogni provvedimento legislativo, con la conseguenza che non sono state adottate quasi mai scelte impopolari, ma che sarebbero servite all’interesse generale.
Cosicché, non si sono cercate soluzioni di medio e lungo periodo relative alla prevenzione, sia contro i sisma, né contro i gravi eventi che hanno colpito tutto il territorio italiano: dalle esondazioni ai crolli, allo scivolamento di intere montagne e così via.

Per i milioni di immobili a rischio sismico le soluzioni preventive ci sono, adottate anche da altri Paesi. Non è più accettabile che lo Stato spenda per risarcire i danni e ricostruire gli immobili pubblici e privati, molto di più di quanto spenderebbe se adottasse misure preventive.
Fra queste, rendere obbligatoria l’Assicurazione antisismica, così come quella per la Responsabilità civile auto. Ovviamente, in una siffatta legge, dovrebbero essere inseriti tre correttivi: il primo è quello di stabilire le tariffe massime in relazione alle zone sismiche, e quindi alla pericolosità, alla tipologia degli immobili (civili abitazioni o commerciali), alla loro ubicazione (alta o bassa densità costruttiva) e così via. Tali tariffe dovrebbero essere controllate dall’Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni).
Una seconda misura correttiva riguarderebbe la detrazione, almeno parziale, del premio assicurativo dall’Imu dell’immobile o, nel caso di prima casa esente da Imu, dalle imposte sulla stessa.
Una terza misura si riferirebbe all’assicurazione che lo Stato dovrebbe fare su tutti gli immobili in proprietà e sugli altri confiscati che vengono affidati all’Agenzia nazionale per la gestione dei beni confiscati. Gli immobili in locazione, invece, sarebbero assicurati dai proprietari.
 

Le soluzioni che precedono sono talmente semplici che non ci spieghiamo perché non vengano adottate con estrema rapidità. Esse non creerebbero vantaggio alle assicurazioni, perché i premi sarebbero controllati e ragguagliati ai rischi. Peraltro, le compagnie di assicurazione, a loro volta, si riassicurano con compagnie internazionali frazionando e dividendo così il rischio.
Con le soluzioni indicate, inoltre, vi sarebbe una forte semplificazione delle procedure e quindi una minore utilizzazione della Pubblica amministrazione, che come è noto ostruisce anziché agevolare le ricostruzioni.
Poi, occorrerebbe che Stato, Regioni, Province e Comuni avessero pronti i Piani di ricostruzione nel caso in cui si verificassero terremoti. Nei Comuni esistono già, ma non in tutti, i Piani di Protezione civile, che servono per la contingenza, ma non ci sono i Piani del dopo terremoto per riportare la situazione alla situazione precedente l’evento.

In un altro editoriale abbiamo descritto le agevolazioni fiscali esistenti per cittadini e imprese che spontaneamente intendano realizzare opere per rendere resistenti gli immobili fino al settimo grado della scala Richter. Tali agevolazioni sono fortemente incentivanti per i condomìni, ove si sa che è molto difficile raggiungere il quorum deliberativo relativamente alle spese antisismiche.
Ed ecco che la Legge organica per focalizzare i diversi elementi della materia dovrebbe prevedere obblighi affinché tutti, ma proprio tutti, i proprietari di immobili fossero costretti, da un canto a realizzare le opere, e dall’altro per avviarle. Quindi, sui due piatti della bilancia vi sarebbero gli oneri e i vantaggi.
Non pensiamo che tutti i cittadini e le imprese italiane attuerebbero tale ipotesi legislativa, ma crediamo che molti comincerebbero ad attivare i meccanismi per realizzare quello che è stato fatto in Giappone in settant’anni a partire dal dopoguerra.
Decidere così è fare buona politica. Peccato che manchino i buoni politici.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017