Sinistra, Navarra si defila. È Claudio Fava il candidato - QdS

Sinistra, Navarra si defila. È Claudio Fava il candidato

Raffaella Pessina

Sinistra, Navarra si defila. È Claudio Fava il candidato

martedì 05 Settembre 2017

Il vice Presidente dell’Antimafia sostenuto da Prc, Mdp, Si e Verdi. La Rosa (Siciliani Liberi): “Nessuno ha un programma”

PALERMO – Per le elezioni regionali del prossimo 5 novembre la sinistra ha deciso: sarà Claudio Fava il candidato alla poltrona di presidente della Regione. È quanto si legge in una nota congiunta firmata  dal vice Presidente dell’Antimafia con l’editore Ottavio Navarra, che era stato indicato come candidato da Prc e da altri partiti di sinistra prima dell’avvio del dialogo con Mdp e Sinistra italiana, che si erano già  espressi a favore di Fava.
La candidatura di Fava verrà ufficializzata nel corso di una assemblea che si terrà il prossimo 10 settembre, anche se il luogo non è stato ancora deciso.
Intanto, il vice Presidente dell’Antimafia sarà giovedì a Messina e a Capo d’Orlando (Me) per un’iniziativa di Art.1-Mdp, alla quale è prevista anche la partecipazione di Massimo D’Alema. Fava gode dell’appoggio di tutta la sinistra, essendo anche arrivato il via libera di Prc che aveva sostenuto Ottavio Navarra, il quale ha deciso di fare un passo indietro.
Nella nota Fava e Navarra spiegano di essere convinti che si tratti in Sicilia di una sfida “inedita” che non si esaurirà dopo il 5 novembre. Sul piano programmatico è stato ribadito un impegno sul tema dei beni comuni e sulla necessità “di una oculata gestione ponendo fine ai processi di privatizzazione, la necessità di una azione contro le povertà in Sicilia, l’opportunità di offrire risposte al diritto allo studio”.
“La crisi di funzionamento e di credibilità dell’Ars – prosegue la nota –  con la costante delegittimazione del ruolo storico dell’Autonomia siciliana, sono da addebitare alla responsabilità di un ceto politico trasformista, dedito alla sua autoconservazione e a garantire esclusivamente clientele ed affari. Nella stessa direzione vanno privatizzazioni, sperpero e perdita delle risorse comunitarie, rapina delle ricchezze naturali, devastazioni ambientali, degrado dell’assetto idrogeologico dei territori, incuria e abbandono del patrimonio boschivo, storico e paesaggistico, negazione dei diritti costituzionali, della salute come del sapere e dell’assistenza ai soggetti svantaggiati”. Fava e Navarra attribuiscono al Pd la principale responsabilità di questa situazione e da ciò nasce la volontà di costruire una alternativa al Pd e ai poli politici esistenti.
Roberto La Rosa, candidato Presidente per il movimento ‘Siciliani liberi’ sottolinea la mancanza di programmi da entrambe le coalizioni di centro destra e centro sinistra: “La verità è che nessuno ha un programma perché c’è in atto una corsa alla conquista del potere: i partiti sono impegnati nella scelta a tavolino dei candidati per logiche spartitorie da vecchia politica, vendono solo slogan come fanno anche i 5stelle. A nessuno interessa il bene della Sicilia. Noi siamo gli unici ad avere un programma vero, messo a servizio del popolo siciliano”. La Rosa definisce un teatrino quello degli altri politici candidati e definisce il proprio l’unico progetto “serio e articolato che punta decisamente al rilancio dell’economia e dell’occupazione attraverso l’istituzione della zona economica speciale. Sui precedenti politici di fava scrive Michele Anzaldi, del Partito Democratico, spiegando come il candidato di Siciliani Liberi raggiunse solo il 6 per cento alle regionali del 2012 con la lista Claudio Fava Presidente. Fava, peraltro aveva dovuto rinunciare all’ultimo momento per il mancato passaggio per tempo della sua residenza in Sicilia. Anzaldi aggiunge che alle europee del 2014 la lista Tzipras ottenne il 3,5%. “Insomma, la candidatura dei partiti dell’estrema sinistra – prosegue Anzaldi – tutti uniti con Fava leader non è una novità.
 
L’unica novità, rispetto a cinque anni fa, è Massimo D’Alema: oggi appoggia Fava, e la campagna non a caso inizia proprio con un comizio del leader Mdp con il candidato della sinistra. Ma rispetto al 2012 c’è un rischio in più, stavolta il raggruppamento di sinistra un risultato potrà raggiungerlo: consegnare la Regione all’improvvisazione e inadeguatezza del Movimento 5 stelle o al populismo della destra estrema”. Anzaldi difende la candidatura di Micari che definisce “l’unica vera novità in campo per la Sicilia, l’unica vera proposta di cambiamento. Unico tra i candidati a non venire dalla politica dell’Ars e a non essersi mai candidato prima, conosce la macchina pubblica e ha una visione internazionale della Sicilia”.
Dal centrodestra si leva la voce di Gaetano Armao, che sottolinea la bontà della scelta della propria coalizione: “Se più sondaggi disegnano lo stesso scenario, significa che la scelta del centrodestra di unirsi attorno a un unico programma e a un tandem di  guida è stata una scelta saggia nella quale hanno prevalso le ragioni  sulle divisioni”. “Da oggi fino al giorno delle elezioni dobbiamo lavorare per conquistare il consenso dei siciliani – ha aggiunto Armao – soprattutto di coloro che per sfiducia si sono allontanati dalla partecipazione democratica, spiegando con chiarezza ciò che il governo regionale farà per la Sicilia, puntando a crescita e sviluppo”.

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