Siccità, in Sicilia parte la conta dei danni - QdS

Siccità, in Sicilia parte la conta dei danni

Michele Giuliano

Siccità, in Sicilia parte la conta dei danni

martedì 05 Settembre 2017

Il dipartimento regionale dell’Agricoltura ha aperto i termini per la presentazione delle istanze in favore degli agricoltori. Realizzata dalla Coldiretti una “mappa delle sete” delle campagne italiane

PALERMO – Con la Sicilia assetata, e non solo le città ma anche le campagne, la Regione decide di avviare la conta dei danni per capire realmente lo stato di salute dell’agricoltura. Al momento non si hanno certezze ma solo sinistri presagi e l’impressione è che il settore abbia risentito di questa mancanza di piogge e ancora, nonostante l’estate sia agli sgoccioli, non è detto che il peggio sia alle spalle.
Il dipartimento regionale dell’Agricoltura ha aperto i termini per la presentazione delle istanze in favore degli agricoltori la cui azienda ha subito danni a causa proprio di questa perdurante siccità: “La finalità della segnalazione, come specificato nell’avviso del Dipartimento, – afferma il funzionario regionale ed agronomo Renzo Di Trapani – è quella di orientare gli accertamenti da parte degli uffici preposti per effettuare la necessaria delimitazione territoriale. Per ogni e qualsiasi informazione gli agricoltori interessati possono recarsi presso gli uffici territoriali dell’agricoltura (ex condotte agrarie, ndr) del proprio territorio”.
L’avviso completo con la relativa modulistica per la segnalazione dei danni è scaricabile dal sito internet del dipartimento regionale dell’Agricoltura della Regione Siciliana. L’incubo di un’emergenza idrica prende sempre più forma anche per la scarsezza delle riserve idrica. Basti pensare alla diga Jato di Partinico, uno degli invasi più importanti della Sicilia, dove addirittura è ricomparsa la vecchia strada costruita da Gaspare La Franca nel 1910. Sono, infatti, ormai visibili anche detriti e fanghiglia. Se l’autunno dovesse riservare cattive sorprese, le ripercussioni sarebbero pesanti. L’Amap, che gestisce l’acqua della diga di Partinico e di altri bacini del palermitano, ha avviato una serie di iniziative che tendono a garantire al massimo il servizio. In più occasioni il Comune e la Regione si sono incontrati per discutere su un problema che ha colpito non solo la Sicilia. l’invaso partinicese oggi conta appena 19 milioni di metri cubi di acqua, il 31 per cento della sua capacità complessiva. Proporzione sostanzialmente quasi uguali per tutti gli altri invasi, quindi Piana degli Abanesi, Scanzano e Rosamarina.

Nelle settimane scorse la Coldiretti ha stilato una sorta di “mappa della sete”
delle campagne italiane. “Con il prolungarsi dell’assenza di pioggia sul territorio italiano l’allarme siccità si è ormai esteso ad oltre i 2/3 della superficie agricola nazionale – spiega l’associazione -, interessando praticamente tutte le regioni anche se con diversa intensità”. La crisi idrica è provocata sì da un’estate eccezionalmente calda, ma anche da problemi cronici della rete idrica italiana. Utilitalia, che riunisce i gestori idrici, segnala che le perdite in media sono del 40%: la spesa per la manutenzione della rete è di 32-34 euro per abitante, mentre ne servirebbero 80. Per i gestori, oltre agli investimenti servirebbe tagliare gli sprechi nelle abitazioni e riutilizzare in agricoltura l’acqua dei depuratori. “Se vogliamo continuare a mantenere l’agricoltura di qualità – spiega Coldiretti – dobbiamo organizzarci per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi con interventi strutturali che non possono essere più rimandati. Occorrono in particolare interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, creando bacini aziendali e utilizzando le ex cave e le casse di espansione dei fiumi per raccogliere acqua”.

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