Centrosinistra, Alfano conferma ma perde pezzi - QdS

Centrosinistra, Alfano conferma ma perde pezzi

Raffaella Pessina

Centrosinistra, Alfano conferma ma perde pezzi

venerdì 08 Settembre 2017

Troppe divisioni e un conto da pagare: il sostegno lungo 5 anni a Crocetta. Fabrizio Micari, intanto, ha annunciato il congedo da rettore

PALERMO – Fabrizio Micari si è messo in congedo per due mesi dalla carica di rettore di Palermo. Il candidato presidente della Regione siciliana per il Centrosinistra, che ha incassato anche il via libera del leader di Ap Angelino Alfano, ha formalizzato la sua decisione agli organi di governo dell’ateneo. “Nessun obbligo, ma ragioni di opportunità”, ha spiegato, “in questo modo intendo tenere distinte e separate l’Università e l’attività di candidato”. Al suo posto arriva il prorettore Fabio Mazzola che lo sostituirà in questo periodo in cui Micari sarà impegnato per la campagna elettorale. Il candidato del Centrosinistra ha incontrato ieri le forze di coalizione: i centristi, il Megafono di Crocetta, Sicilia Futura, Lista dei territori di Orlando e il Pd. A seguire c’è stato invece un incontro tra Micari e i dirigenti del Pd.
All’interno della coalizione resta comunque il neo di quella fronda che ha deciso di appoggiare la candidatura di Claudio Fava, che dimostra come le divisioni che hanno caratterizzato gli anni della passata legislatura all’interno del gruppo del Pd all’Ars, sono ancora vive e rischiano di indebolire il Centrosinistra nella corsa alle poltrone per le prossime consultazioni regionali del 5 novembre.

Michele Ragosta di Mdp critica questa divisione
: “La scelta fatta in Sicilia di tirarsi fuori dal ragionamento che aveva messo in campo il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, per creare un’aggregazione civica aperta un pò a tutti, è stato un errore che mette in discussione lo spirito della costruzione di un campo largo e unitario del centrosinistra perché Giuliano Pisapia è sempre stato chiaro su questo punto: fino all’ultimo vuole costruire un nuovo centrosinistra concorrenziale al Partito Democratico e non una sinistra identitaria e di testimonianza”. “La scelta della Sicilia – ha aggiunto Ragosta – va in questa direzione. Non condividiamo l’impostazione che Renzi ha dato a questo partito, però il nostro compito è quello di non tirarci dietro e fare una battaglia fino alla fine chiedendo una modifica della legge elettorale che prevede la coalizione e fare le primarie per la scelta della leadership, di cambiare alcune cose, recuperando il rapporto con la sinistra storica. In Sicilia si corre il rischio di far vincere facilmente il centrodestra o il Movimento 5 Stelle se non si punta ad un’aggregazione unitaria con il Pd. Per questo – ha concluso – non condivido la scelta di chiudersi e di puntare su Claudio Fava, che è un amico ed una persona perbene che assicura rispetto, però politicamente penso che stia facendo insieme agli altri una scelta sbagliata”.
Ora che si stanno avvicinando le elezioni mentre il Centrodestra ha ritrovato equilibrio grazie a vari passi indietro per unire i voti e puntare alla vittoria e i Cinquestelle mantengono l’unità da sempre, a sinistra i problemi continuano a indebolire la coalizione e già si sentono i primi mal di pancia: Dario Ginefra del Pd lancia l’allarme che “per il protagonismo di pochi si rischia di far scomparire una comunità di tanti. Siamo impegnati quotidianamente a contenderci l’eredità della sinistra in una lite continua con pochi protagonisti che decidono anche per noi. La Sicilia sarà un banco di prova e ritengo che sia una follia suicida non riuscire a far sintesi”. Bruno Tabacci, vicino all’ex sindaco di Milano Pisapia, ha affermato di non capire la contrarietà di Mdp per la presenza di Ap nell’alleanza di sinistra quando al tempo delle elezioni del sindaco di Palermo, tra le liste a sostegno del sindaco Orlando ce n’era una che si chiamava ‘Democratici e popolari’ con Pd e Ap. Tabacci sottolinea anche come il “perdurare delle polemiche potrebbe portare Pisapia a lasciar perdere”.
Insomma, le polemiche che spesso hanno animato Sala D’Ercole a Palazzo dei Normanni all’interno della maggioranza, riemergono inevitabilmente facendo correre un grosso rischio alla sinistra che già si trascina la criticata esperienza del Governo Crocetta. Ma sulla questione della presenza di Ap, ormai definitiva, per il sostegno a Micari interviene Massimo D’Alema. “È il Partito democratico in Sicilia che ha rotto il Centrosinistra con l’alleanza con Alfano, e noi ne abbiamo preso atto. La vicenda siciliana ha avuto uno sviluppo che non può essere ignorato”. Ed ha aggiunto: “Tutti sanno che il Partito democratico ha fatto questo accordo con Alfano al punto che i giornali hanno scritto, non so se sarà confermato ma temo di sì, che questo accordo prevede già un ticket con La Via, indicato come vicepresidente. Purtroppo – ha osservato ancora l’ex premier – la vicenda si è già conclusa, mi sembra difficile poterla recuperare, a meno che il Partito democratico non cambi strada”.

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