Una penna per diagnosticare i tumori in soli dieci secondi - QdS

Una penna per diagnosticare i tumori in soli dieci secondi

redazione

Una penna per diagnosticare i tumori in soli dieci secondi

venerdì 08 Settembre 2017

Strumento messo a punto dai ricercatori dell’università del Texas

ROMA – Da oggi bastano 10 secondi per scoprire se si è affetti da cancro. Tutto ciò grazie a una penna capace di analizzare i tessuti biologici e riconoscere un tumore in soli 10 secondi. Sperimentata nei topi, la penna ha dimostrato di essere 150 volte più veloce rispetto alle attuali tecnologie e di dare risultati accurati al 96%. Tanto che i ricercatori contano di sperimentarla nell’uomo a partire dal 2018, negli interventi di chirurgia per la rimozione dei tumori.
La penna può essere molto utile ai chirurghi per avere informazioni diagnostiche precise e in tempo reale su quale tessuto rimuovere o conservare, migliorando la terapia e riducendo le probabilità di recidive. Riconosce le molecole chiamate metaboliti, prodotte dalle cellule viventi, sia sane che cancerose, e che hanno funzioni molti importanti, come produrre energia e rimuovere le tossine.
Ogni forma di tumore produce dei metaboliti particolare, come una sorta di firma molecolare. Dopo aver analizzato i campioni dei tessuti tumorali di 253 pazienti (polmone, ovaie, tiroide e seno), i ricercatori sono riusciti a sviluppare un ‘profilo molecolare’, arrivando così a identificare i tumori con un’accuratezza del 96%.
La penna riesce a estrarre le molecole dal tessuto con pochissima acqua, e le trasferisce attraverso un tubo flessibile allo spettrometro di massa, che calcola la massa delle molecole presenti nel campione. Il risultato compare dopo qualche secondo sullo schermo di un computer, a volte indicando anche il nome del sottotipo di tumore.
La penna, dotata di una punta stampata in 3D con un materiale biocompatibile, è stata testata anche su topi viventi, riuscendo a identificare i tumori in modo affidabile e senza danneggiare i tessuti sani. È infatti importante non rimuovere troppo tessuto sano, durante la chirurgia, per non provocare effetti collaterali ai pazienti, come danni ai nervi o ai muscoli.
Il risultato, pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine, è stato ottenuto nell’università del Texas ad Austin, dal gruppo della brasiliana Livia Schiavinato Eberlin.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017