Gli asini della Regione non sanno copiare - QdS

Gli asini della Regione non sanno copiare

Carlo Alberto Tregua

Gli asini della Regione non sanno copiare

sabato 09 Settembre 2017

Sicilia, potenzialità e inconcludenza

La Regione siciliana ha portato la Sicilia al disastro in questi ultimi otto anni, nel corso dei quali i cittadini hanno subito una crisi ben maggiore dei loro conterranei veneti, toscani, umbri, emiliani ed altri.
L’Istat pubblica subito i dati nazionali, ma con molto ritardo quelli regionali. I giornaloni amano ricamare su tali dati, ma evitano con molta cura di entrare nel merito delle profonde differenze economiche tra le regioni del Nord e del Sud. Ciò perché fa comodo ad essi: infatti, sotto una veste di apparente critica, sono filogovernativi, qualunque sia la parte che sta al governo. Solo qualche quotidiano nazionale è critico, ma lo fa per principio e quindi è poco credibile.
Dei giornali meridionali, pochi sono quelli che fanno inchieste a partire dai dati di analisi statistiche che hanno un preciso significato, perché riportano la vivibilità o meno dei diversi territori.
Il QdS ha sempre improntato la propria attività di questi quasi 40 anni su dati ufficiali, analizzando tutte le differenze dei diversi territori.

Risulta così che la Sicilia è indietro di 14 punti rispetto al Pil 2007 nonostante le continue bugie a riguardo del Presidente Crocetta. Qui la febbre è alta e non si vedono i buoni medici capaci di curarla adeguatamente. Cosicché la malattia si prolunga e debilita sempre più il corpo dei siciliani per bene.
Abbiamo più volte elencato le cause dell’incapacità della Regione di promuovere la risalita dell’economia e l’aumento dell’occupazione. Fra esse, la prima è la debolezza complessiva di un ceto politico che ha governato sotto diverse bandiere negli ultimi quindici anni, con importanti e luminose eccezioni che però non sono riuscite a migliorare la loro performance complessiva.
Al di sotto di esso vi è un ceto burocratico inefficiente, incapace, non preparato, non aggiornato, dentro il quale vi è una diffusa corruzione, di cui sono responsabili anche soggetti esterni.
Anche all’interno della burocrazia regionale vi sono professionisti di grande valore, ma proprio perché meritevoli, non si trovano nei posti giusti di comando, ove invece ve ne sono altri “gestibili”.
 

L’asino è un quadrupede da soma, detto anche ciuco o somaro. è simbolo dell’ignoranza, della zotichezze e della caparbietà. Accostando l’animale a tanti dipendenti regionali, non vogliamo arrecare nessuna offesa alle persone, sia ben chiaro, ma a chi svolge funzioni pubbliche. Si dirà, ma chi siete voi per pronunziare giudizi di tal fatta? Nessuno. E infatti, questi non sono giudizi, ma rilievi che si evincono dai fatti.
Se la Sicilia è lo scrigno di tesori di ogni genere, più volte elencati e su cui nessuno ha dubbi, come mai tali tesori non fanno crescere adeguatamente l’economia?
Se la Sicilia è al centro dei traffici marittimi del Mediterraneo, tutti quelli che provengono dall’Asia e che attraversano il Mar Rosso e lo Stretto di Suez, come mai non è in condizioni di intercettarli?
Se in Sicilia approdano gasdotti e condotte petrolifere dalla Libia e dall’Algeria, come mai non si riesce ad utilizzarne in loco la loro potenzialità economiche?

Se la Sicilia è una terra ove vengono coltivati prodotti agricoli di primo ordine, tra cui vite e frumento, come mai non vi è un Piano regionale per il sostegno e lo sviluppo di questi settori?
Se in Sicilia vi è un sole potente per undici mesi, come mai la Regione non stimola l’insediamento di impianti per la produzione di energia rinnovabile, anche utilizzando gli Rsu?
Se la Sicilia ha un elenco incommensurabile di beni culturali, archeologici, artistici e possiede paesaggi montani e marini meravigliosi, come mai i pernottamenti dei turisti sono fermi al misero numero di 13,4 milioni contro i 15 di Malta (Eurostat, 2016)?
L’elenco è lungo ma ci fermiamo.
Gli asini sono asini, perché se non lo fossero, basterebbe copiare, per le diverse questioni prospettate, le Regioni che funzionano bene: il turismo in Umbria, le industrie e il commercio in Lombardia, l’industria in Veneto, l’enogastronomia in Emilia e in Toscana. E copierebbe il sistema di produzione di energia utilizzando quell’enorme carburante che sono i rifiuti solidi urbani. Il tutto con efficienza.
Ma gli asini sono asini e non sanno neanche copiare.

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