L'Ars fa melina ma serve l'accetta - QdS

L’Ars fa melina ma serve l’accetta

Raffaella Pessina

L’Ars fa melina ma serve l’accetta

sabato 09 Settembre 2017

“In 5 anni 77,8 mln in meno” ma per il 2017 previsione da 160 mln, Consiglio Lombardia 82,5 mln, Toscana 27,5 mln. Costi della politica: -14 mln ma ogni deputato continua a costarci 21.000 € al mese

PALERMO – Si dice che nella vita tutto è relativo ed in effetti anche i numeri possono mentire quando non vengono opportunamente contestualizzati.
In Italia, da Nord a Sud, quando si parla di costi della politica, molto spesso il risparmio è tutta una questione di prospettiva. L’Assemblea regionale siciliana in questi giorni ha pubblicizzato il taglio significativo operato, a suo dire, nel bilancio interno. In cinque anni, si legge nell’informazione pubblicitaria comparsa su alcuni quotidiani regionali, Palazzo dei Normanni è costato 77,8 milioni in meno. Nel 2012 l’Ars è costata 165,4 mln, nel 2013 156,6 (a fronte dei 68 milioni della Lombardia), nel 2014 153,8 mln, nel 2015 invece 139,8. Nel 2016 costi nuovamente in aumento (142 mln). Per il 2017 la previsione è di 160 mln. Il Consiglio della Toscana prevede per il 2017 un costo di 27,5 mln.
Quale risparmio, dunque?
Il costo di ciascun deputato a carico della collettività si aggira intorno ai 21mila euro al mese poiché composto da una indennità lorda mensile di € 6.600 euro erogata per dodici mensilità, dal rimborso spese soggiorno (diaria) € 4.500 – Viene riconosciuta, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Palermo, indifferentemente se un parlamentare abiti proprio a Palermo o se venga da Ragusa. Il compenso per il collaboratore (portaborse) è pari a € 3.180: una volta la cifra era più elevata (4.500 euro), ma ci si chiede perché il deputato non possa sostenere come tutti i professionisti, il costo di un collaboratore, oppure non possa utilizzare, per il lavoro da deputato, il personale dei gruppi parlamentari.
Inoltre, i parlamentari percepiscono anche una indennità di funzione e di mansione pari a € 398,00.
A leggerla potrebbe sembrare una piccola cifra, ma bisogna moltiplicarla per i 12 mesi dell’anno e, per rendere il calcolo più semplice, è stata spalmata su tutti i 90 parlamentari, mentre godono di questa indennità il presidente dell’Ars, i due vice presidenti, i capigruppo parlamentari, i componenti del consiglio di presidenza e i presidenti, vicepresidenti e segretari delle commissioni.
Ai deputati viene corrisposta mensilmente anche una cifra per deputazioni e missioni (23,54 €) e indennità di fine mandato (486 €).
 
CONSUNTIVO 2012: 165,4 milioni di euro
CONSUNTIVO 2013: 156,6 milioni di euro
CONSUNTIVO 2014: 153,8 milioni di euro
CONSUNTIVO 2015: 139,8 milioni di euro
CONSUNTIVO 2016: 142 milioni di euro
PREVISIONE 2017: 160 milioni di euro
 
Nel 2017 il Consiglio della Lombardia costerà 82,5 mln, la Toscana 27,5
 
Le previsioni per il 2017 parlano di costi che superano di poco i 160 milioni di euro: di questi, la somma più consistente arriva dalla Regione, ben 143 milioni di euro, poi vi sono i trasferimenti ministeriali, le entrate extratributarie e gli avanzi di esercizio degli anni precedenti e che serviranno per programmare i lavori di ristrutturazione del Palazzo dei Normanni.
Il contributo da ricevere dallo Stato per la ristrutturazione di Palazzo ex-Ministeri ammonta ad 829.463,40 euro, le entrate extratributarie superano di poco i 16 milioni mentre le quote di avanzi degli anni precedenti arrivano a complessivi 12 milioni. Il costo complessivo del Parlamento siciliano, quindi, per quest’anno si attesta a 160,2 milioni di euro. Molti si sono chiesti se la Sicilia diventasse una regione a statuto ordinario, quanti soldi spenderebbe. Facendo un confronto con il Consiglio regionale della Lombardia, simile per estensione di territorio, si scopre che l’Ente per il 2017 ha previsto la cifra di 82,5 milioni euro. Praticamente la metà.
Il Consiglio regionale della Toscana, che conta 41 consiglieri, ha preventivato per il 2017 costi pari a 27,5 milioni (nel 2016 è costato 32,2 milioni di euro).
Il bilancio interno dell’Ars è stato pubblicato sul sito istituzionale alla voce amministrazione trasparente.
Nella relazione allegata al bilancio viene spiegato che è impossibile contrarre ulteriormente la spesa perché “Quasi il 90 per cento del totale delle uscite sono spese obbligatorie e riguardano prevalentemente il pagamento delle competenze e dei relativi oneri previdenziali, i premi di assicurazione e le imposte e tasse”. 

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