In Sicilia tasse basse ma servizi inesistenti - QdS

In Sicilia tasse basse ma servizi inesistenti

Serena Giovanna Grasso

In Sicilia tasse basse ma servizi inesistenti

sabato 09 Settembre 2017

In base alla classifica “Taxpayer” del Centro studi sintesi, l’Isola si colloca al terzultimo posto con un indicatore pari a 76,3. Presi in considerazione 25 parametri. L’Abruzzo è la “regione ideale”, seguono Umbria e Marche

PALERMO – Tutti gli italiani sognano di godere dei migliori servizi pubblici, pagando la minore tassazione. In base alla classifica del “Taxpayer Italia” elaborata dal Centro Studi Sintesi per Il Sole 24 Ore, l’Abruzzo costituirebbe la regione ideale, ovvero la realtà territoriale più vicina all’equazione in cui si paga il minimo di tasse ottenendo il massimo di prestazioni.
Nel 2017 la “regione ideale” avrebbe la tassazione della Calabria (5.254 euro per abitante) e il livello di servizi del Veneto (punteggio dell’indicatore sintetico pari a 132). L’Abruzzo è la regione in cui nel 2017 è stato raggiunto il rapporto ottimale (con indicatore pari a 36,7), grazie soprattutto alle performance sui fronti sicurezza e ambiente. Sul podio salgono l’Umbria (con indicatore pari a 38,3), leader nel 2016 e scesa al secondo posto nel 2017, e le Marche (con indicatore pari a 39,1) vincitrici nel 2014 e 2015, oggi premiate con il terzo posto.
La Sicilia si colloca in fondo alla classifica: precisamente al terzultimo posto, con un indicatore pari a 76,3, determinato dall’esiguità della tassazione accompagnato dall’altrettanto pochezza dei servizi. Agli ultimi due posti troviamo Calabria e Valle d’Aosta (rispettivamente con 78 e 91,4).
Per quanto riguarda il livello di tassazione, l’edizione 2017 non presenta significative variazioni rispetto all’anno scorso: ai primi posti per gettito tributario pro capite più alto si trovano Valle d’Aosta (con indicatore pari a 146,2 rispetto ad una media nazionale con numero indice di base 100) e Lombardia (134,1); l’Emilia Romagna sorpassa il Lazio collocandosi al terzo posto (rispettivamente 122,8 e 122,1).
La nostra regione si colloca al penultimo posto (con 62,5), seguita dalla Calabria (59,8). La Sicilia si trova agli ultimi posti anche con riferimento al livello dei servizi: anche in questo caso ci troviamo al penultimo posto, con un indicatore pari a 56 su una base di 100. 
L’indicatore elaborato dal Centro Studi esamina in modo combinato il livello della tassazione e il livello dei servizi. Per determinare il livello di pressione tributaria in ciascun territorio ci si è avvalsi dei “Conti pubblici territoriali” (Cpt), utilizzando la media delle entrate tributarie delle amministrazioni pubbliche dell’ultimo triennio disponibile (2013-2015), escludendo i contributi sociali, visto che l’obiettivo dello studio è mettere in relazione la tassazione con i servizi generali.
Mentre per la determinazione del livello dei servizi sono stati presi in considerazione sei macroindicatori: in particolare, le infrastrutture, l’istruzione, la sanità, la sicurezza, l’ambiente e l’economia. Nello specifico, per quel che riguarda le infrastrutture è stato oggetto di analisi la dotazione infrastrutturale, persone che vanno al lavoro con mezzo di trasporto collettivo, persone che vanno al lavoro impiegando più di mezz’ora, spesa pubblica per l’ambiente e disponibilità di aree pedonali nei Comuni capoluogo.
Per  l’istruzione è stato studiato il punteggio medio Invalsi, qualità del sistema universitario, popolazione tra i 20 e i 24 anni con diploma superiore. Per la sanità il tasso di persone molto soddisfatte dell’assistenza medica, risultato di esercizio sanitario, speranza di vita alla nascita, mortalità infantile e mobilità sanitaria interregionale.
Per la sicurezza oggetto di studio sono stati gli omicidi volontari, morti in incidenti stradali, reati sessuali e minorenni denunciati. Per l’ambiente la spesa utenze domestiche per il servizio idrico ed infine per l’economia il tasso di disoccupazione, Pil, dinamica posti di lavoro, tasso di interesse dei mutui ipotecari, famiglie al di sotto della soglia di povertà, emigrazioni.

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