La valorizzazione del capitale umano e delle doti professionali dei giovani - QdS

La valorizzazione del capitale umano e delle doti professionali dei giovani

Redazione in collaborazione con Istituto De Felice-Olivetti

La valorizzazione del capitale umano e delle doti professionali dei giovani

Offerta di lavoro in crescita per i diplomati e qualificati

Il territorio è il luogo fisico nel quale l’Istituzione scolastica è collocata, ma anche qualcosa di più: è il luogo dove accadono fatti e avvenimenti economici, sociali e culturali, le cui dimensioni vanno oltre gli spazi fisici.
Cogliere l’ampiezza e la complessità di questi fenomeni è uno dei compiti della Scuola, in quanto essa è tenuta a interpretare, ai fini formativi, tutto ciò che esiste e cambia nel suo contesto.
Anche il ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, nel Libro bianco sul Futuro del modello sociale del maggio 2009, segnalava la necessità di “offrire migliori prospettive soprattutto ai giovani e alle donne, oggi penalizzati da una società bloccata e incapace di valorizzare tutto il proprio capitale umano”.
L’offerta di lavoro per i diplomati e qualificati appare in crescita costante dal 2012 in avanti; in particolare vi è un incremento medio del 35% presso imprese di piccolissime dimensioni a fronte di una quota del 30% in quelle più grandi.
Nell’ultimo anno, come dimostrano i dati del Sistema informativo Excelsior, i settori con le crescite maggiori sono stati:
1. Commercio (+31%),
2. Servizi di trasporto e logistica (+28%),
3. Servizi operativi (+25%),
4. Informatica e telecomunicazioni (+23%),
5. Servizi finanziari e assicurativi (+16%),
6. Servizi avanzati (+12%).
Per conquistare l’assunzione, in un mercato del lavoro reso più competitivo dalla situazione economica, contano capacità, esperienza, intraprendenza, competenze professionali e doti personali che ogni candidato può “mettere sul tavolo”, perché le imprese – per fronteggiare la crisi – danno elevato valore alla qualità del capitale umano.
In Europa si investe affinché il valore del capitale umano lo si possa accrescere anche in nazioni diverse dalla propria, muovendosi verso mercati del lavoro con maggiori tassi di crescita e in grado di assorbire anche i giovani alle prime esperienze.

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