In Sicilia 11.500 imprese artigiane in meno - QdS

In Sicilia 11.500 imprese artigiane in meno

Serena Giovanna Grasso

In Sicilia 11.500 imprese artigiane in meno

giovedì 14 Settembre 2017

Le categorie più colpite sono state quelle degli autotrasportatori (-30%), falegnami (-27,7%) e produttori di mobili (-23,8%). Secondo i dati della Cgia di Mestre, l’Isola è passata dalle 84.560 aziende operanti nell’ambito dell’artigianato e del piccolo commercio del giugno 2009 alle 74.040 dell’anno in corso

PALERMO – In otto anni, si contano quasi 158 mila imprese artigiane e piccole attività commerciali attive in meno (esattamente si parla di 157.723, di cui 145.678 attribuibili all’ambito artigianale e 12.045 alle imprese del commercio al dettaglio). Questi solo alcuni degli allarmanti dati che emergono dal rapporto recentemente pubblicato dalla Cgia di Mestre, relativo al periodo compreso tra giugno 2009 e giugno 2017.
In questi ultimi 8 anni, lo stock complessivo delle imprese attive nell’artigianato è costantemente sceso da 1.463.318 a 1.322.640, le attività del commercio al dettaglio, invece, sono diminuite in misura più contenuta. Se nel 2009 erano 805.147, nel giugno di quest’anno si sono attestate a quota 793.102. Si stima che a seguito di queste chiusure abbiano perso il lavoro poco meno di 400.000 addetti.
Come d’altronde è facile immaginare, la stangata più dura colpisce le regioni meridionali: in termini percentuali, i territori più colpiti sono Sardegna (-17,1%), Abruzzo (-14,5%), Sicilia (-13,5%), Molise (-13,2%) e Basilicata (-13,1%). In termini assoluti, invece, è la Lombardia (-18.652 unità) il territorio che ha registrato il numero di chiusure più elevato. Seguono l’Emilia Romagna (-16.466), il Piemonte (-15.333) e il Veneto (-14.883). In termini assoluti, la Sicilia è la sesta regione per maggior numero di piccole imprese attive perse: infatti, si parla di 11.424 in otto anni (si è passati dalle 84.560 del 2009 alle 74.040 attuali).
Le categorie artigiane che dal 2009 hanno subito le contrazioni più importanti sono state quelle degli autotrasportatori (-30%), i falegnami (-27,7%), gli edili (-27,6%) e i produttori di mobili (-23,8%). In controtendenza, invece, il numero di parrucchieri ed estetisti (+2,4%), gli alimentaristi (+2,8%), i taxisti ed autonoleggiatori (+6,6%), le gelaterie, pasticcerie e take away (+16,6%), i designer (+44,8%) e i riparatori, manutentori ed installatori di macchine (+58%).
Continua anche nell’ultimo anno la contrazione del numero delle imprese artigiane attive nel Paese: infatti, a livello nazionale si parla di 16.198 imprese attive in meno, rispetto al giugno 2016. Nell’ultimo anno, la Sicilia rappresenta l’ottava regione per perdita di imprese attive (-904): perdite maggiormente sostenute si osservano in Lombardia (-1.839), Emilia Romagna (-1.624), Piemonte (-1.621), Veneto (-1.567), Puglia (-1.447), Toscana (-1.335) e Lazio (-1.265).
Una delle principali cause che hanno costretto alla chiusura di queste imprese artigiane e piccole attività commerciali è riconducibile al calo dei consumi delle famiglie. Infatti, queste attività lavorano quasi esclusivamente per il mercato domestico e sebbene negli ultimi tre anni i consumi sono tornati a salire, i benefici di questa crescita hanno interessato quasi esclusivamente la grande distribuzione organizzata. A sostegno di tale tesi è possibile osservare i valori compresi tra il 2006 e il 2016: infatti, nel decennio in questione il valore delle vendite al dettaglio della piccola distribuzione (artigianato di servizio e piccoli negozi di vicinato) è crollato del 13,1%; mentre nella grande distribuzione è aumentato del 6,1%.
Questo trend è proseguito anche nei primi 6 mesi di quest’anno: mentre nei supermercati, nei discount, nei grandi magazzini le vendite sono aumentate dell’1,3%, nei piccoli negozi la diminuzione è stata dello 0,6%. Dunque, per il rilancio dell’artigianato non sarà sufficiente l’uscita dall’attuale stato di crisi economica, ma ci vorrà anche uno sforzo culturale che porti a una radicale riconsiderazione del valore sociale del lavoro artigianale.

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