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Un progetto di vita per conquistare la libertà

Carlo Alberto Tregua

Un progetto di vita per conquistare la libertà

mercoledì 20 Settembre 2017
La libertà è una delle tre parole della Rivoluzione francese, unitamente a uguaglianza e fraternità.
La libertà è la facoltà di pensare, di operare, di scegliere autonomamente; è quella facoltà che è il presupposto fondamentale del  volere. è il bene più prezioso che la persona umana deve raggiungere. Essa non è automatica con la nascita, ma si deve conquistare con fatica, sacrificio, continuità, senza stancarsi mai.
È vero che le carte costituzionali delle democrazie prevedono che essa sia un diritto di ogni cittadino, ma nella realtà non è così perché se teoricamente tutte le persone nascono libere, praticamente ve n’è una grande parte, forse la maggioranza, che non è in condizioni di libertà.
Per essere liberi occorre liberarsi dai bisogni; per liberarsi dai bisogni occorre partire da quelli materiali e, per conseguenza, essere capaci di lavorare ed ottenere quanto serve per soddisfare le necessità primarie e secondarie.

Ai giorni d’oggi, salvo i privileggiati, quelli appartenenti alle caste o ad associazioni semi-segrete, i cittadini comuni hanno un solo strumento per conquistare la libertà ed è quello di acquisire competenze vere che consentano di diventare competitivi a livello mondiale e quindi di ottenere quei risultati che le capacità consentono.
Una volta si diceva che scuole e università erano l’unico ascensore sociale per far sì che i figli del contadino o dell’artigiano potessero arrivare a livelli dirigenziali, pubblici o privati.
Purtroppo, con la decadenza della scuola e dell’università, questi ragazzi non sono in condizioni di diventare competitivi e quindi non possono acquisire quelle competenze necessarie per poter conquistare la libertà dai bisogni.
Nel versante del riequilibrio sociale dovrebbe intervenire lo Stato, con l’attribuzione di borse di studio che consentano ai ragazzi meritevoli di approdare in quelle università o di frequentare quei master che diano loro le necessarie conoscenze.
È vero che vi sono le Fondazioni che fanno questa attività meritevole, però le risorse messe a loro disposizione sono insufficienti.
 

Ogni giovane che frequenta l’ultimo anno della maturità dovrebbe avere già chiare le idee di cosa fare subito dopo: immettersi nel mondo del lavoro, facendo esperienze diverse e innumerevoli, oppure imbarcarsi negli studi accademici scegliendo facoltà che, almeno in potenza, potrebbero assicurargli il lavoro una volta terminato il corso di studi.
Certo, i ragazzi che escono dalla maturità non è che abbiano sentore di come funzionano le cose nel mondo del lavoro, contrariamente a quanto avviene in Germania, nel Regno Unito o in Francia. I nostri giovani sono spaesati, impauriti e preoccupati dall’impatto. E, per conseguenza, molti si rifugiano nelle Università, non perché siano convinti che l’acquisizione di ulteriori conoscenze darà loro la possibilità di liberarsi dai bisogni, ma perché vedono quell’ambiente come una sorta di parcheggio che consente loro di rinviare le decisioni.
E sbagliano, anche perché un giovane che si laurea in Italia mediamente a 28 anni ha perso nove anni di vita, dopo la maturità, senza essere in condizione di approdare competitivamente al mondo del lavoro.

Libertà vò cercando. Ma quel valore è là, è a disposizione di tutti: bisogna sapere come fare per conquistarlo. Certo, libertà non significa violare quella altrui e meno che mai violare i principi della collettività che hanno come fine l’interesse generale, il quale deve sempre prevalere sull’interesse individuale.
La libertà del popolo prevale sulla libertà del singolo, almeno come principio generale più volte richimato da Alexis Henri Charles de Tocqueville (1805-1859) nel suo volume Democrazia in America, pubblicato nel 1840.
Democrazia e libertà sono strettamente connesse. Il binomio funziona se c’è equità e se le classi sociali possono competere ad armi pari. Diversamente i privilegiati diventano prepotenti ed egoisti sempre di più. I poveri e gli emarginati restano in questo stato sempre di più.
Equità e giustizia sono la base di una Comunità, ma non sono così diffuse come dovrebbero. Perciò molti cittadini soffrono.

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