Regali elettorali, vergogne istituzionali - QdS

Regali elettorali, vergogne istituzionali

Carlo Alberto Tregua

Regali elettorali, vergogne istituzionali

venerdì 22 Settembre 2017

Vitalizi, mance, assunzioni

L’approssimarsi delle elezioni regionali del 5 novembre ha messo la fregola al terzo peggiore presidente della Regione, Rosario Crocetta, il quale ha attivato tutte le manovre elettorali possibili consistenti in promozioni, nomine, mance, aumenti e via enumerando.
La Giunta regionale ha promesso un’indennità extra agli inutili 23 mila forestali. Cosicché sono attesi 60-70 mila voti per ricambiare il favore. Poi ha nominato un nuovo assessore, ovviamente fedelissimo e inserito nella sua lista, ha rotato dirigenti e ha messo in cantiere il rinnovo del contratto dei regionali, ovviamente facendo balenare aumenti.
Una vergogna della vergogna perché già i dipendenti regionali, in sovrannumero rispetto agli abitanti della Sicilia, in confronto con quelli della Lombardia, sono strapagati in quanto percepiscono stipendi e indennità e premi, molto superiori a quelli dei dipendenti statali e di quelli delle altre Regioni, anche a Statuto speciale.  

Crocetta non ha toccato il tasto delle nuove assunzioni, mentre si è impegnato a stabilizzare i ventimila precari comunali e qualche centinaio di regionali, dando incarico all’assessore di provvedervi, il che significa l’attesa di altre decine di migliaia di voti.
Ecco come conquistano il consenso i nobili politici siciliani. Badate, Crocetta non è il solo a comportarsi in questa maniera: la nostra Isola è condannata all’inferno in quanto cresce sempre di più la cultura del favore, che è l’esatto opposto dell’osservanza dell’interesse generale.
Mentre tutto questo accade, sono bloccati centinaia di cantieri per opere pubbliche e alcuni miliardi tenuti in naftalina che, se spesi rapidamente, farebbero aumentare il Pil siciliano e soprattutto l’occupazione di qualche decina di migliaia di persone.
A titolo di esempio, ricordiamo il raddoppio della strada Ragusa-Catania, per la quale sono già disponibili oltre 800 milioni, ma i cui cantieri, da anni, restano regolarmente chiusi.
E vi è anche il raccordo tra Ragusa e l’aeroporto di Comiso, di una quindicina di chilometri, per i quali i soldi sono pronti ma i lavori continuano ad essere bloccati.
 

Il prossimo 5 novembre gli elettori siciliani dovranno votare 62 consiglieri-deputati, cioè 20 in meno della precedente legislatura. Ciò perché il presidente eletto si trascina automaticamente sei deputati. Viene inoltre eletto automaticamente il candidato della migliore coalizione perdente.
Questa legge regionale non è democratica, perché consente di eleggere chicchessia anche con il 15% degli aventi diritto al voto, come è stato il caso di Crocetta.
Già cinque anni fa, il QdS ha proposto di modificare tale legge sul modello dei sindaci, in modo che chiunque venga eletto abbia sempre la metà più uno dei voti espressi; il QdS ha anche proposto l’abolizione del listino perché i deputati che il presidente si porta dietro non sono stati eletti democraticamente.
Nessun deputato ha dato ascolto a questa proposta di buon senso per la semplice regione che il buon senso non alberga all’Assemblea regionale, che ha concluso la sua quinquennale attività con un desolante deserto.

Da ora, presidente e giunta regionali possono fare attività di ordinaria amministrazione, ma non siamo certi che essi non trovino qualche altro espediente per un’ulteriore mancia scambiata con il voto.
In questa campagna elettorale, sentiamo poco su programmi concreti da realizzare secondo un rigoroso cronoprogramma.
I quattro competitori più accreditati (Musumeci, Cancelleri, Micari e Fava) non hanno ancora portato all’opinione pubblica un programma concreto. Tuttavia, nei forum che realizzeremo con tali candidati, porremo i 10 punti più importanti di un programma serio e concreto e pubblicheremo le risposte, sottolineandone gli aspetti possibili e quelli che costituiscono solo fumo negli occhi.
Per quello che possiamo, riporteremo le risposte dei quattro candidati opportunamente depurate di quegli aspetti che ricordano le nuvole.
L’esortazione ai siciliani è di non farsi ipnotizzare, di guardare con realismo la situazione odierna e con altrettanto realismo puntare su chi possa risolvere i problemi dell’Isola (Pil, occupazione e ambiente).

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