Ma quali sono questi strumenti di cui gli Enti locali dovrebbero dotarsi e che, al contrario, a oggi sembrano quasi fantascienza in numerose realtà isolane? Andiamo per ordine e passiamoli in rassegna, soprattutto quelli che promettono maggiori innovazioni e benefici per i cittadini.
Cominciamo dalla Carta d’identità elettronica (Cie): la sua storia normativa più recente risale al Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 22 ottobre 1999, n. 437, che riporta il “Regolamento recante caratteristiche e modalità per il rilascio della carta di identità elettronica e del documento di identità elettronico”. Nel 2015 è arrivato il decreto del 23 dicembre che prevede le “modalità tecniche di emissione della carta d’identità elettronica”.
L’altro strumento per misurare l’innovazione nei servizi al cittadino è certamente lo Spid, il Sistema pubblico di identità digitale che permette di accedere a tutti i servizi online della Pubblica amministrazione con un’unica Identità digitale (username e password) utilizzabile da computer, tablet e smartphone. Le Amministrazioni che consentono l’accesso ai propri servizi tramite questo strumento espongono, sulle proprie pagine ufficiali, il relativo bottone di accesso. Il sistema, la cui operatività era stata inizialmente prevista per i primi mesi del 2016 in quanto era una delle priorità indicate dalla Presidenza del Consiglio, è stato avviato, come primo provvedimento, nel lontano 2014, mentre nel luglio dello scorso anno (determinazione n.189/2016) sono stati emanati gli aggiornamenti del regolamento che normava le modalità di accreditamento già dal primo di agosto 2016. A distanza di circa un anno, abbiamo monitorato le Amministrazioni pubbliche che erogano i servizi abilitati Spid e nell’Isola ce sono soltanto 178, tra cui 8 Camere di Commercio su 9 per la fatturazione elettronica (in attesa della riduzione prevista dalla riforma Madia della Pa), 170 Comuni per lo Sportello unico attività produttive. Pochissimi i capoluogo: soltanto Siracusa ed Enna hanno attivato il servizio per la presentazione delle pratiche telematiche al portale Suap. In tutta Italia, invece, ci sono 3.783 amministrazioni che erogano 4.183 servizi abilitati Spid: in Lombardia sono 817, in Campania 313.
Non ci sono grandi numeri nemmeno nelle comunicazioni social. Soltanto un Comune isolano su dieci dispone di applicazioni mobili (app) e appena tre su dieci hanno attivato strumenti web 2.0 che riguardano blog, forum, Facebook e simili. Nell’Isola il dato è inferiore di sette punti percentuali rispetto alla media nazionale, mentre ci sono diverse regioni che possono considerarsi come un modello a tutti gli effetti. In Umbria, il 37% dei Municipi ha messo a disposizione delle applicazioni ad hoc e il 44% ha approntato gli strumenti tecnologici più recenti.
Il risultato migliore arriva sul fronte dei punti di accesso wi-fi gratuiti, grazie anche ai numerosi incentivi e ai fondi europei che hanno permesso ai comuni di investire. Un Ente locale siciliano su due, infatti, dispone di punti di accesso all’interno del territorio comunale, anche se il dato isolano è ancora lievemente inferiore a quello nazionale (52,5%).
A livello nazionale in tre Comuni capoluogo su dieci è possibile completare integralmente e on-line la procedura relativa alla dichiarazione di inizio attività produttiva mentre in quattro su dieci è possibile concludere i procedimenti di vita dell’impresa legati al Suap (sportello unico per le attività produttive).
In Sicilia, stando ai dati dell’Istituto di statistica, nessun Ente locale offre un servizio completo di questo genere. Considerando i quattro livelli di avanzamento del servizio di avvio dell’attività (dal minimo 1, che riguarda soltanto la visualizzazione delle informazioni al massimo di 4, che consente la conclusione dell’intero iter col pagamento online), soltanto un Comune raggiunge il livello 3. Si tratta di Palermo, dove si può arrivare fino all’inoltro online della modulistica, ma non al pagamento. Tutte le altre si fermano qualche passo prima: Trapani, Catania, Ragusa e Siracusa al livello 2, cioè allo scarico della modulistica per l’attivazione del servizio, Messina e Caltanissetta addirittura all’essenziale livello 1. Agrigento ed Enna non offrono nemmeno il servizio sul proprio sito.