Tumori, in Sicilia stimate oltre 70 diagnosi al giorno - QdS

Tumori, in Sicilia stimate oltre 70 diagnosi al giorno

Serena Giovanna Grasso

Tumori, in Sicilia stimate oltre 70 diagnosi al giorno

venerdì 29 Settembre 2017

Secondo il rapporto Aiom-Airtum, le 25.950 diagnosi di neoplasie previste nell’Isola coinvolgeranno lo 0,52% della popolazione, un’incidenza inferiore rispetto alla media nazionale dello 0,60%. Il maggior numero di casi riguarda il cancro alla mammella (3.500) e quello alla prostata (2.450)

PALERMO – Ammonta a 369.450 il numero di nuovi tumori, esclusi gli epiteliomi, stimato in Italia per l’anno 2017 dalla fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) e Airtum (Associazione italiana dei registri tumori) nell’ambito del report “I numeri del cancro in Italia 2017”. Nello specifico, si stimano 192 mila nuove diagnosi tra gli uomini e 177 mila tra le donne.
Il report stima per la Sicilia il verificarsi di circa 71 diagnosi di tumore al giorno (25.950 per l’anno 2017, in particolare 13.550 tra gli uomini e 12.400 tra le donne). Sebbene in termini assoluti si tratti di uno dei valori più alti a livello nazionale (stime superiori solo in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio e Campania), in termini percentuali ci collochiamo al di sotto della media nazionale. Infatti, se rapportiamo il numero di nuove diagnosi stimate alla popolazione residente, in Sicilia è possibile osservare un coinvolgimento dello 0,52% della popolazione, inferiore rispetto allo 0,60% stimato a livello nazionale.
Quella siciliana è addirittura la seconda incidenza più contenuta a livello nazionale: a pari merito con la Calabria (0,52%) e superiore solo alla Campania (0,51%). Incidenze nettamente superiori si osservano in Liguria (0,74%), Friuli Venezia Giulia (0,71%) e in Valle d’Aosta (0,65%), regione in cui si stimano appena 11.950 nuove diagnosi. La dimensione della popolazione è quindi il primo punto da considerare nella programmazione sanitaria per la ricerca del miglior equilibrio fra diritto a un’assistenza in prossimità alla propria residenza, che possa garantire un’equità d’accesso.
Le stime elaborate dal report Aiom e Airtum, si legge all’interno del documento, “sono prodotte assumendo che nel breve periodo gli andamenti dei principali indicatori epidemiologici, sui quali sono basate, rimangano invariati. Nella maggior parte dei casi è ragionevole pensare che questo accada. Ad esempio, considerata la passata e attuale prevalenza di fumatori nei due sessi, è ragionevole pensare che la frequenza delle diagnosi di tumore del polmone prosegua, a parità d’età, nella sua diminuzione tra gli uomini e nel suo incremento tra le donne, come si evidenzia anche a livello nazionale”.
Facendo ritorno al contesto regionale, il numero maggiormente consistente di tumori è alla mammella per le donne (si stimano 3.500 casi in Sicilia) e alla prostata tra gli uomini (2.450). Dati altrettanto degni di considerazione riguardano il tumore al colon retto (2.350 tra gli uomini e 1.650 tra le donne) e al polmone (2.050 tra gli uomini e 750 tra le donne).
Purtroppo in Sicilia si continuano a registrare bassissimi livelli di prevenzione. Solo il 69% della popolazione femminile si è sottoposta ad un esame di screening della cervice (il 40% all’interno di un programma convenzionato, il 29% a proprie spese), valori ben lontani rispetto al 90% di Emilia Romagna e Veneto, all’89% di Friuli Venezia Giulia o all’88% della Toscana. Una copertura ancora più contenuta ha interessato lo screening di prevenzione del tumore della mammella (56%, composto da un 41% di screening effettuati all’interno di un programma convenzionato e un 15% sostenuti a proprie spese). Stessa cosa dicasi per la prevenzione del tumore al colon retto: infatti, in questo caso la percentuale di soggetti sottoposti allo screening scende al 21%, percentuali inferiori solo in Calabria (11%), Puglia (13%) e Campania (19%).
Infine, relativamente alla sopravvivenza a cinque anni da una diagnosi di tumore, al Centro-Nord è possibile osservare valori superiori rispetto al Mezzogiorno, in particolar modo nelle neoplasie oggetto degli screening di prevenzione. Infatti, mentre in Sicilia si osserva, per esempio, un tasso pari al 64% per il tumore alla cervice, in Emilia Romagna e Veneto si sale al 72%.

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