Arra, ultimi rintocchi con difesa d’ufficio - QdS

Arra, ultimi rintocchi con difesa d’ufficio

Rosario Battiato

Arra, ultimi rintocchi con difesa d’ufficio

martedì 29 Dicembre 2009

Il bilancio di un ufficio speciale nato quattro anni fa: i servizi delle due branche di competenza non sono migliorati, anzi. Chiude l’Agenzia regionale per i rifiuti e le acque: il vertice si autoincensa e non ammette i fallimenti

PALERMO – L’addio dell’Arra, Agenzia regionale per i rifiuti e le acque, è stato particolarmente “caldo” per le tematiche che questo delicato momento politico trascina con sé. L’analisi della liquidazione dell’Agenzia, così come qualche mese fa per le Agenzie Speciali, va probabilmente affrontata sotto due specifici punti di vista.
Da una parte l’esigenza operata da Raffaele Lombardo, e sottolineata da più parti, di azzerare buona parte degli uffici di nomina cuffariana per marcare la distanza col suo predecessore, con cui si è consumata una forte e probabilmente insanabile rottura politica. Inoltre l’operazione fa parte di una complessiva opera di riorganizzazione e semplificazione degli uffici della Regione a partire dall’eliminazione dei cosiddetti “carozzoni pubblici”. Felice Crosta ha ribadito come il risparmio che deriverebbe dall’annullamento dell’Agenzia sarebbe di appena 600mila euro.
Dall’altra parte la questione del merito. L’esistenza di questa Agenzia ha davvero assicurato ai cittadini servizi di “una efficiente, efficace e coordinata – si legge sul sito dell’agenzia – gestione dei rifiuti e delle acque in Sicilia e di una efficace funzione di indirizzo, coordinamento e controllo dell’attività degli enti che operano nei settori dei rifiuti e delle acque”.
I dati sembrerebbero proprio contrari, anche se Felice Crosta in un intervento conclusivo della sua attività di presidente dell’Arra, lo scorso 22 dicembre, ha difeso il senso e il lavoro svolto in questi 4 anni. “L’Arra, coerentemente con la norma costitutiva, ha svolto una efficiente, efficace e coordinata gestione in materia di acque e rifiuti in Sicilia – ha precisato Crosta – prima esercitata dai numerosi enti o frammentati tra vari assessorati regionali. Ha assicurato l’uniforme applicazione delle direttive statali e comunitarie, con particolare riferimento alla gestione integrata delle risorse idriche, tra cui le dighe e le relative infrastrutture”. I dati dicono però che in termini di acque il rapporto tra acqua prelevata su acqua erogata è pari al 55% (dispersione totale) mentre il rapporto tra acqua immesse su acqua erogata è pari al 54% (dispersioni di rete).
 
Risultati molti lontani dall’obiettivo di portare al 75% il livello di acqua non dispersa delle reti comunali nel 2013. Non meglio la situazione dei depuratori, Catania e Palermo sono tra le ultimi posizioni d’Italia, e la Sicilia è all’ultimo posto tra le regioni italiane, mentre attualmente è utilizzata in 2/3 la capacità complessiva degli invasi. Non va meglio sul fronte dei rifiuti, dove già nel 2005 era stato fissato un tetto del 25% per la differenziata, ma che oggi si attesta intorno al 6% mentre il sistema delle discariche, nonostante la giusta riduzione del numero di cui Crosta ha attribuito il merito all’Agenzia, è ormai vicino al collasso per l’assenza di un sistema di coordinamento generale.
 
Senza contare, poi, il bando per i termovalorizzatori del 2007, approntatio dall’Agenzia e finito sotto la scure dell’Unione Europea e da allora mai più andato avanti, nonostante gli ultimi tentativi. Non è certo possibile scaricare l’intero fallimento decennale dei sistemi acqua-rifiuti dell’isola sull’Arra che esiste da appena 4 anni, ma certamente appare anche difficile qualificare come positivo un lavoro che non ha prodotto risultati eclatanti.

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