Dissesto idrogeologico: la priorità a interventi nei territori peloritani - QdS

Dissesto idrogeologico: la priorità a interventi nei territori peloritani

Rosario Battiato

Dissesto idrogeologico: la priorità a interventi nei territori peloritani

mercoledì 04 Ottobre 2017

Scelta geografica quasi forzata: le maggiori criticità riscontrate nell’area Nord-orientale della Sicilia. Una misura da 20 mln € per azioni pilota, individuati venti comuni nel messinese

PALERMO – Ci sono 20 milioni di euro, tra cui 9 milioni per l’attivazione di Piani di azione locale che individuino le strategie comuni per la gestione del territorio, a disposizione di una ventina di comuni del messinese per la lotta contro il dissesto e l’erosione costiera. La settimana scorsa è stato deliberato in Giunta regionale il documento tecnico relativo alla metodologia per la selezione dei territori di riferimento, in vista del finanziamento dei progetti.
Lo scorso 18 settembre la Giunta regionale aveva deliberato la metodologia di selezione dei territori per gli interventi di messa in sicurezza e per l’aumento della resilienza nei confronti del rischio idrogeologico e di erosione costiera. Il documento tecnico di definizione dei comuni coinvolti è stato realizzato dall’assessorato regionale per il Territorio e l’ambiente. All’interno si illustrano metodologie e risultati per la definizione dei comuni che beneficeranno di una specifica sottoazione prevista all’interno del programma operativo Fesr Sicilia 2014-2020.
La misura in questione riguarda l’avvio di azioni pilota sulla porzione Nord-orientale della Sicilia, quindi l’area dei monti Peloritani, che, si legge nel documento, sono “caratterizzati da situazione di maggiore criticità” e in questo senso, sulla base della metodologia adottata, sono stati individuati tre raggruppamenti di territori comunali della provincia di Messina “i cui centri abitati ricadono prevalentemente in aree collinari e montane, che abbiano maggiore esposizione al rischio idrogeologico e che assieme individuino un territorio morfologicamente omogeneo”.
Il documento presentato rappresenta comunque una prima fase di studio e infatti risulta finalizzato alla definizione di un Piano di azione locale che “individui le strategie per la gestione del rischio idrogeologico con l’individuazione delle principali necessità di prevenzione, protezione e preparazione sulla base del modello gestionale indicato nei piani di gestione del rischio alluvione, ed una seconda fase di valutazione e approvazione degli interventi individuati nei singoli Pal dagli organi regionali e la successiva pubblicazione della graduatoria per il finanziamento”.
Sempre all’interno dei Piani di azione locali, si prevede la “progettazione a livello di studio di fattibilità, di limitati interventi di protezione finalizzati a risolvere puntuali problemi di rischio idrogeologico, per i quali si è presupposto un costo per singolo intervento inferiore a 100 mila euro al fine di avere un adeguato utilizzo e distribuzione delle risorse nei territori di intervento”.
La scelta geografica dei Peloritani è stata quasi forzata, in quanto le maggiori criticità sono appunto riscontrate nell’area messinese e, in particolare, nei bacini della fascia ionica e in quelli tirrenici. Di base la metodologia utilizzata ha preso in considerazione quei raggruppamenti di comuni con centri abitati inseriti in aree a maggiore esposizione al rischio idrogeologico. Sono quattro le condizioni necessarie: ricadere nei Peloritani, presentare la maggior parte delle aree urbanizzate in zona collinare o montana, elevato rischio di esposizione della popolazione, rientrare in uno dei tre ambiti omogenei territoriali.
In seguito a varie scremature, sono stati selezionati una sessantina di comuni poi distribuiti in 6 gruppi differenti. In seguito a diverse selezioni, soltanto tre gruppi, pari a poco più di una ventina di comuni (tra questi anche nomi noti del dissesto siciliano come Alì, Scaletta Zanclea, Fiumedinisi) hanno dimostrato di avere le carte in regola per accedere ai 20 milioni di euro che riguarderanno una popolazione complessiva di oltre 45 mila persone.

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