È infatti comodo ripetere ciò che altri dicono senza alcuna elaborazione, perché non si ha la capacità di valutare le notizie e le informazioni, depurandole dal catastrofismo di alcuni giornalisti, mentre altri sono attenti e prudenti, in modo che si tenti di fare emergere la verità, che non coincide sempre con la notorietà.
Se i siciliani avessero letto il citato libro, scritto oltre 130 anni fa, avrebbero capito molte circostanze e molti fatti: chi ha lavorato per la Sicilia e i siciliani e chi invece per la propria famiglia e per i propri interessi.
Avrebbero capito quali sono le persone intelligenti e dotate di forti attributi morali e quali invece gli incapaci che non sanno neanche cosa siano i valori.
Dovere, Onore, Lealtà, Dignità sono quattro di tali valori che la gente conosce ma pratica poco. E i quattro valori convergono verso quello supremo: Libertà. Libertà dai bisogni, libertà dai prepotenti, libertà dagli avidi, libertà dai privilegiati.
In questa campagna elettorale siciliana continuiamo a chiedere ai quattro candidati alla presidenza della Regione, che si contendono il seggio, quali siano le linee di condotta contro privilegi e privilegiati. Nei forum pubblicati e che pubblicheremo troverete le risposte. Valutate se esse siano convincenti col quadro politico economico e sociale che è sotto gli occhi di tutti.
A questo proposito, sorge la domanda: i siciliani vogliono bene alla Sicilia, a questa nostra terra che comunque potrà costituire la base per il benessere delle seguenti generazioni?
Con sincerità rispondiamo che una minoranza di siciliani vuol bene alla Sicilia perché la maggioranza è formata da privilegiati o gente che ha letto l’ultimo libro dieci anni fa.
Se non c’è cultura, se non c’è conoscenza, soprattutto nel ceto medio e nella classe dirigente, ecco che questa Isola retrocede.
Questi feudatari, politici, economici e sociali, sono stati la rovina della Sicilia. Per contro, non vi è stata la ribellione, l’indignazione e persino la rabbia del popolo siciliano contro chi usava la vessazione come sua abituale attività.
Ora è tempo di cambiare. Occorre sostituire l’inutile Crocetta che, da come parla, sembra un lettore assiduo dell’opera di Flaubert, ma anche di quel partito formato dalla maggioranza di seguaci bersaniani e dalemiani che lo ha sostenuto anziché mandarlo naturalmente al luogo natìo. Una piccola consolazione è data dall’alta probabilità che codesto ceto politico sia rimasto poco competitivo.
Da decenni ripetiamo le cose da fare in tempi ragionevolmente brevi e col minimo di risorse.
Vi risparmiamo l’elenco, che abbiamo però chiesto ai candidati alla presidenza della Regione, trovando, piuttosto stranamente, una certa concordanza di idee tra i quattro. Forse questo dato può far sorgere un leggero ottimismo perché chiunque vinca dovrebbe mantenere tali impegni presi.
Spendere tutti i fondi strutturali e statali, bonificare gli oltre quattrocento siti a rischio idrogeologico, valorizzare gli 829 borghi, con l’accorpamento dei Comuni sino a cinquemila abitanti (in base all’ultima legge nazionale), aprire i cantieri per le opere infrastrutturali (strada ferrata, autostrade, porti e aeroporti): ecco alcuni degli obiettivi dei candidati presidenti.
Chiunque sarà eletto verrà da noi controllato quasi ogni giorno per esigere il mantenimento dei tassativi impegni assunti, tutti scritti nero su salmone. Scripta manent….
Occorre anche che i siciliani svolgano il loro dovere di controllare chi hanno mandato a governare la Sicilia.