Case condivise, successo anche in Sicilia - QdS

Case condivise, successo anche in Sicilia

Lorena Peci

Case condivise, successo anche in Sicilia

mercoledì 11 Ottobre 2017

Presentata a Palermo la collaborazione di Airbnb, colosso degli affitti brevi, con il progetto di Mibact e Anci “L’anno dei Borghi”. Creato un portale turistico apposito per dare visibilità ai piccoli centri scelti. All’incontro di Palermo presente anche il co-fondatore della piattaforma Joe Gebbia

PALERMO – Il mercato degli affitti a breve periodo è in continua crescita, incentivando in alcuni casi anche la rinascita turistica di molti piccoli centri abitati italiani, sperduti e in via di spopolamento ma ricchi di storia e di interessanti luoghi in cui potersi rilassare. Non a caso il colosso degli affitti brevi Airbnb ha deciso di sposare il progetto già avviato dal Mibact e dall’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) di promuovere il turismo nei numerosi borghi disseminati lungo la penisola italiana. In concomitanza con l’“Anno dei Borghi” è stato creato un portale turistico apposito, italianvillagesbyairbnb.com, per dare visibilità internazionale ai borghi scelti, mettendo così in contatto i vari proprietari (i cosiddetti host) con i viaggiatori desiderosi di visitare posti meno conosciuti ma carichi di tradizioni.
L’idea funziona e secondo il rapporto Condividere l’Italia rurale: uno sguardo sulla Community, presentato durante l’incontro tenutosi lunedì 9 ottobre a Palermo alla presenza del co-fondatore di Airbnb Joe Gebbia, negli ultimi 12 mesi gli host residenti nelle aree rurali sono riusciti a guadagnare complessivamente quasi 80 milioni di euro, ospitando 540.000 viaggiatori. Inoltre la maggior parte degli annunci si concentra nella regioni del sud, dove è alta anche la media di permanenza, che si aggira sulle 6 notti circa. In Sicilia, i borghi presenti sono quello di Sambuca di Sicilia (Agrigento), tra l’altro nominato Borgo più bello d’Italia nel 2016, Savoca (Messina) e Petralia Soprana (Palermo).
Una bella spinta dunque per incentivare da un lato l’economia locale, dando la possibilità ai residenti di guadagnare tramite l’affitto del proprio appartamento e dall’altro la possibilità che turisti provenienti dall’altra parte del mondo possano scegliere di passare una vacanza in uno dei borghi presenti. 
All’incontro tenutosi lunedì a Palermo, era presente oltre a Joe Gebbia e al sindaco Leoluca Orlando, anche il Sottosegretario dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo Dorina Bianchi, la quale ha dichiarato: “L’anno dei borghi sta dando risultati registrando il 70% in più di visitatori nei piccoli centri e nelle zone rurali. L’ospitalità diffusa è la risposta che si adatta al patrimonio custodito negli splendidi borghi italiani. Delocalizza i flussi turistici dalle grandi città e aiuta a contrastare il fenomeno dello spopolamento dei piccoli comuni offrendo opportunità di lavoro per i nostri giovani in un settore che è meraviglioso e ricco di possibilità. Airbnb deve contribuire allo sviluppo armonico di questo fenomeno. I viaggiatori devono incontrarsi con i residenti e calarsi nella vita quotidiana del borgo così da poter vivere in pieno il turismo di tipo esperienziale”.
Sulla scia di Airbnb e delle molte altre piattaforme online esistenti per l’affitto di camere per brevi periodi, uno su tutti ad esempio è Booking.com, molti altri giovani imprenditori hanno scelto di creare nuove realtà simili. È il caso ad esempio di CleanBnB, startup italiana nata nel 2016 con lo scopo di inserirsi nel mercato delle locazioni a breve termine, coprendo a oggi le principali città italiane. Si tratta di un vero e proprio fenomeno oltre che economico anche sociale, dato che sono in molti ad acquistare immobili con lo scopo di affittarli ai turisti, come rivelano ad esempio alcune aziende che da anni operano nel mercato immobiliare come Tecnocasa, la quale monitorando il mercato ha notato una relazione sempre più stretta tra investimento immobiliare e attrattiva turistica della città.

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