Elezioni, non chiedere favori ma risultati - QdS

Elezioni, non chiedere favori ma risultati

Carlo Alberto Tregua

Elezioni, non chiedere favori ma risultati

venerdì 13 Ottobre 2017

Votare candidati affidabili

Mancano 24 giorni alle elezioni regionali: una data cruciale perché il prossimo quinquennio sarà decisivo per fare risorgere la Sicilia oppure per il suo definitivo de profundis.
Ricordiamo che la nostra Isola è classificata oltre il duecentesimo posto su 272 regioni (fonte Eurostat) in tutti i principali indicatori economici; il che denuncia la pochezza dei politici regionali di questi ultimi decenni che hanno l’intera responsabilità del degrado diffuso nonché della povertà e della disoccupazione che sono due cancri della società siciliana.
Una delle cause principali di questa fotografia è la cultura del favore, secondo cui ogni cittadino chiede ciò che gli spetta come un favore e, per contro, dà qualche cosa agli altri perché gli viene chiesto un favore.
Tutto ciò è contrario al buon funzionamento della società, dove ogni siciliano dovrebbe fare il proprio lavoro sentendo il dovere di compierlo il meglio possibile e chiedendo la mercede in compenso, proporzionata a quanto ha dato.
L’equazione è semplice: prima dare, poi ricevere. Non ci sono incognite.

Degli otto candidati, quattro si sono affacciati alla ribalta politica seguendo un proprio impulso. Il quinto, Claudio Fava, è sempre stato un candidato di bandiera, rispettabile e credibile. Ma la parte politica che rappresenta non è in condizione di assicurargli i suffragi necessari per diventare presidente della Regione.
Fabrizio Micari, valente rettore dell’Università di Palermo, ha accettato la sua candidatura, propostagli da Leoluca Orlando (il quale ha tirato dal cilindro il classico coniglio) – ed è stata la migliore che questo Pd siciliano poteva esprimere – pur essendo a conoscenza dell’improbabile risultato di essere eletto.
Gli attuali padroni del Pd siciliano sono Dalemiani e Bersaniani. I Renziani contano relativamente poco. Ecco la ragione per cui il segretario di quel partito sta ignorando di fatto la campagna elettorale siciliana, anche se non dice apertamente che la responsabilità di questa situazione è dell’Mdp.
Giancarlo Cancelleri è deputato regionale, ha fatto una sua esperienza all’interno dell’Assemblea e potrebbe essere un buon presidente della Regione, anche se contornato da tante persone di buona volontà e poca esperienza.
 

I sondaggi, per quello che valgono, lo danno abbastanza prossimo a Nello Musumeci, candidato dell’area moderata o Centrodestra che riceve continue adesioni. Nell’ultimo giorno, antecedente la presentazione delle liste, ha ricevuto ben 16 transfughi dal Centrosinistra, il che dovrebbe far pensare che tutti costoro ritengono l’esponente catanese vincente.
Sono novecento gli aspiranti ai 62 seggi di deputato regionale. Com’è noto gli altri 8 vengono assegnati direttamente al presidente eletto e sei persone indicate nel listino, mentre l’ottavo va all’esponente della migliore lista perdente.
Il vero spauracchio di queste elezioni è l’astensionismo, stimato sempre dai sondaggi, intorno al 53/54%. Sembra probabile che maggiore sia l’astensionismo e più probabilità di vittoria abbia Giancarlo Cancelleri, perché i pentastellati vanno a votare compatti, ma hanno un limite che è il loro perimetro.
Se l’astensionismo si abbassasse al di sotto del 50% le probabilità di vittoria del Nello catanese aumenterebbero notevolmente. 

Musumeci ama ripetere che è incensurato, il che è un’ottima caratteristica. Inoltre, ha dato prova di essere un valente amministratore pubblico come presidente della Provincia di Catania per lungo tempo.
L’accusa che gli avversari gli rivolgono è che nel seno della sua lista vi sono nomi discutibili. Ma egli ha parato la botta invitando gli elettori a non votarli.
In questo quadro che fanno i siciliani? O meglio, che dovrebbero fare? Chiedere ai candidati che i loro punti programmatici vengano realizzati secondo rigidi cronoprogrammi, dando conto pubblico dei risultati.
Dovrebbero chiedere di non propinare favori a nessuno e buttare fuori dagli uffici pubblici i questuanti e tutti coloro che chiedono qualche cosa per soddisfare il loro interesse privato.
Dovrebbero chiedere che la macchina ammministrativa della Regione si metta a funzionare adeguatamente cercando di raggiungere il livello medio europeo.
O merito o bocciatura.

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