Pasticcio Province, arriva l'impugnativa da Roma - QdS

Pasticcio Province, arriva l’impugnativa da Roma

Raffaella Pessina

Pasticcio Province, arriva l’impugnativa da Roma

sabato 14 Ottobre 2017

Il ritorno dei “carrozzoni” voluto dall’Ars un disastro annunciato. Ardizzone: “Messo in piedi un evidente obbrobrio giuridico”

PALERMO – È stata impugnata dal Consiglio dei Ministri la legge 17 dello scorso 11 agosto con la quale l’Ars aveva reintrodotto l’elezione diretta nelle Città metropolitane e nei Liberi consorzi di comuni.
Una impugnativa annunciata, come sottolineato da tempo dal Quotidiano di Sicilia, che ha incassato immediatamente il commento “positivo” del Presidente dell’Assemblea regionale siciliana che ha definito la legge oggetto dell’impugnativa “un evidente obbrobrio giuridico che avrebbe definitivamente pregiudicato gli interessi della collettività piegandoli alla semplice governance”.
“La decisione del Consiglio dei ministri – ha aggiunto Ardizzone – rimette ordine, anteponendo, come è giusto che sia, le istituzioni, ai fini non nobili che in maniera trasversale, dal centrodestra al Movimento 5 stelle, ma anche con pezzi del centrosinistra, si volevano perseguire. Un atto di un trasversalismo unico al quale mi sono volutamente sottratto perché le istituzioni vengono prima.
Tiriamo, comunque, un sospiro di sollievo perché nonostante tutto rimangono le tre Città metropolitane, grazie al cui riconoscimento sono stati sottoscritti i Patti per il Sud”.
 
Ieri intanto è partita la missione della commissione parlamentare Antimafia giunta a Palermo per un controllo sulle liste elettorali. In Prefettura sono stati ascoltati i responsabili degli uffici elettorali centrali e periferici e i prefetti nell’ambito dei controlli sulle liste dei candidati alle regionali del 5 novembre. Ad accogliere Bindi c’erano il prefetto di Palermo, Antonella De Miro, presente anche il vice presidente dell’Antimafia Claudio Fava che ha consegnato un promemoria su alcune candidature. L’Antimafia ha fatto sapere che dal controllo delle liste sono emerse le prime criticità. A proposito di liste è giunta la notizia di condanna a un anno e quattro mesi con l’interdizione dai pubblici uffici per concorso in abuso di ufficio di Carmelo Pino, candidato alle regionali con Fratelli d’Italia e Noi con Salvini.
 
Immediata la reazione di Fabrizio Micari candidato alla presidenza per il centro sinistra. “Dagli impresentabili ai condannati. Non c’è male. Forse Musumeci invece di appellarsi al buonsenso degli alleati dovrebbe cominciare ad estrarre diversi cartellini rossi. Ma si sa, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, o meglio, c’è di mezzo la doppia morale di chi grida ‘Roma ladrona’ e in Sicilia fa finta di non vedere, di non sentire. Di chi, da un lato grida ‘Onestà’ a fasi alterne e dall’altro di chi, come Musumeci, sta in silenzio facendo dell’#Omertà, ormai l’hashtag ufficiale della sua corsa a presidente”.
 
Rosario Crocetta resta fuori dalle elezioni regionali. Anche il Tar di Palermo ha respinto il ricorso presentato dal governatore e dal candidato del Centrosinistra Fabrizio Micari che puntava a salvare la Lista Micari presidente di Messina, la sola nella quale Crocetta era candidato. “Faremo ricorso al Consiglio di giustizia amministrativa, poi rispetteremo la sentenza –  afferma Micari – Se la decisione sarà non positiva, avremo 240 candidati all’Ars e non 248. Sarà comunque un gruppo competitivo”.
 
Dopo il tour elettorale estivo, il Movimento Cinquestelle tornerà nelle piazze: #SceglieteIlFuturo è il nome del tour che li farà visitare oltre 50 città sino al 3 novembre. Con Giancarlo Cancelleri ci saranno Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Beppe Grillo. Il tour partirà domenica da Lampedusa. I Cinquestelle si rivolgeranno soprattutto all’esercito di coloro che non sono andati a votare alle ultime elezioni (alle regionali metà degli aventi diritto al voto no si è presentato alle urne). “Ci sono tante persone che per ora hanno deciso di non andare a votare, e a quelle persone dobbiamo andare a parlare – dice Di Maio -. Per fargli capire anche il rischio che corre il Paese se dovessero andare al governo – della Regione Siciliana o del Paese – di nuovo quei partiti che le hanno massacrate”.

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